Parte 1

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01

Questa è una storia che parla di gentilezza; una bella favola, se vogliamo, visto quanto ormai essa sia rara.

Ma scrivendola, sì, voglio convincermi che non sia così e che essa permei l'intero universo: rari sono diventati solo gli occhi in grado di vederla.

Non sono io, a dirlo, ma il signor Janette che con la sua strana filosofia è riuscito a rendere questo pensiero più reale di chiunque altro.

Lui era convinto che la vera felicità stesse nella depressione.

Ora storcerete il naso e lo capisco: anch'io la pensavo come voi prima che le circostanze della vita mi spingessero a meditare a fondo il suo pensiero.

Per capirlo, il primo passo da fare è quello religioso: lo sbattere contro una frase e reputarla vera senza prove o ragionamenti.

La vera felicità sta nella depressione.

Rileggete questa frase, chiudete gli occhi e ripetetevela: potete forse negare che una briciola di voi non l'abbia pensata vera, quasi commovente?

Ecco il pensiero di Janette che inizia ad entrare in voi.

02

Il secondo passo per apprezzare lo strano pensiero di Janette è la rimembranza.

Non siate ingenui, voi tutti sapete che la vita di ciascun essere umano è composta da due cose soltanto: i suoi ricordi e i suoi sogni. Ma mentre questi ultimi sono incontrollabili, sfuggendo di mano e inducendo a crudeli speranze che, quando non verificate, non fanno altro che spezzarci. Ogni giorno di più.

I ricordi invece sono diversi, malleabili: felice è l'uomo che esclude le sconfitte dalla propria mente o li trasforma in vittorie.

Ma per fare ciò, è necessario che si sia tristi: chi mai, senza un pizzico di tristezza, avrebbe il coraggio necessario per riscrivere così la propria vita, ammettendo di fatto la lunga sfilza di fallimenti che l'hanno caratterizzata?

Questo il pensiero di Janette.

03

Stavo mangiando un panino con le cipolle ed ero in compagnia di Janette: sono uno dei pochi privilegiati che è riuscito a vederlo di persona.

A me, il panino con le cipolle non piace, però faceva parte del mio addestramento: per diventare depresso dovevo privarmi di ogni cosa desiderassi ed avere solo quelle che mi facevano schifo.

Ecco spiegato il perché del panino.

Comunque, stavamo passeggiando al parco, quando Janette vide una giovane donna su una panchina intenta nel leggere Moby Dick. Si sedette accanto a lei e le disse che aveva tanto bisogno di essere triste; come comprensibile, lei lo guardò male e fece per alzarsi, ma poi ci ripensò: c'era qualcosa, nello sguardo di quell'uomo, che rendeva impossibile non dargli retta.

Chiese quindi il perché di quella strana affermazione e Janette rispose con un lapidario 'Le formiche muoiono calpestate'.

Lei a quel punto capì e scoppiò a piangere: aveva fatto i suoi primi passi verso la felicità.

Janette si alzò, le diede un bacio sulla fronte e riprese la sua passeggiata con me.

Le formiche muoiono calpestate.

Fate il primo passo verso la felicità.

Piangete.

04

In pizzeria, mentre a stomaco vuoto da due giorni, guardavo Janette mangiare con sguardo famelico, lui sembrò lasciarsi impietosiere e, staccata una crosta dalla sua margherita, me la mise davanti agli occhi.

Jean Janette e la filosofia della depressioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora