Presente
Nella Dimensione Deiouona l'aria putrefatta uscì dalla bocca dei vulcani dalle rocce color rosso sangue. Le caverne, dove i Demoni Minori abitavano, erano illuminate dalle pietre gialle che racchiudevano l'Essenza dei demoni deceduti.
Era passato un anno e mezzo da quando Rubellius aveva terminato il suo Patto con Erastos. La vita del demone rosso continuava nella sua tremenda quotidianità, tra clausole da sistemare, Essenze da gestire e umani che volevano potere e ricchezza. Rubellius non toccava la terra di Astrea e per questo si recava nel pianeta Terra. Il demone rosso si era ripromesso di non stipulare nel pianeta Astrea nessun Patto, rifiutando le invocazioni in quel luogo.
All'entrata della caverna di Rubellius si potevano notare tre pietre gialle, le quali rappresentavano l'amico perduto, la sua antica amata e suo figlio. Ogni tanto Rubellius le accarezzava per rasserenare i suoi pensieri. All'interno della sua grottesca dimora c'era tutto ciò che al demone poteva servire. Una scrivania di legno vicino alla parete umida della caverna, colma di libri, pergamene, boccette d'inchiostro e piume. Dalla parte opposta c'era un piccolo letto fatto con sassi, coperte strappate e un cuscino riempito di paglia. Vicino all'entrata della caverna c'era un baule colmo di qualsiasi oggetto che poteva servigli nelle sue spedizioni. Le tre pietre illuminarono con una luce giallastra l'interno della sua dimora. Una pila di libri era vicino al baule, mentre un calderone di ferro era posto su una pietra grigia. Le ampolle che contenevano ogni sorta di liquido magico erano appoggiate su una mensola di pietra.
Il demone rosso era seduto su un masso di fronte alla scrivania di legno, la pergamena blu era srotolata. Rubellius appoggiò il capo su un braccio piegato mentre giocherellava con la piuma che utilizzava per scrivere. La schiena inarcata era coperta dal mantello squamato. I suoi occhi viola osservarono i nomi dei malcapitati scritti su quella pergamena blu. La sua mano stropicciò un angolo del foglio, i capelli rossi e lunghi sfiorarono le sue ginocchia mentre il viso mostrava il suo dolore. Il demone socchiuse gli occhi e sospirò, cercando sulla scrivania il portafortuna di Clizia. La spilla in ferro battuto era rotonda, sulla superfice c'era un piccolo giglio verde e una minuscola pietra rossa. Rubellius prese con gli artigli neri l'oggetto e l'osservò. Le sue spalle iniziarono a tremare per il dolore. Il Demone Minore aveva tentato di dimenticarla, passando da un Patto all'altro ma era tutto inutile. Il pensiero di Clizia gli rimbombava nella testa ogni notte e molto spesso la sognava. Il demone chiuse gli occhi e si coprì il capo con il braccio piegato. Lasciò la piuma e graffiò la scrivania, la carta della pergamena iniziò a brillare e dei piccoli globi di luce uscirono da quel foglio. Delle nuove richieste erano pronte per lui, degli umani lo stavano invocando. Il demone alzò lo sguardo e mosse la mano, spegnendo quei globi di luce. Rubellius si mise dritto con la schiena e urlò con ira, spostando e facendo cadere i libri. Il demone rosso si toccò la fronte, digrignò i denti e imprecò. Il suo portafortuna cadde a terra facendo un tintinnio, Rubellius respirò con affanno e guardò il soffitto roccioso.
Rubellius – Clizia... - sussurrò.
Dei passi echeggiarono all'interno della sua caverna e una risata distrasse il demone rosso. Un Demone Minore basso con la schiena inarcata si avvicinò, trascinando le gambe sottili e coperte dalle scaglie viola. La pelle opaca era ricoperta da una patina lucida, le corna sottili erano lunghe e verdi.
Ostus – Sapevo che ti avrei trovato, Rubellius.
Il demone era basso e calvo, in mano aveva un pendente con una fialetta che conteneva uno strano liquido nero. Rubellius si spostò dal suo posto, prese la spilla della giovane e si avvicinò al demone.
Rubellius – Ostus è un piacere vederti. Hai portato ciò che ti ho chiesto?
Ostus – Certamente. Ma ti avverto, quando berrai questa sostanza non potrai più tornare indietro.
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Daemon Patronum [Completa]
FantasyRubellius non aveva idea delle conseguenze che avrebbe comportato il suo Patto, pensava che fosse uno dei soliti disgraziati che lo supplicava per mantenere adeguatamente le sue coltivazioni nel mondo di Astrea. Ma si sbagliava di grosso, quando un...