Ormai erano passate tre ore buone, e di Eireen, ne io, ne l'uomo seduto di fronte a me; il professore, sapeva qualcosa.
Mi sentii così inutile, come quando non riuscivo a difendere mia madre, o il mio migliore amico, Adrian.
Anche lui veniva spesso preso in giro per il suo modo di essere, ma non diedi mai molto peso alla cosa, e nemmeno lui, almeno, credo. E se Adrian stesse passando le stesse cose che stava passando Eireen?
E' il mio migliore amico, me l'avrebbe detto, no?
E se non mi avesse mai detto nulla per non farmi pesare problemi in più di quelli che già stessi avendo?
Oh, mi stava scoppiando la testa, mi passai nervoso la mano sul volto, e presi il telefono per scrivere a mia madre.A dolceMamma:
Mà, non so dirti quando sarò di ritorno a casa perché sono in ospedale.Da dolceMamma:
Oh mio dio, cosa ti è successo? Sei caduto con la moto? Sapevo che non dovevo comprartela, stai bene? Dimmi dove sei che arrivo subitoCambiai il nome in rubrica.
A ParanoicaMamma:
Hey, hey, hey, frena. Perché mai dovrei cadere dalla moto?
Lo sai che sono un'ottimo guidatore!
Comunque, prima che ti prenda un'infarto, sono in ospedale per un altro motivo.Dopo aver inviato il messaggio la chiamai, mi ero stancato di scrivere.
Mi rispose subito, magari facesse così anche quando si trova al supermercato ed io le devo chiedere qualcosa da comprarmi.
≪ Ciao ma' ≫
≪ Tesoro mio, cos'è successo? ≫ mi disse con tono preoccupato, ed io sorrisi.La amavo così tanto, lei è quella donna che anche da sola, riuscirebbe a spaccare un muro a pugni, cadere, rialzarsi sulle sue stesse gambe, ripulirsi il sangue dalle nocche, e sorridere mentre lo fa.
E' quella donna che non mi ha mai fatto solo da madre, ma anche da padre, migliore amica, e perché no, da intera famiglia.
Ho sempre saputo che se avessi avuto lei al mio fianco, sarebbe andato tutto per il verso giusto; anche se stessi andando all'inferno, con lei, sembrerebbe il paradiso.
Il più bello dei paradisi, forse anche gli angeli avrebbero provato invidia nei suoi confronti.≪ Mamma non preoccuparti, sono vivo e vegeto. ≫
≪ Dai Fede, non scherzare ≫
≪ Davvero, non mi è successo nulla, ecco vedi, una mia compagna di classe si è... ecco, beh magari te lo spiego dopo, e quindi l'ho accompagnata in ospedale, e sono tre ore che non ho sue notizie, non so quando si decideranno a dirci qualcosa, di conseguenza non so se torno per cena, quindi non preoccuparti, anche se mi dispiace un po' farti cenare da sola ≫
≪Oh no, tranquillo tesoro, sei così dolce, ti sei fatto già dei nuovi amici?≫
≪ Oh sì, un sacco ≫ mentii, ma cercai di far sembrare questa bugia la più vera possibile, non mi andava di farle pesare anche la mia mancata vita sociale.≪ Sono davvero felice per te tesoro ≫
≪ Okay mamma, grazie, ti voglio bene, ci sentiamo dopo ≫
≪ Va bene, anch'io te ne voglio ≫
Sorrisi e feci per attaccare, quando la sua voce mi fermò ≪ Fedee, aspetta, ma non è che l'hai messa incinta, vero? ≫
Diventai rosso in volto, ≪ Mamma! come ti salta in mente? Non ho mai messo incinta nessuna ragazza! ≫
≪ Oh, quindi l'hai già fatto? Tesoroo! Com'è stato? ≫ se prima arrossii leggermente, ora il mio volto era pari a quello di un pomodoro.
≪ No, ceh, ciao mamma ≫ ed attaccai, non ci potevo credere.
Mi passai una mano sul volto e sorrisi pensando che una volta arrivato a casa mi avrebbe chiesto tutti i dettagli della mia prima volta, che diciamocelo, non fu un granché, entrambi volevamo solo sentirci grandi ed rientrare nelle conversazioni delle nostre, diverse, compagnie.Appena misi il telefono in tasca, il sorriso si spense ricordandomi dove fossi, l'ospedale era un luogo così brutto, così triste, e vuoto.
Non mi sono mai piaciuti gli ospedali, quelle pareti bianche ti prosciugano l'anima.
Mi alzai, volendo fumare.
Quando fui fuori, presi la mia penultima sigaretta e la accesi, per poi sedermi su una panchina lì vicino.
Solo quando mi sedetti mi resi conto di aver con me, ancora una volta, lo zainetto nero di Eireen.
STAI LEGGENDO
Fragili come petali di rugiada
Teen Fiction{ IN TOTALE REVISIONE, NON COMPLETA. } Eireen Hill, una ragazza persa nel suo mondo, considerata strana e sfigata, con problemi di autostima, nel bel mezzo dell'adolescenza; con mille domande in testa e poche risposte in tasca. Una bambina cresciuta...