31. Katniss or the baker?

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Il giovedì continuava ad essere il giorno preferito di Louis, non importava cosa succedesse all'esterno. La fioreria era immersa in un miscuglio di profumi e colori, quasi tutti tendenti al rosso mattone e al giallo acceso dell'autunno, il pavimento del retro era coperto di foglie, e la voce di sua mamma arrivava gentile dalla zona oltre il bancone, diffondendo melodie tranquille.
Louis era in pace con se stesso.
O almeno, lo fu finché Lottie non gli tirò un rametto in testa.

«Ma che cazzo- qual è il tuo problema?» sbottò, lasciando da parte i sacchi di terra che stava sistemando per voltarsi verso la sorella.
Lei scrollò le spalle e continuò a riordinare i vasetti di piante grasse sugli scaffali. «Posso farti una domanda?» chiese dopo un po'.
«Serviva colpirmi con un ramo, prima?» replicò Louis.
«Quanto sei melodrammatico, neanche avessi sradicato un pino per lanciartelo addosso. Era un bastoncino minuscolo.» minimizzò Lottie, sventolando una mano con noncuranza «Allora, questa domanda? Sì o no?» insisté poi.
«Tanto so che me la farai comunque, quindi avanti, spara.» la esortò il maggiore.

Lottie annuì e sistemò distrattamente un altro vasetto, passandoci delicatamente sopra le dita. «Qual è la differenza tra Harry e Mark?» chiese infine, senza guardare il fratello negli occhi.
Louis aggrottò la fronte. «Eh?»
«La differenza tra Harry e Mark.» ripeté Lottie, voltandosi finalmente a guardarlo «Perché hai perdonato Harry all'istante, mentre con papà non vuoi nemmeno parlare?»
«Non l'ho-» Non l'ho perdonato, fu sul punto di rispondere Louis, ma non sapeva se fosse vero. Per la verità, non sapeva più niente quando si trattava di Harry. «Sono due situazioni diverse.» decise quindi di dire «Non m'importa di Mark, non ho nessun legame con lui. Non vedo perché dovrei parlargli.»

Lottie alzò gli occhi al cielo a quelle parole, incrociando le braccia al petto. «Stronzate.» ribatté «Sei solo testardo e arrabbiato con lui perché gli volevi bene e se n'è andato. Gli vuoi ancora bene, per questo lo allontani.»
«Io non-»
«È tuo padre, Lou, smetti di dire che non hai legami con lui.»
«Non è mio padre.» scattò Louis.
«D'accordo, non avete lo stesso sangue, ma per l'amor di Dio, Lou, ti ha praticamente cresciuto lui. Non serve avere un legame biologico per essere genitori e figli.» gli rispose irritata Lottie «Perché è così difficile per te ammettere che gli vuoi bene e ti ha ferito? Ha ferito anche me, sai? Ha ferito tutti noi, ma è tornato ed è questo l'importante. Sono felice che sia di nuovo qui, perché mi era mancato, e noi siamo mancati a lui.»
«Tanti auguri per la vostra famiglia felice.» commentò piccato Louis.
«Ho detto noi, noi gli siamo mancati.» lo incalzò Lottie, prendendolo per un braccio quando lo vide allontanarsi «Tu gli manchi, Lou.»

Il ragazzo la guardò con gli occhi sbarrati, la bocca semi-aperta perché non sapeva come replicare. Nessuno gli aveva detto niente quando era tornato a casa dopo il litigio con Dan e Mark, alcuni giorni prima, ma sapeva che era solo questione di tempo prima che sua madre o le sue sorelle intervenissero. E infatti eccolo lì, con il braccio ancora bloccato nella presa di Lottie e lo sguardo deciso della sorella puntato su di sé. Non avrebbe ceduto, però. Sapeva di essere dalla parte della ragione.

«Tu!» gridò in quel momento la voce di Johannah, rivolta a chiunque fosse appena entrato in fioreria.
Louis e Lottie sobbalzarono al suo tono arrabbiato, scambiandosi uno sguardo smarrito nel sentire la madre rivolgersi così a qualcuno.
«Razza di infame, ora ti faccio vedere io cosa succede quando fai soffrire il mio bambino!»
«Oh merda» espirò Louis, liberandosi dalla stretta di Lottie per correre subito in negozio «Mamma!» esclamò, vedendo Jay brandire una scopa contro Harry.
Il riccio aveva ancora una mano posata sulla maniglia, e mollò un urletto quando la donna cercò di colpirlo. Louis si affrettò a mettersi tra i due, parandosi davanti a Harry per proteggerlo.

«Mamma, posa quella scopa.» ordinò con tono pacato.
«Mai! Prima voglio quell'essere ignobile fuori dal mio negozio!» replicò invece Jay, cercando di scavalcare il figlio per colpire Harry.
«Mamma!» esclamò il ragazzo «Smettila, non fargli del male!»
«Dovrebbe ringraziarmi che l'ho risparmiato finché aveva la spalla slogata, ora non ha più scuse!»
«Ho tolto oggi il tutore, ti prego, non voglio metterne un altro.» supplicò Harry, scattando a destra e a sinistra per evitare la furia di Jay.
«Oh credimi, quando avrò finito con te non basteranno dieci di quei cosi a rimetterti insieme.» replicò la donna.

Solitary Run || L.S.Where stories live. Discover now