- Capitolo 8 -

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Continuo a fare avanti e indietro per la stanza, aspettando che Leo ritorni con il fadidico test della verità.
Mi ha lasciato in casa appena tornati dal cinema e lui è uscito subito.
Inizia a mancarmi il fiato, sentendo il petto pesante e la testa girare...un attacco di panico.
Merda.
Non è il primo che ho: quando i miei mi hanno detto che stavano divorziando sono letteralmente andata in crisi. Ho visto il mondo crollarmi addosso e l'unica persona che è riuscita a mettere a posto i pezzi è stata Leo. Lui c'è sempre stato per me e ora... Non riesco a ragionere, ho così tanti pensieri per la testa che si accumulano tutti formando un groviglio di nodi.

Mi porto la mano al petto, chiudendo gli occhi e cercando di fare lunghi respiri, con il solo risultato di sentirmi ancora più agitata.
Afferro il cellulare e compongo il numero che ho imparato a memoria dal primo momento che l'ho sentito. Ancora prima di quello di casa.
« Ehi Mel sto tornando adesso. Sono all'angolo infondo » mi risponde con un leggero fiatone.
« Leo » replico ansimando e concentrandomi solo sulla sua voce. «Puoi continuare a parlarmi? » chiedo, anche se la richiesta mi esce bassa e dolorosa.

Lo sento imprecare, avendo intuito il mio stato. « Ehi Milly, senti bene cosa facciamo. Qualsiasi sia il risultato del test io e te usciamo e andiamo a prenderci quel gelato al cioccolato e menta che tu adori tanto. Quello con dentro le scaglie di cioccolato » inizia, mentre sento il fiatone aumentare sempre di più. Deve aver iniziato a correre per essere da me il prima possibile.

Una lacrima, in quel cocktail di emozioni, mi bagna la guancia. Come potrei fare se non avessi Leo? « Poi ci mettiamo sul divano di casa mia e ci guardiamo tuuutti i film che vuoi. Le pagine della nostra vita, Alieni in soffitta... Tutti i tuoi film preferiti »
Annuisco mentre continuo a fare respiri profondi. « Anche Titanic? »
« Se vuoi che a morire sia io, va bene. Anche Titanic » sospira facendomi ridere.

Non ho realmente intenzione di vederlo, già la prima volta è stata un'impresa guardarlo tutto di fila, la seconda volta me lo sono dovuta subire con mia madre, e Leo, ma la terza volta direi che può anche non esistere.

« Vieni ad aprire Mel. Sono arrivato»
Mi trascino verso il citofono nel momento in cui suona e faccio entrare il mio migliore amico che, correndo, arriva davanti alla porta alla velocità della luce, avvolgendomi le braccia attorno alla vita, stringendomi al petto e passandomi una mano fra i capelli.

Mi lascio andare, piangendo senza preuccupazioni. Leo è l'unico al mondo davanti a cui riesco ad essere sempre me stessa, compreso il fattore pianto.

« Shh Mel, non è ancora detto. Devi ancora fare il test. Potrebbero essere falsi segnali » replica avanzando verso il salotto e chiudendo la porta con il piede.
Scuoto la testa, decisamente disperata. Me lo sento, per quanto abbia provato a ignorare i segni... È qualcosa che non riesco a spiegarmi ma so che quel test uscirà positivo.

« Voglio fare subito il test. Ma non guardare il risultato. Non ancora »
Leo acconsente e, dopo aver aspettato che smetta di piangere, mi da un bacio sulla fronte e mi allontana per togliersi il cappotto e passarmi il sacchettino della farmacia.

Lo guardo con disgusto, sentendo la nausea tornare. Sono decisamente in ansia e, anche se so che è un riflesso, vorrei tanto prendere una sigaretta e fumarla per rilassarmi. Pessima abitudine che Maurizio mi ha passato. È per lui che ho iniziato a fumare, ero troppo debole per dire no e quando me l'ha offerta non sono riuscita a rifiutare, soprattutto perché era la mia possibilità di mettermi con lui.

« Mel. Ehi ricordati che sono qui con te. Non ti lascio »
Annuisco e vado verso il bagno, con la mano tremante e lo stomaco completamente chiuso.
Cosa dirò a Maurizio, a mia madre... Cazzo ho solo 16 anni, quasi 17. Ma sono sempre troppo giovane per mettere al mondo un figlio. Un figlio vero. In carne e ossa... La nausea torna persistente accompagnata dal peso sul petto.

Mi blocco facendo un lungo respiro. Devo calmarmi, Leo ha ragione, il test può essere negativo e la mia paranoia solo paranoia.
Ho visto abbastanza film da sapere come funziona, ma per sicurezza leggo anche le istruzioni. Allora, pipì sul cosino lungo e dopo cinque minuti ti dirà se sei incinta.
Una linietta è un no, due liniette sono un si. Semplice. A prova di stupido.
Una volta finito torno in salotto, stringendo il test a forma di termometro e continuando a guardare nervosamente il risultato, ancora non comparso.

Ho cosi tanta voglia di fumare,  solo per sentirmi meglio. Per sciogliere i muscoli...
« Mel » esclama Leo, prendendo in mano il test e abbracciandomi.
Senza nemmeno rendermene conto sono scoppiata a piangere, travolta da tutte le emozioni che nemmeno io riesco a distinguere.
Sono decisamente troppo confusa.
Le braccia confortanti di Leo mi danno sicurezza, più di qualsiasi altra cosa. Sento le sue labbra, ancora fredde per essere stato fuori, posarsi sulla mia fronte e sono un vero toccasana. « Andrà tutto bene » bisbiglia, cullandomi leggermente.

Solitamente questa frase sembra solo una grossa presa per il culo. Come potrà andare bene?! Sono incinta a sedici anni! Non c'è niente che va bene. A partire da me.
Ma detta da Leo riesco ad accettarla, anche forse crederci.

« Ricorda. Qualunque sia il risultato io ti resto accanto »
Annuisco, restando immobile fra le sue braccia, la testa posata sul torace che mi permette di sentire un accenno dei suoi battiti, mischiando il rumore con i miei, formando una specie di ninna nanna.
Quanto vorrei che questo momento non finisse mai. Rimanere per sempre fra le braccia del mio migliore amico, protetta e accettata così come sono: un disastro umano adolescente e incinta.

« Mel » sussurra avvisandomi che sono passati cinque minuti.
Annuisco mentre trovo la forza per staccarmi da Leo e guardare la verità dritta negli occhi. E non sono per niente pronta.
« Non ci riesco » sbiascico cercando di riprendere il controllo.
Sento la mano di Leo accarezzarmi la schiena e prendere il test, per poi guardarlo.
Capisco il risultato dalla sua reazione.

Mi abbraccia ancora di più, dandomi un altro bacio sulla fronte. Se alzassi  lo sguardo vedrei  i suoi occhi lucidi pieni di tristezza e rabbia. Un'espressione che non gli avevo mai visto.
« È positivo, vero?» sbiascico sentendo il groppo tornare in gola e tutto il mio futuro finire per terra come vetro in mille frantumi.

Out of love - Tutto per amore - In PausaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora