Profumo

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È mattina e mi gira la testa.
Mi alzo , prendo il caffè e cerco di tornare in vita.
Senza guardare il telefono digito il numero:
-"Pronto?"- Dall'altra parte risuona la voce di Loris
-"Come state?"-
-"Meglio"-
-"Ha la febbre?"- Chiedo di Jasmine.
-"Sembra di no"-
-"Tu come stai?"- Proseguo.
-"Bene An, te l'ho appena detto"-
-"...Che hai Lo?"-
-"Ma niente!"- Sbuffa.
-"Ma non è vero, ti conosco!"-
-"Per favore An...non...non è il caso"-
-"Che cosa ti ha fatto?"-
-"An devo andare"-
Chiude.
Rimango ancora un po' con il telefono poggiato all'orecchio.
Che diavolo è successo?

Accendo una sigaretta, apro il quaderno degli appunti.
Concentrazione zero.
Ma vaffanculo! Sempre dietro ai problemi degli altri io! E dietro ai miei chi ci sta?
Se vuole, se proprio vuole, mi chiama lui e mi spiega.
Altrimenti ciao, ci si sente quando ci si sente.

E da brava ipocrita quale sono, passata qualche ora richiamo.
Stavolta è la voce di Jasmine che risuona.
-"An"-
-"Perché rispondi tu? Cos'ha Lo?"-
-"Non è una cosa che ti riguarda"-
-"Ah. Questo è quello che dici tu"-
-"Smettila di stargli addosso! Fatti la tua vita"- Ringhia
-"So che gli hai fatto qualcosa. Lo so."- Imito il suo tono.
-"Ti ripeto: ti invito a farti i fatti tuoi. Loris non ha voglia di parlare adesso, rispettalo."-
-" Ma sta male?"-
-"No. È tutto apposto"-
Chiude.
Resto spiazzata.

Allontano il pensiero, mi concentro sullo studio, basta davvero.
Ma cos ha le gente?

È il tramonto e sono al cimitero.
Parlo col mio amico, gli racconto gli ultimi avvenimenti.
'Mi dispiace non essere venuta tanto spesso questi giorni' dico.
'È un periodo molto strano della mia vita... È una vita strana'
Mi squilla il telefono.
È Luca.
-"Hey!"- dice con tono euforico
-"Hey"- cerco di imitare il suo tono, ma non ci riesco.
-"Ti va una birra da me stasera?"-
-"Si, perché no!"-
-"Grande! Passo a prenderti alle dieci"-
-"Ok"-
Chiudo, sorrido.
Fisso la foto del mio amico davanti a me, una risata triste esce dalla mia bocca: -"Te l'ho detto, è una strana vita"-

Due ore dopo sono seduta sul letto, non ho voglia di cenare.
Indosso un jeans e una camicetta a righe, lego i capelli.
Mi scruto allo specchio, e d'un tratto mi cade l'occhio sulla foto che vi è attaccata.
È una foto di Fabio, mentre ride.
L'ho scattata io, eravamo a fare un picnic in un parco.
Erano i primi caldi, avevamo fatto l'amore lì, quando si era fatto buio.
Ripenso alle sue mani su di me, quel modo di stringermi a lui, la voragine con cui mi mordeva il collo.
Scrollo la testa. Basta.
Stacco la foto, la strappo e la getto nel cestino.
Fanculo, penso.

Sono in macchina di Luca, mi saluta con un delicato bacio sulle labbra.
-"Sei bellissima"- sussurra
Sorrido in modo sincero.
Questione di qualche minuto e arriviamo a casa sua.
Vive in un piccolo appartamento tutto suo, dice che ci sta ancora lavorando.
Ma è davvero carino e accogliente.
Entra in cucina, ha fatto mettere un bancone simile a quello di un bar, ne va fiero, dice.
Ci sediamo lì.
-"Birra?"-
-"Hai qualcosa di più forte?"-
Ride.
-"Certo che si"-
-"Allora qualsiasi cosa purché sia forte"-
Tira fuori la Vodka.
La smorza con il succo d'arancio.
Facciamo sbattere i due bicchieri "Alla salute".
E mi fissa.
-"Ti avverto stai facendo la tua faccia da coglione"- Rido punzecchiandolo
-"Ah si!?"- Anche lui ride -"Beh credo che avrò questa faccia per il resto della serata"-
Sarà il contesto o forse sono leggerina, ma dopo poco mi ritrovo ubriaca.
-"Filmetto?"- Chiede senza alcun tipo di espressione. Credo che anche lui sia ubriaco.
Annuisco.
In sala c'è un piccolo divano con una coperta, di fronte la TV al plasma.
Ci sediamo,
passano "Le pagine della nostra vita",
ci accordiamo per quello.
Mi copro con la coperta fino al collo, poso la testa sulla sua spalla.
Mi bacia i capelli, sento che li annusa.
-"Profumi di buono"- Sussurra
-"È lo shampoo"- abbozzo un sorriso
-"No. Sei tu."-
Alzo gli occhi, mi sta guardando in un modo diverso dal solito, non con la solita faccia da coglione.
È serio, digrigna i denti, si passa una mano sulla testa.
Qualcosa lo turba.
Non faccio in tempo a ragionare su quello sguardo che ho già la sua bocca sulla mia.
Mi bacia con arroganza, mi tocca dappertutto.
Ansimo.
Mi stende sul divano, mi divarica le gambe e mi accarezza tra le cosce .
Mi mordo il labbro.
-"Sei cosi bella e provocante"- Dice con un filo di voce.
Rimango in silenzio, continuiamo a mangiarci a vicenda.
Io provocante? Penso.
Senza soffermarmici troppo, mi faccio prendere dalle sue parole.
Gli graffio la schiena, sospira.
Si stacca. Mi guarda con gli occhi colmi di desiderio. Ha le sopracciglia aggrottate.
Si chiede fino a che punto può spingersi, ne sono certa.
Mi viene in mente Fabio, cerco di scacciare il pensiero ma mi è impossibile.
Mi sembra di sentire le sue mani.

Poi la voce di Luca per fortuna mi riporta alla realtà.
-"Posso?"- Chiede in modo quasi feroce.
Adesso ha entrambe le mani sui bottoni dei miei jeans.
Odio questa domanda.
Tuttavia annuisco.
Mi slaccia e mi sfila i pantaloni.
Oddio, dico tra me e me.

Entra in fretta dentro di me, come se non volesse perder tempo prezioso.
Mi graffia i fianchi, spinge senza curarsi di tutto il resto.
Va veloce e io non ricordavo fosse così bello.
-"Sei fantastica"- Dice e sento la sua voce sottile. Diversa.
Lo tengo stretto per il collo, gli chiedo di andare più veloce ancora.
Sentirmi parlare lo manda in delirio, aumenta ancora, ansimando e baciandomi il lobo dell'orecchio.
Poi mi fa girare a pancia in sotto, ed entra di nuovo in me, da dietro.
Stavolta quasi con strafottenza.
Tra una spinta e l'altra mi stringe un seno.
Mi mordo il labbro e poi mi lascio andare.
-"Brava piccolina"- Mi sussurra.
Ansimo. Graffio.
-"Lasciati andare per me"- Dico.
E lui lo fa.

Una mezz'ora dopo è ancora steso sulla mia schiena, nudo.
-"Potrei morirci così"- Dice.
Mi bacia il collo da dietro.
-"Profumi di buono"-
E poco dopo si addormenta su di me.

Come CalamiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora