Capitolo 43

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JOSEPHINE

<<Che succede?>> Dico guardandolo mentre ripete un paio di volte il nome di sua figlia.

Si può benissimo notare la paura allo stato puro nei suoi occhi. È dannatamente preoccupato e sembra non avere minimamente idea di ciò che stia accadendo.

<<È caduta la linea.>> Dice senza incrociare il mio sguardo, sedendosi sul bordo della vasca, accanto a me.

<<Era Chloe?>> Chiedo in una domanda retorica.

<<Sì, piangeva e ha accennato qualcosa riguardante Allison ma prima che dicesse cosa le è capitato è caduta la linea, cazzo.>> Dice scorrendo col dito sullo schermo, per cercare il numero di Allison in rubrica.

Prendo la sua mano libera - posata sul suo ginocchio- e la stringo, cercando di trasmettergli tranquillità.

<<Andiamo piccola..rispondi.>> Sussurra più a sé stesso che a qualcun altro, mentre si porta il telefono all'orecchio.

JUSTIN

<<Papi.>> La sento piangere di nuovo.

<<Piccola, che sta succedendo? Perché piangi? Cos'è successo alla mamma?>> Chiedo mentre Josephine mi accarezza dolcemente le nocche della mano.

<<Mi sono svegliata e la mamma non c'era.>> Dice tirando su col naso.

Subito mi rilasso; almeno Chloe sta bene.

<<E non sai dov'è?>> Le chiedo sotto lo sguardo attento di Josephine.

<<No, vieni qua? Io ho paura.>> Dice facendomi provare una stretta allo stomaco.

Senza alcuna esitazione nella mia voce dico: <<certo che vengo amore, però mi ci vorrà un po', sono...fuori città a cena.>>

<<E quanto? Io ho paura, papà.>>

<<Non piangere, farò il più veloce possibile. Tu però non devi aprire per nessun motivo al mondo la porta di casa, okay? E controlla se le porte e le finestre sono chiuse. Poi ti metti in salotto e aspetti me.>>

<<Okay.>> Dice in un flebile sussurro.

<<Quando arrivo ti chiamo piccola, così sai che sono io, okay?>>

<<Sì.>>

<<Adesso attacco, così posso correre da te.>> Dico mentre la immagino asciugarsi le lacrime col dorso della mano.

JOSEPHINE

<<Dobbiamo andare?>> Chiedo guardandolo mentre termina la chiamata con Chloe.

<<Sì. Amore..giuro che mi dispiace da morire. Avevo organizzato questa serata da più di una settimana e mi dispiace ora dover tornare a casa di colpo... Mi farò perdonare, lo giuro.>>

<<Justin, non essere stupido.>> Lo guardo accarezzandogli lentamente la guancia.

Mi guarda confuso.

Sorrido. <<Non devi scusarti, è stata una serata magnifica, è stato tutto quanto perfetto. Ho amato ogni singolo momento di questa serata. Adesso però tua figlia ha bisogno di te, e non puoi certo dille di no. Che aspettiamo ad andare?>>

STILL IN LOVE ||Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora