Capitolo 62 - FINE

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Solo nel scrivere il nome del capitolo mi è venuto un tuffo al cuore.

<<Chi lo avrebbe mai detto, guardandoti strisciare sul pavimento al buio che un giorno mi sarei innamorato di me>> non potevo più vedere Harag, ma immaginavo il suo viso a poco dal mio, il suo lieve sorriso, i suoi sottili osservarmi attentamente.

Già, il nostro primo incontro non era stato di certo il più romantico di tutti. Lui vestito da ninja, io sconvolta nel ritrovarmi rapita da sette svitati.

<<Non avrei potuto desiderare un destino migliore di questo, anche con tutti i problemi che son nati>> risposi tastando il suo corpo con le mie mani, sebbene non potessi vederlo, ricordavo a memoria ogni angolo del suo corpo, ogni suo tatuaggio, i suoi occhi grigi di nuovo.

<<Beh magari ci sarebbe potuta andar meglio>> lo sentii irrigidirsi nel pronunciare quelle parole, sapevo stesse trattenendo la sua rabbia.

<<Sfogati>> dissi sorridendo, con il tempo mi ero abituata al suo temperamento, e avevo imparato ad amare la vena sulla tempia che gli si gonfiava per la rabbia, le braccia conserte, il suo tentativo inutile di non perdere le staffe anche per la più piccola delle sciocchezze.

In quel momento, a poco dalla paura di perderci per sempre, c'era solo un modo per poter lasciare andare la rabbia e la tensione, per entrambi.

La sua mano si posò sul mio collo, iniziando a baciarmi con foga sulle labbra, per poi passare ad ogni altra parte del mio viso... mentre io morivo dalla voglia di poterlo vedere... ma ero già fortunata a poter essere di nuovo fra le sue braccia, nel suo calore.

<<Non avrò pietà di te>> sussurrò al mio orecchio, iniziando a togliermi la maglia, poi i pantaloni e così via.

Non era la prima volta che io ed Harag ci ritrovavamo in condizioni di intimità, ma era la prima volta che provavo così tanto piacere da voler piangere dalla gioia.

Ero viva, ero lì, e il non poter vedere ampliava tutte le altre sensazioni che fino ad allora mi parevano offuscate dalla vista. Mi prese fra le sue braccia, sollevandomi e facendomi sedere su di lui, portai le mie braccia attorno al suo collo, cercai con le dita le sue labbra e poi ci poggiai le mie sopra, dando l'inizio alla prima volta che vidi il cuore ed i sentimenti di Harag.

~ 7 anni dopo ~

<<Suuuu, alzati dal trono! Maledetto, non è tuo! Kasal fa qualcosa invece di startene a dormire sul divanetto!>>

<<Ah siete qui>> salutai Vassago ed il piccolo demonietto, Orias, che aveva preso lo spirito sarcastico del padre, ma la pigrizia della madre.

<<Uh Aleira, non ti avevo vista arrivare! Ma probabilmente neanche tu ci avevi visti arrivare...>> Vassago sempre pimpante ed esuberante, nonostante ormai oltre che a fare da indovino a Paradiso, Regno del Mezzo e Inferno; oltre che a fare da padre del bambino più enigmatico che io abbia mai conosciuto.

<<Vieni qui, Orias>> il piccolo si fermò a poco da me, così con le mani ricomposi il tracciato del suo volto, immaginando un perfetto mix tra Vassago e Kasal, non ebbi dubbi sul fatto che sia i suoi capelli, che i suoi occhi fossero neri come la notte.

<<Sì, sei proprio un buon partito per mia figlia>> dissi sorridendo, sentendo poi tossire dietro di me.

<<Ah ah ah, molto simpatica, quel bambino fa più paura del padre, figuriamoci se dovesse avvicinarsi ad Emma>> esclamò Harag, ovviamente, avevo immaginato perfettamente la sua reazione.

<<Sta tranquillo non ho per niente intenzione di avere a che fare con una che ha il nome di una morta>> la lingua pungente di Orias fece ridere soddisfatto il padre, ma non Harag che iniziò a dirgliene di santa ragione.

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<<Fate silenzio! C'è chi prova a dormire...>> Kasal si lamentò, tornando a russare subito dopo, certe cose non cambiavano mai!

Sentii un profumo di eucalipto palesarsi nella stanza, accompagnato dal suono di piccoli e dolci passi. Il mio cuore si riempì di gioia al solo pensiero di essere presso stretta fra le braccia di Emma, la mia piccola.

<<Papà! Le tue urla si sentono dall'altra parte del castello!>> ed ecco che la gioia si tramutò in disperazione, rieccoli che iniziavano.

<<Quante volte devo dirti di non rivolgerti in questo modo a tuo padre? EH? ORA VA NELLA TUA STANZA IN PUNIZIONE>> Harag rispose, presto sarei dovuta intervenire.

<<Vacci tu in punizione!>> Emma corse fra le mie braccia, sentii la sua guancia paffuta posarsi sulla mia, chissà se aveva lo stesso broncio di suo padre.

<<Ok, ok, ora basta! Siete pronti piuttosto? Siamo già in ritardo>> baciai la fronte di Emma, che nascose il suo viso nel mio collo.

<<Io sono pronto>> rispose Vassago, per fortuna che la sua faccia non mi mancava affatto!

<<Sìsì, è stata Aamon a vestirla, io perdo la pazienza>> sbuffò Harag baciando poi la mia fronte e quella di Emma, che decise poi di lasciare le mie braccia per andare fra quelle di Harag.. prima si ammazzavano e poi si amavano!

<<Aamon è tornata agli inferi?>> Chiesi poi ad Harag, che mi rispose di sì, teletrasportandosi subito dopo con Emma, così come sentii svanire dalla stanza Kasal e Orias.

<<Bene, Vassago, a te la parola>> mi avviai verso i troni, ormai avevo imparato tutto a memoria, dal rimbombo dei miei passi riuscivo a capire dove mi trovassi, e a quanto da me fossero gli oggetti.

<<Sette anni fa, hai sorpreso sia me che Il capo delle aureole>> disse Vassago, iniziando a parlare <<per un po' le mie visioni si erano destabilizzate, come ben sai, ma ormai riesco a vedere tutto chiaramente>> lo sentii sedersi a poco da me, sicuramente stava giocherellando con qualcosa perché potevo sentire il rumore di qualcosa di metallico.

<<Il mio cliente più accanito ultimamente ha occhi azzurri come il cielo, e capelli così biondi da splendere come il sole>> capii che si trattava di Michele, che da sette anni ormai era scomparso, così come Lilith.

<<Quindi tu sai dove si trova>>

<<Oh per favore! Io so tutto! Beh non proprio tutto, ad esempio, stavo pensando... com'è Harag a letto?>> esasperata cercai di colpirlo invano ovviamente.

<<Calma calma! Non è mia intenzione combattere con te in queste condizioni! Comunque, dicevo, e non mi distrarre mai più! Ha intenzione di presentarsi con Lilith, al ballo di stasera... "Come i vecchi tempi" dice, ma io ho capito le sue intenzioni, il suo cuore si è macchiato, non c'è via del ritorno>> Vassago sospirò pronunciando quelle parole.

Michele e Lilith erano i due che probabilmente in tutto quel mondo di incomprensioni, crudeltà e così via, mi affascinavano di più. Michele che aveva messo sempre Lui prima di tutti, era stato tradito nel modo più meschino, perdendo sua figlia. Lilith che aveva fatto di tutto per proteggerla dal male degli inferi ma anche dal male del paradiso. Forse Lilith era più simile a me di quanto pensassi, lo avevo capito ascoltando i racconti di mia madre sull'ex umana. Probabilmente Lilith aveva solo bisogno della conferma che, qualcuno in grado di amarla per quella che fosse e che la mettesse al primo posto, esistesse. Forse nell'assenza di quel sostegno, aveva scelto di affiancare Lucifero, e con il tempo diventare la demone perfetta... meschina, vendicativa... eppure Michele, Emma e Lucifero li teneva ancora cari nel suo cuore.

Il Mio Dolce PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora