Capitolo 21

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3 chiamate perse e una strage di messaggi aspettavano il ritorno di Piero in camerino, al terminare del suo secondo concerto. Incuriosito ma frettoloso, scorse velocemente quell'ammasso di notifiche senza focalizzarsi su nessuna, credendo si trattasse in ogni caso di complimenti.

Prese una salvietta struccante e iniziò a rimuovere tutto il trucco che gli nascondeva l'incarnato, assopendosi leggermente. L'adrenalina si era già esaurita durante i lunghi applausi, mentre adesso si faceva strada un senso di stanchezza. Il fatto di essere già pronto al peggio per le recensioni dei giornali dell'indomani, questa volta soltanto locali, lo aiutava a non sprizzare gioia da tutti i pori.

Bussarono alla porta del camerino e dopo qualche istante Elettra fece capolino.

« Si può? »

No, non si poteva. Piero ancora si doveva cambiare.

« Vieni, vieni » le concesse tuttavia, per essere gentile.

« Secondo me sei stato più bravo oggi » commentò la ragazza avvicinandosi alla toletta.

« Lo scopriremo... » alzò un sopracciglio a sguardo basso.

« Dai, che modesto » ridacchiò accarezzandogli una guancia col dorso della mano. Lui quasi non ci fece caso.

« Sicuramente ho voluto impegnarmi ancora di più » si costrinse ad ammettere, alzandosi dalla sedia e vagando in cerca del normale completo da sera. Lo trovò ancora nel cellophan, appeso ad un gancio, così lo afferro e mise dietro un paravento per cambiarsi.

« Se continui così a fine tournée diventerai leggendario » esagerò per tirarlo su di morale.

Ancora una volta il cellulare di Piero trillò. Elettra sbirciò il display sul tavolino.

« Ah, credo che la tua ragazza ti stia chiamando » si sentì in dovere di dire.

« Grazie! Lascia suonare, ci penso dopo » temporeggiò Piero, al momento troppo preso dai pantaloni incredibilmente aderenti che gli avevano affibbiato. Gioia gli avrebbe chiesto come era andata e lui avrebbe avuto un po' paura si dirle "bene", temendo che anche quella volta le sue impressioni si rivelassero sbagliate.

« Come mai non è venuta stavolta? » chiese con un certo dissenso... che Piero non colse.

« Era di turno in hotel, fa la receptionist » spiegò chiedendosi se mai avessero parlato insieme della sua fidanzata.

« Perchè non andiamo in un locale divertente adesso? » prese bruscamente l'iniziativa Elettra « Così non sei costretto a fuggire di nascosto » rise. Piero arrossì ripensando al malo modo in cui aveva abbandonato il suo rinfresco di festeggiamento a Roma.

« Conosci pure i locali di Modena tu? » la prese in giro abbottonandosi la camicia nera.

« Non è difficile, è talmente piccola..! » rispose a tono.

Piero uscì dal paravento e la trovò intenta ad arricciarsi i capelli su un dito guardandosi allo specchio. Pensò che fosse carina con quell'aria così ingenua.

« Dai, adesso ci pensiamo » la accontentò, almeno a parole. Poi raccolse le sue robe, tra cui il cellulare « Andiamo dagli altri intanto » decise accompagnandola con una mano sulla schiena e l'altra occupata a comporre il numero di Gioia. Le avrebbe raccontato il minimo indispensabile per telefono, giusto per farla dormire tranquilla.

« Pron- »

« Piero, ciao! » rispose una voce che non era affatto quella che si aspettava « Sono Giulia, ti ricordi? »

« ...Giulia cugina? »

« Sì, sì, proprio io. So che eri in teatro ma qui è successo un casino! » sbottò.

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