Capitolo I
Il sole picchiava forte e i muretti a secco correvano veloci fuori del finestrino. Il cielo era limpido, ma la campagna polverosa rendeva sfumati i contorni della strada che, in discesa, correvano tortuosi verso il paese. Sbucava all'improvviso anche uno spicchio di mare che da lontano scintillava tra le colline brulle.
Come ogni giorno tornavo da lavoro con un po' d'entusiasmo in meno. I ragazzi sono sempre più indisciplinati, pensai, o sono io ad essere sempre più impaziente. A casa, di corsa, spostai i pomodori che, per seccarsi, avrebbero dovuto rincorrere il sole; bastava distrarsi un po', dimenticandosi di loro, e diventavano umidi e molli: avevano bisogno di tutta la mia cura.
A volte, anche preparare da mangiare era dura; persino prendere un pacco di pasta, comprato da lei con un altro spirito, con un altro sorriso, mi faceva ripensare al passato e a come, nonostante tutto, non ero riuscito a farla felice. Continuavo a chiedermi dove avevo sbagliato: non mi rimaneva altro da fare che consumare in fretta ogni cosa e acquistare tutto nuovamente, quasi a voler ricominciare da lì.
Non appena, nel tardo pomeriggio, decisi di preparare la lezione per l'indomani, mi trovai a ripensare agli occhi dei miei alunni e più riflettevo e più mi convincevo che in quella ragazza c'era un'ombra che le offuscava lo sguardo.
Domani a scuola le parlerò, pensai.
Il giorno seguente,camminando tra i banchi, come faccio di solito, mi soffermai aguardarla più a lungo delle altre volte: speravo cominciasse lei aparlare con me.
Durante la ricreazionerimasi a chiacchierare con alcuni ragazzi nel cortile della scuola;mi facevano tenerezza, sembravano me vent'anni prima. Saltavano daCastro ad Hamas, senza alcun nesso; urlavano tutti insieme, ma non siascoltavano mai e, come al solito, concludevano il discorso parlandodi donne.
Le loro discussionipolitiche, o almeno quelle che pensavano di fare, erano sempre moltoaccese e turbolente, a tratti furiose; io li guardavo divertito espesso pensavo che, anche loro, alla fine, avrebbero sciolto tutto illoro ardore in soccorso di qualche cugino disoccupato, oppure perricambiare le cortesie ricevute.
Quando io ero studente iragazzi rappresentavano la parte "rivoluzionaria" della scuola –la rivoluzione tipica dell'adolescenza – e combattevano controgli insegnanti reazionari; adesso quei ragazzi sono diventatiinsegnanti e si trovano, ancora una volta, a combattere contro laparte reazionaria della scuola: gli studenti.
Mentre cercavo di calmaregli animi e di riportarli in classe, passò pensierosa Aurora; colsisubito l'occasione per andare da lei.
"Aspetta un attimo,Aurora".
"Mi dica, prof.",rispose con un tenerissimo sorriso.
"Negli ultimi tempi, misembri un po' distratta e meno attenta del solito; c'è qualcosache non va?".
La mia domanda, invadente erepentina, le fece perdere all'improvviso lo sguardo luminoso; mirispose irritata: "Non è vero!". Aveva ragione: non riuscendo atrovare un attacco migliore, avevo improvvisato.
Imbarazzato, cambiai subitodiscorso.
Tornai velocemente inclasse, ma per tutta la mattina non riuscii più ad incrociare i suoiocchi.
Mi mancava, al mattino, losguardo di una donna, ma era bello, risvegliandomi, sentire il suonodel mare; quella domenica, poi, era piuttosto rumoroso. Il sole eragià alto e i gabbiani gli giravano intorno; il cielo trasparentemandava una nuova bianca luminosità e il vento imponente facevalevare alti gli spruzzi salati fin oltre i muretti.
Decisi di fare unapasseggiata in bici: avevo preso l'impegno di rimettermi in forma.Mentre seguivo il mare con gli occhi e con il pensiero, al molo vidiAurora, davanti casa sua, da sola e mi avvicinai.
STAI LEGGENDO
Il prima e il dopo
Mystery / ThrillerIl libro narra le vicende di un insegnante che, suo malgrado, si trova ad indagare su alcuni misteriosi omicidi. Nel frattempo il protagonista è alle prese con una tormentata separazione e con un'anomala storia d'amore. La narrazione si svolge in u...