Hanno ragione le persone quando dicono che le mancanze in piena notte ti consumano, che al risveglio sei senza forze. Hanno ragione, si, ma qualcuno ha mai sentito parlare di quelle mancanze che ti prendono alle 7 di mattina, appena suona la sveglia, quando sblocchi il telefono e ti prende un nodo allo stomaco?
Di quelle mancanze che ti perseguitano, persino durante le tue ore libere, nelle quali potresti fare quello che più ti piace, ma alla fine vorresti solo scappare, chiuderti dentro uno stanzino buio e piangere, piangere fino a rimanere senza lacrime?
Quando sei in macchina e alzi il volume della musica per cercare di contrastare i tuoi pensieri?
O quando non riesci nemmeno a imparare quattro battute a memoria? Quando intorno a te c'è una luce immensa, ma dentro sei vuota?
Quelle mancanze, come le colmi? Questo dolore immenso come lo fermi? Queste stupide emozioni come le anestetizzi?I raggi del sole spezzano l'oscurità che predomina in quella stanza.
È già mattino, è un nuovo giorno.
Apre gli occhi: il sole sfiora quelle iridi azzurre, rendendole ancora più luminose. Ormai per lei è diventato difficile alzarsi dal letto, iniziare di nuovo quella stupida routine, la stessa ormai da più di un mese.
Mette i piedi fuori dal letto, si alza, doccia, denti, si veste, caffè macchiato, un piccolo controllo ai social, chiavi, esce dalla porta, macchina, lavoro.
Una vita che ormai è diventata estremamente organizzata, nessuno sgarro. Ormai, non arriva nemmeno più in ritardo. Quel suo solito ritardo che la rendeva quella che era, che la rendeva Taylor, era svanito.
Sempre puntuale. Schiava del normale.
Anche mentre guida ormai non si fa sfiorare minimamente da tutto ciò che la circonda: sguardo fisso sulla strada, nessuna sosta per comprare quelle ciambelle buonissime ricoperte di glassa al cioccolato bianco e scaglie di cioccolato fondente. Mangiare troppe cose dolci fa male.
Ma mangiare troppo, per lei, faceva male. Il minimo indispensabile sarebbe bastato; basta mangiare quattro volte al giorno, due andranno sicuramente bene!
Poca forza sulle mani, gambe che cedono, passo poco sicuro, capelli dorati tenuti stretti da una coda, occhi spenti, occhiaie.
Cammina a passo lento verso quello che ormai è diventato solo lavoro: rumore delle auto, clacson, i bambini che sghignazzano, uno stormo di uccelli passanti, un pensiero rivolto a lei.
È difficile dopo tanto tempo liberarsi di qualcosa che ci appartiene, perché è come se fosse un pezzo di noi.
È difficile smettere di amare qualcuno amato così a lungo, così tanto. Proprio come è difficile accettare di aver perso una persona con cui abbiamo passato così tanto tempo.
Ed è difficile, perché uscendo dalla nostra vita, lasciano un vuoto che ci fa sentire soli. Ed è impossibile, non rivolgere un pensiero a questa persona, perché anche se lontana, resta sempre dentro noi.«Esci fuori dalla mia testa!»
È inutile dire che non ci riusciva mai a farla uscire dai suoi pensieri, perché lei non era nella sua testa, ma nel suo cuore. E far uscire una persona dal proprio cuore non è facile.
Può un assenza essere tanto presente?
Le mancava. E come se le mancava!
Era passato poco tempo dall'ultima volta che si erano parlate, ma il fatto è che la mancanza non si misura in giorni. La mancanza si misura coi battiti del cuore che, lontano da lei, diventavano sempre più lenti.«Ma buongiorno!»
«Buongiorno a te, Yael.» rispose Taylor, con un tono allegro, ma forzato.
Questo piccolo dettaglio non sfuggì a Yael, che cercò in tutti i modi di rallegrare la bionda.«Oggi ci saranno un sacco di scene fantastiche!»
«Si, oggi ho molte scene da fare con Alex.»
«Alex? Oh..»
«Già. Oggi inizio a fare le prime scene con..lei.»
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Tu sei fatta per essere salvata [IN REVISIONE]
FanfictionSEQUEL DI "TU SEI FATTA PER ESSERE AMATA." S'innamorava sempre più di lei. Lo capivi ogni volta dal modo in cui la guardava. La guardava come per dirle: "Ti prego, salvami." Come se da un momento all'altro potesse improvvisamente precipitare.