Capitolo 33

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Sono china sui compiti di matematica, tutta lamentosa poiché ne ho tantissimi e non mi sono spicciata a farli prima.

- Che palle, ho fame. - sbuffo, e, dandomi un momento di tregua, scendo al piano inferiore di casa in cerca di qualche merendina nella sacrosanta dispensa.

Appena prendo un pangoccioli, mia mamma mi guarda male.

- Dovresti davvero smetterla di ingozzarti di tutte quelle porcherie, prima o poi diventerai una balena! - anche se, in certe occasioni, avrei voglia di sbuffare, questa volta rido perchè sara la milionesima volta che mi dice queste cose.

- Poi! - detto questo scappo nuovamente nella mia camera e, appena chiudo la porta alle mie spalle, Marco mi chiama al telefono. Velocemente premo il pulsante verde e la sua voce mi arriva alle orecchie.

- Ehi Bea! - sembra così felice, mi riempie il cuore di gioia e nemmeno so il perchè.

- Ciao! - rispondo con altrettanto entusiasmo, forse troppo - volevi parlarmi, vero? - alludo al messaggio di ieri sera. Nel mentre inizia a parlare, addento la merendina.

- Sì, non hai idea di cosa voglia dirti - un cipiglio mi si forma in viso.
- Dovrei preoccuparmi? - posso giurare di averlo sentito ridacchiare.
- No, no, nulla di allarmante -

Fa una piccola pausa e poi riprende a parlare.

- Quest'anno voi fate la gita di quarto superiore a Barcellona, no? - mi torna in mente il discorso della stessa professoressa Russo all'inizio dell'anno in cui ci ha detto che affettivamente avremo fatto un' uscita nella splendida città spagnola.(ps 'sta gita è una cosa che ho completamente inventato lol)

- Sì, perché? - chiedo, giocherellando con la matita.

- L'anno scorso noi abbiamo fatto la stessa identica gita, e abbiamo visto i ragazzi che erano di quinto superiore nel nostro hotel, solo che loro stavano lavorando facendo dei piccoli stage per entrare nel mondo del lavoro - inizia - questi stage servono per agevolare i ragazzi interessati ad un lavoro al di fuori dell'Italia, o più in generale della propria nazione. - ascolto tutto molto attentamente, eppure non capisco dove voglia andare a parare.

- Capito, ma cosa vuoi dire? -

- Voglio dire che tra le scuole che hanno preso parte a questa iniziativa c'è anche la mia, Bea. -

Rimango con la bocca aperta per non so quanto tempo, infatti la voce di Marco mi riporta coi piedi per terra.
- Bea, ci sei?! -
- Sì, sì! - mi affretto a rispondere - questo vuol dire che molto probabilmente ti avrò fra i piedi anche a maggio in Spagna?! - esclamo con ironia e troppo entusiasmo. Non capirò mai come Marco si trovi ovunque io vada, se sia il destino o meno. Fatto sta che spero sarà una bella vacanza, anche perchè mancano ancora quattro mesi.

- Allora mi consideri una palla fra i piedi?Oddio Facchinetti, sappi che mi reputo offeso! - ridacchio, anche perchè è palese il suo tono divertito.
- Comunque vestiti, perché questa rottura di coglioni sta venendo a prenderti per fare un giro! -

***

Marco non mi ha dato il tempo di rendermi decente, dato che nemmeno dieci minuti dopo la telefonata me lo sono ritrovato a casa.

- Dove hai intenzione di portarmi? - noto che non ha intenzione di usare la sua macchina, infatti iniziamo ad avviarci a piedi appena usciamo di casa.

- A dire il vero non lo so, avevo intenzione di andare in qualche bar perché si muore di freddo e voglio una cioccolata calda, poi devo semplicemente andare in palestra. -

Devo andare in palestra.

L'immagine di Marco sudato e senza maglia devo dire che è una visione veramente allettante, quindi perchè non approfittarne come farebbe ogni ragazza sulla faccia della terra?

Il figlio della professoressa #Wattys2017 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora