Rintracciato

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39. Rintracciato 

Akihito stava facendo su e giù da un bel pezzo, davanti alla scrivania del segretario di Asami.

-Akihito, non vuoi provare a usare diversamente il tuo tempo?- domandò il segretario.

-No. Asami non mi lascia uscire, quindi sono bloccato qui.- rispose il ragazzo, senza fermarsi.

-Capisco... Puoi almeno smettere di consumarmi la moquette?-

-Scusa... Sono nervoso.- Akihito non si fermò.

A un tratto, la porta dell'ufficio di Asami si spalancò e uscì l'uomo.

-Cosa succede?- domandò subito Akihito.

Asami alzò una fotografia:
-Sappiamo dov'è il suo nascondiglio.- disse.

Takaba prese la foto, dopodiché si precipitò a seguire Asami, il quale però, poco prima della macchina parcheggiata fuori dal locale, lo bloccò:
-Resta qui.- disse.

-Cosa? Non ci penso nemmeno. Asami, si tratta di mio fratello: non puoi escludermi.- rispose Akihito.

Asami lo guardò per qualche istante, dopodiché salì in macchina, dietro:
-Sali.- disse.

Akihito saltò nell'auto e chiuse la porta.

L'autista mandò a tutta velocità la BMW nera, lungo le strade di Tokyo.

-Farai esattamente ciò che dico io, è chiaro?- disse Asami.

-Chiaro.- mentì Akihito, poi guardò la foto: era stata ingrandita e c'era un oggetto messo in evidenza, ossia una custodia nascosta sotto a dei pacchi di droga.

-Cos'è?- domandò.

-E' un vecchio videogioco della Society General Games, una società che si occupava della ideazione e produzione di videogiochi violenti. Ha creato subito guai ad alcuni dei miei clienti, così l'ho fatta tenere sotto controllo, per questo l'ho subito riconosciuta. Per fortuna se ne vede bene il marchio di fabbrica.- spiegò Asami.

Akihito annuì appena, poi però si fece confuso:
-Non è che sia poi una così gran scoperta: potrebbe essere capitato sotto la droga per caso, oppure lavoravano anche con videogiochi.-

-E' tutto ciò che sono riuscito a trovare, ma, giusto pochi minuti fa, il segnale del cellulare di Okura è riapparso e si trova proprio nella Society General Games, a Tokyo.- disse Asami.

-C... cosa? Perchè il segnale è tornato? Non ti sembra strano? Pensi che...?-

-O hanno abbassato la schermata, oppure Miki, in qualche modo, è riuscito ad allontanarsi dal suo campo d'azione.- rispose Asami, interrompendolo prima che si facesse venire altre paranoie.

-Okay... Ora che si fa?- domandò Akihito.

Asami si infilò la mano sotto la giacca e ne estrasse una pistola bella lucida.

-Ohw...- commentò Takaba.

-Meglio non correre rischi. Tu resterai in macchina.- disse Asami, mentre caricava abilmente l'arma.

-Cosa? Ma...-

-Non discutere. Andrà tutto bene: ti riporterò tuo fratello.- lo interruppe calmo Asami, poi fece scattare il caricatore dentro la pistola.

Takaba sussultò: stava mettendo la vita di Okura in mano ad Asami...

-Dì agli altri di circondare l'edificio: li intrappoleremo all'interno, fino a schiacciarli. Assicurati che ogni macchina riceva l'ordine.- disse Asami all'autista.

-Sì, Asami-sama.- rispose l'uomo al volante, prendendo poi il cellulare.

-Asami, io...- mormorò Akihito.

Asami spostò lo sguardo su di lui:

-Tu?-

-Io mi fido di te.- disse Akihito, guardando l'uomo negli occhi. Si sentiva spaventato da quell'ammissione, ma, al tempo stesso, provava piacere nell'averla ammessa.

Asami rispose allo sguardo, poi si sporse verso di lui, prendendogli il mento con le dita, delicatamente:

-Allora fai il bravo ragazzo e rimani in macchina.- rispose, quasi in un sensuale sussurro.

Akihito spostò di lato lo sguardo, poi però annuì:
-D'accordo.-

-Posso fidarmi di te?-

Akihito alzò lo sguardo sull'uomo: Takaba poteva fidarsi di se stesso e rispondere di sì, che sempre Asami avrebbe potuto dargli fiducia, per qualsiasi cosa?

-Sì, puoi fidarti di me.- rispose infine.

Asami si chinò lievemente sulle sue labbra, delicato come sempre in quei baci fuori dal sesso.

La macchina si fermò e l'autista, senza mostrare troppo la sua sorpresa nel vederli uno con la lingua nella bocca dell'altro (seppur fosse in realtà un bacio affettuoso), si voltò verso il capo:

-Asami-sama, siamo arrivati e sono già tutti in posizione.- avvisò.

Asami si allontanò da Akihito, poi uscì dall'auto e fece il giro di essa.

Takaba si sentì come se qualcuno gli avesse strappato una parte importante del corpo.

-Asami.- disse quindi, abbassando il finestrino.

Asami, che stava dirigendosi verso l'entrata della General Games, si voltò verso di lui:
-Sì?-

-Fa'... fa' attenzione.- disse Akihito.

Asami, sorridendo seducentemente, appoggiò l'avambraccio sopra il finestrino e si chinò ancora su di lui:

-Come sempre.- rispose, rubandogli un altro bacio a fior di labbra. Poi si allontanò e prese ancora in mano la pistola:
-Rimani in macchina.- ripetè, dirigendosi verso l'edificio, ma, poco prima di entrarci, ci furono dei colpi di pistola che scaldarono la situazione.

Una persona dannatamente carismaticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora