Taehyung si era diretto verso la casa di Jungkook verso il tardo pomeriggio del giorno seguente, ormai era più che sicuro che Jungkook si fosse riposato abbastanza, così come era convinto che la madre avesse smaltito la rabbia.
Proprio quest'ultima gli aprì la porta principale, con uno sguardo stanco e stranamente stralunato."Taehyung?"
Il ragazzo inclinò lievemente il capo, annuendo subito dopo.
"Scusa ma devo uscire urgentemente per il lavoro, passa un po' di tempo con Jungkook"
Taehyung non ebbe nemmeno il tempo di proseguire che, nel lasso di pochi secondi, la voce stridula della donna riprese a squillare.
"Ti chiedo soltanto di non uscire di casa"
Annuì confuso e si chiuse la porta alle spalle, per poi chiamare Jungkook."Taeeee"
Sorrise involontariamente nell'esatto istante in cui Jungkook gli corse dolcemente incontro, deliziandolo con il forte profumo che solitamente si spruzzava dopo aver fatto una doccia.
Le sue braccia gli circondarono le spalle, il naso a pochi centrimetri dalla pelle e le labbra appoggiate sul collo, in procinto di mordere teneramente il punto in cui erano premute."Stai meglio?"
Il sussurro di Taehyung, però, pareva essere uscito come il lieve sospiro della coscienza.
Ma non servì ripetere, perchè Jungkook annuì subito dopo.
"Andiamo sul divano?"
Entrambi adoravano passare il tempo a coccolarsi sotto una coperta morbida, con le dita che si intrecciavano e le labbra a sfiorarsi, ad accarezzarsi con una tale dolcezza da apparire un tocco proibito.
Jungkook teneva il naso appoggiato sulla clavicola di Taehyung, ogni tanto lasciava piccoli sospiri in quel punto e mordeva la pelle delicata, sorridendo involontariamente ogni qualvolta il corpo di Taehyung tremava.
Gli piaceva vedere i brividi percorrere il castano, magari quei piccoli tremolii causati dalle sue attenzioni."Ti amo"
Un bacio sulle labbra, un sorriso sui boccioli rosei dell'altro.
Jungkook avvolse le braccia intorno al collo di Taehyung, non riuscendo a trattenere le forti emozioni che solo quella frase sapeva regalargli.
"È tutto così rosso, Taehyung"
E Taehyung annuì, passando le dita sottili nella sua chioma corvina, ora spettinata.
Aveva imparato ad apprezzare ogni singola sfumatura che vedeva Jungkook, quei flebili barlumi che coloravano la sua vista e le macchie più evidenti, quelle che a volte, secondo il minore, portavano messaggi premonitori.
"E com'è questo rosso?"
Un gusto dolce ad avvolgere la lingua, un sorriso ad ingrandirsi e le dita a stringersi intorno al corpo dell'altro, talmente vicino da poterne percepire ogni minima essenza.
"È magico"
Fece una piccola pausa, socchiudendo le palpebre per alcuni istanti.
"È parte di te"Taehyung non capì pienamente le sue parole, ma annuì ugualmente.
Dopotutto, la mente di Jungkook era tremendamente affascinante.
Soltanto quei stupidi dottori non riuscivano a percepirne le qualitá, avevano etichettato la situazione come un esito anomalo, un caso incurabile che avrebbe creato solo problemi alla povera vittima e a tutti coloro che stavano al suo fianco.Mentre Taehyung passava la lingua sul labbro e si soffermava sui capelli corvini dell'altro, senza perdere nemmeno un particolare di essi, Jungkook potè rilassarsi completamente alle sue attenzioni, lasciando la libertá assoluta ai propri sensi.
Taehyung era e sarebbe rimasto una combinazione di colori, sapori e gusti necessari per la sua esistenza, eppure non sapeva nemmeno per quanto tempo sarebbe ancora riuscito a rimanere al suo fianco.
Sentiva un forte dolore nel petto al solo pensiero che un giorno, non molto lontano dal tempo presente, avrebbe dovuto dire addio alla persona che amava.Ma non voleva pensarci, Taehyung doveva avere tutto il bene possibile dal mondo, lui sarebbe stato soltanto una piccola scintilla di felicitá in quel percorso chiamato vita.
Avrebbe tanto voluto essere il motivo per cui la vita di Taehyung andava avanti, esattamente come il maggiore era per lui, ma forse il suo era soltanto egoismo.
Jungkook sospirò profondamente e si morse l'interno della guancia, senza sapere l'utilitá dei propri pensieri.
Sentì improvvisamente caldo, ma non era lo stesso tepore che gli faceva provare Taehyung, era una sensazione di malessere che partiva dallo stomaco e si stanziava nelle viscere, impedendogli persino di respirare.
Conosceva quei sintomi talmente bene da non meravigliarsene neanche più, ma ogni volta era tutto così spiacevole che farci l'abitudine sarebbe stato impossibile."Amore, tutto bene?"
Nero.
Pozze nere che si stanziavano davanti alle iridi, striscie verdi che attaccavano la retina e sapori nauseabondi a pungere drasticamente le narici, fino a farle dolere; la golava pareva invasa da carboni ardenti, da una fiamma persistente che obbligava le pareti interne a bruciare e carbonizzarsi.
E quel gusto, così acido tanto quanto amaro, terribilmente aspro ma di una nota quasi dolciastra, segnaló nuovamente l'inizio di quella sequenza da cui Jungkook tentava di scappare.
"Ultimamente ho un po' di nausea, forse ho mangiato qualcosa che non mi ha fatto ben-"
Un altro conato, questa volta più forte, più violento, un malessere interno che lo aveva obbligato a correre verso il bagno per riversare ciò che rimaneva della sua anima. Chissá cos'avrebbe pensato Taehyung, formulò poco dopo, mentre la testa si chinava debolmente verso il basso, la bocca a spalancarsi involontariamente.Nel frattempo Taehyung, ignaro di quello che stava realmente accadendo in quella stanza, percorse a passo lento il salotto e si soffermò a guardare la libreria, notando che uno dei libri era messo troppo disordinatamente per i suoi gusti.
Taehyung era ossessionato dall'ordine.
Questa mania lo spingeva a curare i particolari che persino al microscopio sarebbero risultati invisibili.
Fece pressione sulla copertina, senza perdere l'innata delicatezza che solo lui possedeva, e spinse il manoscritto nella posizione che riteneva migliore.
Solo un'espressione perplessa, quasi sorpresa si dipinse sul suo volto quando una grande busta finì a pochi centimetri dalla punta delle sue scarpe: doveva essere qualcosa di importante, magari un documento.Nonostante sapeva perfettamente che controllare delle lettere senza permesso era sbagliato, si fece prendere dalla curiositá e iniziò a leggere i vari fogli all'interno, totalmente ignaro della realtá che gli avrebbe rovinato quella giornata.
Le dita accartocciarono i bordi, la mascella a stringersi con forza, il fiato corto e la ragione incapace di comandare la mente.
Controllò varie volte le stesse righe, scrutò con attenzione quei dannati esiti, sperando di aver soltanto visto male.I fogli caddero a terra nell'esatto istante in cui Taehyung percorse a rapide falcate tutto il salotto, le labbra tese in un'espressione indecifrabile e la rabbia mista ad una forte disperazione, in quel momento ebbe persino paura di poter morire d'infarto.
Non si accorse nemmeno di aver rotto la maniglia del bagno, ma non si preoccupò minimamente di tale rivelazione."Jungkook"
Non capì neanche dove trovò tutta quella voce, così alta e stranamente acuta da far sussultare il minore, che tuttora non riusciva a togliere le mani dalle mattonelle del muro.
"Sei un fottuto bastardo"
Taehyung percepiva il pianto devastargli i sensi, la gola bruciare dal dolore, quella sensazione di rabbia e panico sempre più intensa."Perchè non mi ha detto che hai la leucemia? Perchè non lo hai fatto?"
Nessuna parola varcò le labbra del minore, nemmeno un piccolo suono che avrebbe potuto rendere la sua risposta lievemente più chiara.
Taehyung, in seguito ad una momentanea mancanza di forze, si accasciò vicino alla gamba di Jungkook, per poi stringerla in un abbraccio disperato."È per questo che ti sei stancato così facilmente ieri"
Singhiozzò varie volte, sentendo il pianto ancora più forte.
"Tae...non è così grave...guariró"
Una nota tremante, uno sguardo preoccupato e il labbro a tremare.
Jungkook non era capace a mentire.
"Resteremo insieme, te lo prometto"
Solo a quel punto Taehyung, senza smettere di stringere le braccia intorno all'arto dell'altro, sollevò lo sguardo di poco."Promesso?"
"Promesso."Taehyung non sapeva che Jungkook non sarebbe arrivato alla fine del mese, e non sapeva nemmeno che non avrebbe potuto fare nulla per impedirgli di lasciarlo per sempre.
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sinestesia。 vkook
FanfictionLa percezione dei sensi si divide in mille odori, gusti o sapori, sta soltanto a noi capire e associarli allo stimolo giusto. E se un ragazzo percepisse i sensi diversamente dagli altri? © HopiePerfect