Barbara non era riuscita a sfuggire alle numerose domande di Gigi che, una volta terminata la lezione, non aveva esitato ad assillarla per saperne di più sul "bel tipo" - così Gigi aveva definito Steven - con cui era entrata in classe. Barbara aveva sospirato ed alzato gli occhi al cielo, ma sapeva che non avrebbe potuto non dire niente a Gigi, perché quest'ultima l'avrebbe torturata pur di saperlo.
«Ci siamo scontrati.. cioè io non l'ho visto e gli sono finita addosso» le aveva detto, nmentre ritornavano a casa.
A differenza della mattina, alla fine dei corsi previsti per la giornata, Gigi e Barbara avevano deciso di tornare al loro appartamento a piedi, poiché non era lontano ed il tempo permetteva. Barbara voleva godere degli ultimi giorni d'estate e, sebbene l'università fosse iniziata e con essa le ansie ed i pomeriggi intensi passati in biblioteca o chiusa in stanza a studiare, Barbara aveva lasciato la testa a Dubai, dove era stata in vacanza con i genitori. Ricordava il caldo che le sfiorava la pelle, l'abbronzatura che persisteva, anche se in quantità minore, ed il mare, bello come Barbara non l'aveva mai visto. Aveva trascorso due settimane a Jumeira, una delle spiagge migliori di quello che considerava un paradiso terrestre.
Aveva visitato ogni singolo angolo del paese, aveva amato il folclore del posto e partecipato alle feste che si tenevano ogni sera per intrattenere i turisti. Barbara era stata ogni anno in un posto diverso, ma la cosa che accomunava ciascuno di questi era la presenza del mare. Barbara amava la tranquillità che provava guardando le onde infrangersi contro la scogliera o la sabbia bagnata sotto i piedi nudi, ed ora che si trovava sotto il sole, con un jeans aderente che le stringeva le gambe e la borsa piena di appunti sulle spalle, non avrebbe desiderato altro che tornare al mese di giugno, quando suo padre le mostrò la loro prossima meta.
Fino all'ultimo, il padre di Barbara era stato impegnato con una delle tante aziende che possedeva a Washington ed il viaggio che erano soliti fare ogni anno era in bilico, ma quando ritornò a casa e le disse di essersi liberato, solo per lei e sua moglie, per due settimane, Barbara non poté che essere più felice.
«Come accade nei film in pratica» disse Gigi sorridendo. Eppure era vero; Barbara e Steven si erano scontrati allo stesso modo di due ragazzini nei film adolescenziali che erano solite guardare insieme, e Gigi e Barbara non poterono fare a meno che scoppiare a ridere.
«Però è carino» Gigi scrollò le spalle e, di tanto in tanto, colpiva qualche sasso sull'asfalto. Barbara lo sapeva che era carino, e come se lo sapeva. Se l'era ritrovato a pochi centimetri e quegli occhioni le erano rimasti ancora impressi, ma si trattenne dal dirlo a Gigi, perché sapeva che avrebbe di sicuro creato uno di quei film mentali che era solita creare quando era follemente pazza di Zayn.
«Sì.. è un bel ragazzo» si limitò a dire Barbara. Continuarono a camminare, quando Barbara notò qualcuno che aveva già visto quella stessa mattina. Come avrebbe potuto non riconoscere il ragazzo vestito interamente di nero, con gli occhi verdi più belli che Barbara avesse mai visto?
Harry era fermo, appoggiato alla sua auto nera, e chiacchierava con qualcuno. Barbara, che non aveva fatto caso a nessuno dei tatuaggi di Harry quella mattina, perché troppo presa dal prevenire che ci fosse una lite tra Harry e Liam, cominciò a guardarli uno per uno, con la speranza che non si accorgesse del suo sguardo su di lui. Barbara, allora, iniziò a vagare sulle sue braccia, concentrandosi su ogni chiazza di inchiostro che colorava la sua pelle leggermente abbronzata. Riuscì a scorgere, nonostante la distanza che li separava, solo quelli più visibili. Guardò la rosa ed il veliero e notò come tutti fossero in bianco e nero, senza colore. Barbara adorava i tatuaggi, soprattutto se fatti bene ed in posti adatti e, come Harry, odiava quelli colorati, preferendo invece la prevalenza del bianco e del nero.
Quando Harry si voltò nella direzione di Barbara, quest'ultima non perse tempo a spostare l'attenzione su qualcos'altro, ma Harry se n'era accorto. Sebbene stesse parlando con Fred, uno dei suoi coinquilini, aveva notato l'arrivo di due figure slanciate, ed aveva riconosciuto Barbara, con la coda leggermente scompigliata rispetto a qualche ora prima. Nonostante Fred stesse parlando con lui, Harry era come se si fosse già congedato dalla conversazione, quando aveva percepito lo sguardo di Barbara. Aveva deciso di non voltarsi immediatamente, perché gli piaceva essere guardato in quel modo.
Fred si accorse della distrazione di Harry, che si era voltato portando Barbara ad arrossire immediatamente.
«Harry?» Lo richiamò. Fred era il più affabile tra tutti i coinquilini di Harry e, sebbene lo negasse, anche a lui sarebbe piaciuto iscriversi all'università e laurearsi per dar soddisfazione ai genitori. Fred ed Harry erano più uniti, per quanto Harry potesse essere unito a qualcuno, ma Fred gli piaceva, perché non era come gli altri.
«Si?»
«Chi stai guardando?»
Harry indicò Barbara e Gigi con un cenno della testa. Fred sorrise e si spostò più vicino ad Harry per parlargli senza che si potesse leggere il labiale.
«La bionda è la fidanzata di...»
Ma Harry lo interruppe. Harry non voleva sapere chi fosse la bionda, era piuttosto interessato all'altra; la mora dagli occhi verdi.
«E lei?» chiese. «Chi è lei?» Spostò lo sguardo su Barbara che, nel frattempo, velocizzava il passo e cercava di evitare le domande di Gigi che le chiedeva perché, tutto d'un tratto, avesse aumentato la velocità della loro passeggiata.
«Barbara, Barbara Palvin».
Harry annuì e sapeva che, da allora, non avrebbe facilmente dimenticato quel nome.
STAI LEGGENDO
DIVERTISSEMENT
FanfictionHarry Styles, ventitré anni, è uno dei ragazzi inglesi più belli ed incasinati di Washington. Persi i genitori, Harry non sa più cosa farsene della sua vita. Il suo rifugio? Il divertimento. Quello stesso divertimento definito da Blaise Pascal, filo...