Appena salì in macchina inviai il messaggio.
" Sto andando al fiume. Al nostro posto."
Non aspettai risposta e partì.
Arrivai nel "nostro posto" nel giro di 10 minuti. Il "nostro posto" non era altro che una piccola radura nascosta dove al centro era presente un piccolo laghetto, lascito del passaggio della piena del fiume. Ogni estate andavamo li finché non si prosciugava e quello, quel posto dove non andava mai nessuno, era stato il luogo di tante cazzate ed era anche l'unico posto in cui avevo voglia di andare quando mi prendevano certe crisi.
Erano passati mesi dall'ultima volta che c'ero stata ma, nel momento in cui imboccai lo stradello che mi ci avrebbe portato inspirai l'aria di casa e tutti i bei ricordi tornarono a galla.
Mi sentivo già meglio; un po' di quel peso che sentivo sulle spalle se ne era già andato. Entrai nella piccola radura a passo spedito e andai diritta verso il "mio" scoglio e appoggiando distrattamente la borsa di lato mi sedetti con le gambe a penzoloni sul piccolo stagno.
Erano successe così tante cose in quel posto, e tutte mi sembravano lontane anni luce, mi venne persino il dubbio che fossero successe veramente e che in realtà quei ricordi erano solo frutto della mia grande immaginazione.
Appoggiai i gomiti sulle ginocchia e guardai in basso, gli occhi persi nel verde dello stagno.
Mi lasciai cullare per un attimo dai pensieri, una lacrima mi solcò il viso ma io non me ne accorsi fino a quando non cadde sulla superficie piatta dell'acqua formando piccoli cerchi concentrici.
Non mi stupì. Erano ormai più di tre mesi che avevo quelle crisi. A volte cominciavo a piangere senza nemmeno accorgermene.
Non mi sentivo più me stessa, era tutto diverso e io non ero mai stata del tutto capace di affrontare i grandi cambiamenti della vita.
Un rumore di passi e foglie smosse mi distolse dai miei pensieri ma non mi voltai, sapevo chi stava arrivando così gli feci spazio sulla roccia.
Il ragazzo si sedette accanto e mi posò una mano sulla schiena.
Mi appoggiai al suo petto e mi feci abbracciare, non ero mai stata una persona particolarmente affettuosa ma in quel momento avevo bisogno di contatto, di sentire che c'era un altro cuore che batteva, oltre al mio.
Non disse nulla, e io non mi aspettavo che parlasse, sapevo che era lui ad aspettare che io dicessi qualcosa. Ma non ero ancora pronta.
Passarono i minuti in quella posizione e io cominciavo a calmarmi, i respiri erano più regolari e il cuore batteva più lentamente.
"Mi manca così tanto" dissi infine alzando lo sguardo verso il cielo sereno.
Lui mi strinse forte a se e così mi voltai a guardarlo negli occhi.
"Lo so, lo so... Non puoi fare niente per cambiare quello che è stato, puoi solo imparare a conviverci." Stava sussurrando, come se avesse paura di spezzarmi con le parole che stava usando, sospirò, indicò i pesci che nuotavano nello stagno e continuò "Vedi quei pesci li? Molto probabilmente quei pesci sono stati portati qui dalla piena del fiume, dalla corrente. Non hanno deciso loro di finire in questa piccola pozza. Ma ci sono finiti. Guardali però, guarda quanti sono, è probabile che alla fine qui si trovino meglio che nel fiume, non sono predati, almeno. E staranno qui finché non ci sarà un'altra piena o finché l'acqua non si sarà prosciugata. Vedi, questo è un esempio stupido, ma i pesci di sono adattati e hanno imparato a convivere con una nuova condizione.
La vita a volte ci porta su sentieri che non avremmo mai scelto da soli, e non ci da la possibilità di tornare indietro. E so che adesso tu vedi tutto buio ed è anche giusto che tu veda buio, ma prima o poi, quando meno te lo aspetti, si accenderà una luce e comincerai a vedere un nuovo scopo, un nuovo motivo."
Lui parlava e io lo guardavo, un po' incantata, un po' insicura. Si voltò verso di me, catturò con il polpastrello una mia lacrima e mi fece un sorriso rassicurante, uno di quelli che coinvolge gli occhi e scalda il cuore di chi lo guarda.
"Con tutto questo discorso, ti voglio solo dire che prima o poi, andrà tutto bene. Sarai di nuovo piena e felice. Questa è una promessa e sai, io faccio solo promesse che so di poter mantenere."
Gli sorrisi di rimando e feci un profondo respiro.
"Grazie. Grazie di non avermi lasciato sola."
"Non lo sarai mai" mi rispose lui.
"Ti va di restare un altro po'?" Chiesi un po' titubante.
"Tutto il tempo che ti serve".
YOU ARE READING
Storie di vita, d'amore e di altre sciocchezze.
Short StoryOgni giorno è una storia, ogni minuto è una pagina di un libro che vale la pena leggere, ogni pensiero è una parola scritta a bella calligrafia nella mente. Ogni vita merita di essere raccontata.