Nove

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"allora di cosa state parlando?"

Mike sbuca da dietro le mie spalle e mi fa prendere un colpo. E se avesse sentito la nostra conversazione? E se pensa che mi piace e la nostra amicizia si rovina? Oddio sono nel panico più totale.

"stavamo ricordando i bei tempi" disse Oliviero facendomi l'occhiolino

Io feci un sospiro di sollevo quando Mike si sedette accanto a me con lo sguardo curioso, non aveva sentito niente, o almeno così sembra.

"che ne dite di andare a prendere un gelato dopo la scuola?" Chiese Oliviero

"io ci sono" disse Mike

"io sono in punizione purtroppo, ma alla prossima ci sono"

Il mio tono risuonava più triste di quanto volessi ma non potevo farci niente. Mi sarebbe piaciuto tantissimo uscire con loro due ma per quella stupida punizione devo rimanere a casa fino alla settimana prossima. Non me ne va una bene!

"tranquilla, quando sei libera ci organizziamo e ci vediamo tutti e tre." Cercò di consolarmi Mike

Li ringraziai mentalmente per la pazienza e poi ricominciammo a parlare. Il tempo iniziò a passare più velocemente e quando sentimmo la campanella mi dispiacque dover risalire in classe. La professoressa di educazione fisica non si era fatta vedere per tutta la "lezione", quindi vuol dire che ci è voluto più di quanto pensasse in infermeria.

Quando arrivammo in classe il professore di Inglese era già in aula e ci scrutava attentamente, quasi volesse leggerci nella mente. Una volta che ci fummo seduti tutti il suo sguardo si fece più intenso, lo sentivo quasi bruciare sulla mia pelle. Mi trasmise una sensazione terribile, un misto sta ansia e paura, mi sentivo stranamente male.

"ho saputo casa è successo a Borrelli, qualcuno sa darmi altre spiegazioni?" Chiese continuando a guardarci attentamente uno a uno

Nessuno proferì parola e l'aria iniziò a farsi più pesante, quasi insopportabile. Sapevo che il prof non credeva alla versione di Luca, non è uno scemo. È l'unico insegnante che non si lascia mai fregare. Lui riesce a sentire la puzza di una bugia da chilometri di distanza, è terribile, ed è l'unico insegnante che mi fa paura.

"visto che nessuno ha niente da dirmi iniziamo la lezione" disse e incominciò a scrivere sulla lavagna

Feci un sospiro di sollievo, per il momento avevamo scampato i guai. Non sapevo cosa provasse Mike in quel momento ma io mi sentivo libera di respirare. Prima per qualche secondo mi era mancata l'aria. Non sono brava a mentire e mi avrebbero scoperta immediatamente se mi avessero chiesto dell'argomento.

Quella fu una delle lezioni più noiose di sempre. Non mi interessava come formare il futuro in inglese, io sono già madre lingua.

Inizialmente seguii la lezione ma poi mi soffermai a guardare Mike. Stava picchiettando le dita sul banco mentre mordeva il tappo della penna. La sua mascella era particolarmente tesa e i sui occhi fissi sulla lavagna. La sua mano era leggermente rossastra, sicuramente per la forza con cui aveva sferrato quel pugno.

Non so perché ma nella testa mi invase l'immagine di me che gli curavo la mano. Prima gli spalmavo la crema per le arrossature e poi gliela fasciavo con una benda. In fine la avvicinavo lentamente alle mie labbra per poi riempirla di piccoli e dolci baci.

"Shady ci sei?" Mike mi aveva risvegliata dai miei pensieri

"si. Cosa ti serve?" Farfugliai

"per oggi la scuola è finita, dobbiamo andare" mi sorrise

Io annuii semplicemente. Non posso credere di aver fantasticato su Mike per tutta l'ora... Il tempo è passato così velocemente mentre io annegavo nei miei pensieri. Una cosa del genere non deve più accadere, mi schifo solo al pensiero.

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"adesso vediamo Riccardo, ti ricordi cosa devi fare?"

Io annuii ancora, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi. Stavo affogando nella vergogna più totale.

Quando fummo nel cortile della scuola, da soli, calò il silenzio. Io non avevo voglia di parlargli e lui era agitato. Senza il suono delle nostre parole mi concentrai su di lui e potei notare per la prima volta una piccola macchia sul suo basso collo, non riuscivo a capire se fosse un neo o una voglia. Era minuscola ma comunque molto carina... Per quando un neo/voglia possa essere.

Quel silenzio stava per diventare imbarazzante quando finalmente intravedemmo da lontano Riccardo, stava correndo verso di noi. Ci raggiunse in pochi secondi e quando si fermò aveva un fiatone molto pesante, forse aveva corso parecchio.

"ehi Riki come?" Chiese Mike dandogli una pacca sulla spalla

"bene grazie" disse riprendendo a respirare normalmente

"ti ricordi di Shady?" Gli chiese Mike guardandomi

"come potrei dimenticare tanta bellezza?" Fece l'occhiolino

Normalmente una frase del genere non mi avrebbe mai colpita ma questa volta finsi che ci fosse riuscito. Gli sorrisi e abbassai timidamente lo sguardo, se volevo che si confidasse con me dovevo fargli credere di avere qualche chances. Mi sentivo un po' stronza, ma per Mike è importante.

Ci incamminammo e iniziammo a parlare del più e del meno, come dei semplici amici. Io vedevo lo stesso una strana tensione tra i due. Mi sembrava una cosa forzata, come se si rivolgessero la parola perché proprio devono... Mi chiedo se non sia un bene che Riccardo voglia lasciare la band. In fondo ho capito che a Mike non piace affatto.

Ad un certo punto squilla il telefono di Mike e si allontana per rispondere. Mentre andava più avanti per non farsi sentire mi fece l'occhiolino e io capii che era il momento giusto per parlare con Riccardo.

"allora... Ho sentito dire che vuoi lasciare i cinemaboy"

La buttai là, senza pensare e come se fosse una riflessione a voce alta, con la più totale spontaneità. Lui ci mise qualche secondo per rispondere

"eh già"

Non era esattamente quello che mi aspettavo, dovevo insistere

"vi ho sentiti suonare, siete forti, perché mai dovresti lasciare la band?" Chiesi

La mia domanda sembrava averlo irritato leggermente, come se avessi girato il coltello nella piaga. Lui non mi rispose

"allora?" Insistetti

"non credo siano affari tuoi" disse arrabbiato

In fondo aveva ragione, non erano affari miei. Io non lo contraddissi e me ne stetti zitta zitta osservando il paesaggio che mi circondava. Eravamo su un marciapiede nuovo in un quartiere molto curato del centro di Milano. Le case erano più o meno tutte uguali e ben curate. In effetti nel centro di Milano non incontri mai case trascurate o macchine vecchie, i cittadini e i politici ci tengono a far splendere la loro città.

Tutti quanti vedono Milano come la città perfetta, dove tutti vogliono vivere e dove si sta sempre magicamente bene (economicamente parlando). Io invece voglio andarmene, lasciare tutto e ricominciare da zero, solo io e la musica. Mi piacerebbe poter vivere della mia musica, fare del mio hobby un vero e proprio lavoro... Credo che questo sogno sia irrealizzabile però...

Venni riportata alla realtà dalla voce di Riccardo che mi stava dicendo qualcosa

"Non voglio parlarti di queste cose perché non ti conosco bene. Ma se vuoi possiamo uscire insieme, giusto per non essere del tutto estranei" propose

Stay Home |Mikady| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora