Una strana richiesta

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Crack

<<Harry, ho tutto. Ora posso sapere cosa ci devi fare?>> Hermione aveva appena raggiunto il ragazzo e gli diede un sacchetto, porgendoglielo in mano.

Harry fece un sospiro. Era come se la materializzazione di Hermione, con in mano quel sacchetto, gli avesse tolto di dosso un macigno.
<<Perfetto Hermione. Incantesimo estensione irriconoscibile?>>

<<Oh, ma certo! Anche se, non so proprio a cosa ti serva una scopa così vecchia e malandata>>

<<Beh, se tutto va secondo i piani, lo scoprirai. Comunque, hai trovato tutto? Anche quei numeri?>>

<<Si si, trovati. E sono ancora più sospetti della scopa>> Hermione era sempre più perplessa, mentre Harry, che fino a poco prima che la ragazza arrivasse, era seduto, schiena al muro, all'esterno del "Testa di porco", con il capo chino fra le ginocchia. Continuava a giocherellare nervosamente con le mani, ripetendo fra sé e sé una specie di discorso. Ora invece, era stranamente felice, come se avesse buttato giù, un'intera dose di Felix Felicis.

Harry, con il sacchetto nella mano destra, si rivolse all'amica: <<Ok Hermione, un ultimo favore... puoi chiedere a Ginny di raggiungermi a casa?>>

<<Ma...>>

<<Si, davvero, grazie mille... ora vado. Dimmi buona fortuna!>>

<<Non so per cosa, ma ormai>> disse facendo spallucce, <<buona fortuna!>> continuò, accigliata in viso, e con tono palesemente acido, mentre un soffio, ed un crack, la lasciarono inebetita e sola.

Come chiesto, Hermione andò da Ginny, e dopo essersi intrattenuta in un saluto affettuoso, fra le braccia di  Molly ed Arthur, la avvisò di raggiungere il ragazzo a casa loro. Ginny provò a chiedere cosa dovesse aspettarsi, ma Hermione, che realmente ne sapeva quanto lei, non seppe darle una risposta soddisfacente.

Nello stesso momento Harry si trovava a casa, misurando a grandi passi l'ingresso, in attesa dell'arrivo di Ginny: il viso teso, il labbro inferiore afferrato fra i denti, e le mani in tasca al jeans. Ripeteva fra sé e sé un discorso, provato forse centinaia di volte, eppure ad ogni tentativo gli risultava banale, azzardato o come l'ultimo, troppo ridicolo per essere preso realmente in considerazione. Forse doveva desistere, magari avrebbe potuto trovare una scusa, lasciandosi il piano, architettato a dovere, alle spalle; ma proprio mentre pensava a questo, Ginny comparve davanti a lui, lasciandolo di stucco e frastornato. Per quanto sapesse che sarebbe stata lì da un momento all'altro, quando la vide, la bocca si asciugò ed in petto sentì uno strano fremito. Ora doveva prendere una decisione, fare ciò per cui si era preparato, o lasciare stare.

<<Ok Harry, mi stai preoccupando, ora parla. Mi spieghi che sta succedendo?>>

Un fuoco dentro lo pervase, e d'un tratto, tutto sembrò essere più chiaro, stava per fare ciò che era giusto, ciò che andava fatto, sia per sé stesso, che per lei.

Senza dire una parola, stringendole le mani fra le sue, che finalmente non erano più tremanti, la portò nel suo studio. Lei, tanto incuriosita, quanto preoccupata, si fece trascinare, senza opposizione.

Quando entrarono, Ginny notò subito che la stanza era diversa, diversa dal solito, diversa da come l'aveva riordinata poche ore prima.

Gli occhi della ragazza furono catturati dalle centinaia di candele sparse a mezz'aria sotto il soffitto. La scrivania era scomparsa, ed al suo posto, un enorme buco nel pavimento, pieno d'acqua, su cui galleggiavano petali di rose bianche e rosse. Una soltanto, al centro fra tutte le altre, era blu.

Harry Potter e il dono mai Cercato {Concluso}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora