Chapter eleven

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<ah ah, si sì ha dormito qua. No! Non è successo niente. Ian! Com'è andata, come vuoi che sia andata, abbiamo parlato di quel bacio che c'è stato anni fa quando uscimmo da scuola; si c'è stato un bacio e si, Amira era scomparsa già si e comunque abbiamo riparlato di quel bacio e poi dai insomma sai com'è andata, sta zitto. Non passerai per casa? No, non si è ancora svegliato. Oh, si okay mamma ci sentiamo dopo ti voglio bene ciao.> riattacco velocemente la mia chiamata con Ian non appena vedo Trevis entrare in camera mia, abbiamo dormito in camere diverse o almeno così io ho preferito. Ian mi ha chiamata questa mattina presto e voleva sapere tutto, rideva come un matto e faceva ridere anche me solo avrei voluto ci fosse stata anche Amira a ridere così tanto con noi.
<ehi> dico vedendolo entrare e gli vado incontro mettendogli le braccia al collo <con chi parlavi> dice ancora assonnato tenendomi per i fianchi <ahm, con mia madre> mento velocemente, non volevo che Trevor sapesse che io ed Ian parliamo di cose con cui avrei dovuto parlare ad una ragazza, ad esempio Cheryl, la mia segretaria; ma soprattutto non volevo sapesse che Ian ci lasciò da soli di proposito. <oh okay> dice solamente, sorrido a vederlo ancora così assonnato, gli do un bacio veloce e vado a chiudermi in bagno. Dovevo lavorare e dovevo fare presto, qualcuno direbbe "l'azienda è tua, che ti importa", già lo dicevo anch'io ma se il capo non è in orario come vogliamo che lo siano i dipendenti poi, tutto dipende da noi. Ho messo una gonna a tubino, una camicetta e la coda di cavallo e sono pronta per affrontare questa nuova giornata. Quando arrivo in cucina trovo Trevor anche lui già preparato che fa colazione <dove vai?> si affretta a chiedere <a lavoro> rispondo velocemente prendendo la mia borsa e i miei lavori <non resti?> dice riferendosi alla colazione <no> dico scuotendo il capo <mi dispiace> mi avvicino per dargli un bacio ma lui si scosta, aggrotto la fronte, cosa gli prende <parlavi con tua madre vero?> dice mostrandomi lo schermo del mio cellulare con le ultime chiamate ricevute <oh non lo trovavo, grazie> faccio per prenderlo ma si ritira il braccio <Trevor che ti prende, farò tardi a lavoro> dico seria <Alyssa, eri al telefono con tua madre?> ribadisce <s-si> dico piano e insicura <da quando Ian è tua madre, cosa c'è fra di voi Alyssa> mi passa il telefono ed io continuo a fissarlo incredula, non mi aveva creduta? Pensavo si fidasse di me, escludendo questa volta che avevo mentito a fin di bene. <non c'è assolutamente nulla Trevor> mi affetto a dire <siamo solo buoni amici> continuo, lui scuote il capo e sorride amaramente, non mi stava per niente credendo. <no non ci riesco a crederti mi dispiace, sono stato un cretino> si prende la testa fra le mani e il mio stomaco si chiude piano piano facendo salire un nodo in gola <Trevor io> riesco solo a dire poi mi interrompe <non fa niente davvero, va a lavoro adesso ne riparleremo dopo> sorrido piano <va bene> dico dandogli un bacio sulla guancia poi mi allontano.
<buongiorno> dico entrando in azienda <salve capo, ha fatto ritardo quest'oggi> scherza una delle mie dipendenti <smettila Chrystel, ho avuto un problemino di percorso> la riccia mi sorride e si allontana mentre io mi avvio al mio studio <ehi che succede> eccola, finalmente <ah finalmente Cheryl sei qui> dico, mi siedo alla mia scrivania e mentre mi tengo la testa con una delle due mani con l'altra sfoglio i miei lavori da mostrarle. <che hai?> chiede lei sospetta <Trevor non si fida di me e abbiamo litigato> spalanca gli occhi e mette una mano davanti alla bocca <ti sei fidanzata con Trevor? Davvero?> sembra contenta quanto una bambina che ha ricevuto il suo regalo preferito <beh diciamo che non è ancora tutto confermato> continuo io <cos'è successo> chiede lei curiosa, lascio stare i miei lavori e mi appoggio allo schienale della mia comoda sedia e incrocio le braccia <gli ho mentito su una chiamata di Ian>
<come?> si siede sulla mia scrivania la mora snella <e perché> continua con le domande <ieri sera Ian ci lasciò da soli di proposito e poi mi ha telefonato di prima mattina per sapere come era andata, poi ho detto a Trevor che era mia madre, gli ho mentito perché non volevo sapesse che Ian l'avesse fatto di proposito> Cheryl scoppia a ridere e si mette composta <andiamo puoi dirglielo, è davvero sciocca come cosa, farai litigare due amici per nulla Alyssa. Dai fammi vedere i lavori da portare a Yvonne e Clarisse> sbuffo e scuoto il capo come a mandare via i miei pensieri <allora, questi due e mi raccomando Cheryl dì loro che devono essere fatti con precisione> le raccomando <non hanno mai sbagliato> mi fa notare lei <voglio che questi due siano perfetti e fatti per bene nei minimi dettagli> si mette sugli attenti e poi sorride <signor si signora> e va via, sorrido vedendola andar via con quel suo passo sempre svelto, come se non ci fosse mai tempo. Le voglio tanto bene e sa tutto della mia vita ma non riesco a farle prendere il posto di Amira, credo sia impossibile che qualcuno possa prendere il suo posto nonostante io voglia dimenticarla. Un messaggio attira la mia attenzione, Trevor: quando hai finito ti aspettiamo in centrale, la polizia vuole farci delle domande. Cosa? Dopo dieci anni? E servirebbe a qualcosa? Prendo le mie cose e mi avvio all'uscita <Alyssa> mi richiama Cheryl <tesoro scusa ho una cosa urgente da fare> dico continuando ad andare dritto avanti a me <Trevor dove sei?> gli chiedo non appena risponde alla mia chiamata <in centrale Alyssa, te l'ho detto stiamo aspettando te> sembra tranquillo, spero andrà tutto bene <okay, sto arrivando>
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Entro in centrale correndo, quando finalmente riesco a trovare Trevor mi sento al sicuro. <non dovevi lavorare?> mi chiede <sì certo, ma sembra che qui sia più importante> dico cercando qualcosa con gli occhi <potevamo aspettare> continua lui <preferisco non farle aspettare queste cose, se loro sanno qualcosa potrò stare un minimo meglio> dico calmandomi con lo sguardo fisso su di lui <dopo dieci anni?> mi chiede quasi sarcastico <dopo dieci anni> confermo io alzando le spalle. Vado a sedermi su uno dei sediolini in sala d'attesa e Trevor era con me, non sembrava calmo lui era calmo e quindi senza saperlo tranquillizzava anche me. <Trevor voglio spiegarti cos'è successo prima> mi affretto a dire <va tutto bene Alyssa> dice senza degnarmi di uno sguardo <no, io devo dirtelo> mentre sto per dirgli la verità ci chiamano per entrare a testimoniare qualcosa credo, ma cosa. Entriamo in una stanza con un paio di poliziotti, sembrano gentili e spero lo siano. <allora signorina Stewart, lei era un'amica intima della signorina Parton> uno dei due poliziotti inizia ad interrogarmi, se posso chiamarlo interrogatorio e Trevor sembra stia ascoltando una storia interessante <beh si, ci dicevamo veramente tutto e non mi sfuggiva mai niente ma credo che invece qualcosa mi sia sfuggito in quei lontani dieci anni> i due poliziotti si guardano e poi annuiscono <sta collaborando per bene, sapeva se avesse avuto una storia con qualcuno più grande? Magari la minacciava? O forse aveva bevuto e magari perso i sensi> alzo le spalle, io davvero non ne sapevo niente anzi, speravo che due risposte me le potessero dare loro <no, che io sappia non si sentiva con nessuno e non ne ho idea se si sia ubriacata e magari perso i sensi, mi sentirei in colpa. Insomma, siamo entrate in quella casa super affollata e poi l'ho persa di vista. La borsetta con il cellulare l'ho trovato in giardino accanto alla piscina, dopo un'ora circa> il poliziotto approva poi si rivolge a Trevor <e lei? L'ha vista?>
<eravamo amici è vero, ma posso giurarle di non averla vista ne prima ne durante ne tanto meno dopo. Ian Lightwood è venuto a chiamarmi per dare un'occhiata ad Alyssa e sono uscito in giardino e così lei mi ha raccontato tutto> spiega Trevor <Ian aveva detto di sapere dove trovare Amira, però io non ricordo più nulla dopo essere salita in macchina> chiedo severamente, i poliziotti ci guardano in silenzio e seguono la storia <in realtà, ti abbiamo dato un calmante e nel frattempo Ian prendeva tempo per calmarti perché in casa non c'era e non voleva spaventarti> deglutisco rumorosamente e incrociando le braccia mi volto dall'altro lato <possiamo parlare con Ian?> chiede il poliziotto <certo> dice Trevor lasciando un recapito di Ian. Salutiamo e poi andiamo via <grazie per avermi mentito, potevate dirmelo> dico uscendo dalla centrale <è a fin di bene> risponde lui pungente <ti ho mentito perché non volevo sapessi che ieri Ian ci ha lasciati da soli di proposito, sapeva già come sarebbe andata a finire, poi mi ha chiamata per sapere come fosse andata> Trevor sorride <davvero mi hai tenuto nascosto questa sciocchezza Alyssa?> alzo le spalle ed entro in macchina mia <ci vediamo a casa> dico poi parto.
Perché continuano le ricerche dopo dieci anni, forse hanno qualche speranza? Io le ho perse tutte quindi ho smesso di crederci.

A terrible secretWhere stories live. Discover now