Capitolo 11

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Aveva vinto.
Era quasi morto, ma aveva combattuto fino a quando la carica del reattore era al suo limite. Obediah  era morto, ma avrebbe preferito che scontasse i suoi crimini in vita e non in un inesistente aldilà. Si sentiva come se avesse tolto qualcosa a tutte quelle persone che erano morte a causa delle armi che Obediah aveva venduto sottobanco ai terroristi.
Obediah doveva andare in prigione. Morire era troppo facile e veloce. Certo, la sua non era stata una bella morte ( finire in un reattore arco gigante ed esplodere insieme? Inquietante e doloroso ) ma non era ancora la punizione che meritava.
Non aveva il tempo di pensare a queste cose: aveva una conferenza stampa da affrontare e una storia ad hoc da raccontare per tener buoni giornalisti e pubblico. 
La sua specialità insomma
"Iron Man, eh? -  osservò Tony, leggendo  il giornale prima della conferenza stampa, mentre Pepper copriva  i graffi sul suo volto con il make up  - "Non tecnicamente accurato, il vestito è una lega di titanio d'oro, ma è un po 'evocativo. Cosa pensi, Sarah?"
" Gahaha."
" Sì hai ragione, Iron Man suona bene. Un nome da eroe. "
"Ecco il tuo alibi", lo ha informato l'agente che lo aveva tampinato alla festa, Coulson gli pareva.
Stando alla storia, era stato in qualche festa su uno  yacht. Non c'era niente di Stane, e l'agente lo informò  che era stato trattato. La storia della guardia del corpo era assurda, ma l'agente non era della stessa opinione.
Dopotutto, non era la prima volta che copriva una storia assurda creandone un'altra più credibile per le poveri menti comuni.
E in un primo momento gli andava bene. Non gli andava di avere troppe attenzioni, non con Sarah così piccola e vulnerabile,  specie ora che aveva manifestato i suoi poteri.
Voleva un po' di privacy  ( incredibile ma vero, Tony Stark che voleva essere lasciato in pace dai giornalisti) e mantenere l'esistenza di sua figlia un segreto per il grande pubblico. Perciò lasciò  la bambina con Pepper e l'agente e andò ad affrontare il suo più grande nemico: la stampa.
Stava andando tutto bene, fino a quando una giornalista bionda stranamente familiare ( se l'era portata a letto, giusto?)  lo interruppe dicendo:" Si  aspetta che crediamo che si trattasse veramente di una guardia del corpo? Sanno tutti che lei disprezza avere una guardia del corpo. E questa è  apparsa molto comodamente, non trova?"
" Sta insinuando che sia un supereroe?"
" Certo che no. "
" Bene, perché la verità è..." si interruppe, e per un secondo pensò  a Sarah.
Non gli interessava se quella giornalista non lo reputasse abbastanza eroico per essere Iron Man, ma c'erano persone là fuori che avevano delle buone ragioni per avercela con lui.
Non  solo Obediah era una minaccia per lui e sua figlia,  ma anche  i suoi clienti lo erano.
Non si fermeranno solo perché Obediah era morto, cercheranno sempre di colpirlo li dove fa più male e avere ciò che vogliono.  Alcuni vorranno le armi, altri il reattore Arc.
Non gli faciliterà il lavoro.
Doveva mandare un messaggio, far capire al mondo che era meglio non averlo come nemico.  E che se qualcuno osava far del male a Sarah, nessun posto sarebbe stato sicuro per lui.
" Io sono Iron Man..."

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