Prologo

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«Matthew Brown, non ti avevo chiesto di sistemare la tua camera? Guarda qui, ci sono giocattoli sparsi ovunque»

Incurante della predica di mio padre, continuo a simulare un combattimento tra il mio modellino di dinosauro ed un malcapitato orsacchiotto di pezza «Sto ancora giocando, papà, sistemerò dopo»

Ed ecco che il dinosauro di scaglia sull'orso, mordendogli il collo con i suoi denti aguzzi.

L'orso si agita, cercando di liberarmi, ma non si riesce, il suo avversario è molto più forte di lui, così, finisce col cozzare sul pavimento, privo di vita.

«Tua madre si arrabbierà molto e finirà col prendersela anche con me. Lo sai, vero?»

Fingo di non ascoltarlo e riprendo a giocare, afferrando il peluche del mago Merlino, uno dei personaggi della "Spada nella roccia", il mio cartone preferito, e con un incantesimo riporto in vita l'orso che, furioso per l'affronto subito, tira un calcio sul muso del dinosauro, facendolo precipitare in un burrone «Boom!» urlo, alzando le braccia in aria, per dare più enfasi alla cosa.

«Adesso che il dinosauro è morto, che ne dici di seguirmi in soggiorno?»

«E chi ti dice sia morto? Potrebbe essere solo ferito»

Mio padre scuote la testa, tra il seccato e il divertito e mi prende per un braccio, costringendomi a seguirlo al piano inferiore «Continuerai a giocare dopo. Io e la mamma abbiamo una sorpresa per te»

«Un giocattolo nuovo?» chiedo, scendendo i gradini della rampa di scale.

«No»

«Un go-Kart, come quello di Kevin?»

«No, molto meglio»

«Una mini moto da corsa?»

«No, Matthew, non si tratta di alcun oggetto materiale»

«E allora cos'è?» domando, spazientito.

Mio padre mi sorride e, arrivati in soggiorno, mi indica la mamma seduta sul divano, con una cosa tra le braccia, avvolta in una coperta rosa confetto decorata a fiori bianchi «Eccola, è questa la tua sorpresa»

Mi avvicino e appena mi rendo conto che la cosa, altro non è che una bambina, un senso di delusione e amarezza di fa spazio dentro me.

Era molto meglio una mini moto da corsa, decisamente.

«E questa qui chi sarebbe?»

«E' la tua nuova sorellina, Matt. Si chiama Katelyn»

«Mia sorella?» sussulto dalla sorpresa, strabuzzando gli occhi «Ma tu, mamma, non avevi il pancione che aveva zia Megan quando era incinta di Angelina, come fa ad essere...»

«Questo perché l'abbiamo adottata» m'interrompe, sorridendomi dolcemente «E ciò significa che, anche se non siamo i suoi veri genitori, da oggi in poi la cresceremo come se lo fossimo ed entrerà a far parte della nostra famiglia»

«E i suoi veri genitori sono d'accordo?» le domando e lei guarda papà, come se fosse alla ricerca di aiuto e lui, sedendosi al suo fianco, mi risponde «Si Matt, sono d'accordo. Ma ora basta fare domande, riprenderemo questo discorso quando sarai più grande per affrontarlo»

Annuisco, spostando l'attenzione sulla bambina.

E' piccola, tanto piccola, ha un ciuffetto di capelli biondi sulla testa, guance paffute e due grandi occhi blu.

«Quanti anni ha?»

«Non ha anni, ma mesi. Cinque, per la precisione»

«Io ne ho sei, quindi quando avrò la mia età io ne avrò...» faccio un rapido conto con le dita «Undici»

«Dodici» mi corregge papà, facendo ridacchiare la mamma ed io scrollo le spalle, nello stesso istante in cui Katelyn inizia ad agitare le sue mini braccia nella mia direzione.

Faccio un passo all'indietro, storcendo il naso «Che vuole? Perché fa così?»

«Vuole venire da te»

«E perché?»

«Forse gli sei simpatico»

Mia madre si inginocchia di fronte a me e me la porge «Andiamo, prendila, ti aiuto io a sorreggerla per non farla cadere»

Sposto lo sguardo dall'una all'altra almeno una decina di volte, prima di convincermi a fare come mi ha detto e appena la piccoletta si accoccola sul mio petto, senza nemmeno rendermene conto, sorrido.

Forse, e dico forse, è meglio di una mini moto da corsa.

«Allora, ti piace la tua sorellina?»

«Non è male» le scompiglio il ciuffetto biondo e lei mugugna qualcosa d'incomprensibile «Benvenuta in famiglia, piccola Kat»



Sei anni dopo...

Nel cuore della notte, infastidito dallo spiraglio di luce che arriva dalla porta della mia camera, riapro gli occhi, trovando Kat intenta a fissarmi da lontano, con un peluche quasi più grande di lei stretto contro il suo petto.

Sospirando, mi metto a sedere «Fammi indovinare, un altro incubo?»

Kat annuisce, con gli occhi lucidi e mi si avvicina «Tutta colpa tua e del film che stavi guardando» piagnucola, scaricando la colpa sul sottoscritto, come al solito.

«Ti avevo avvertita di andartene, sei tu che non mi hai dato ascolto. Quel film non era adatto per una bambina di sei anni»

Lei si siede sul bordo del letto, mettendo su il broncio «Volevo essere coraggiosa come il mio fratellone»

Sorrido impercettibilmente.

Questo mostriciattolo sa essere davvero tenere delle volte, ma solo a volte, per il resto è una vera rompiscatole.

«Posso dormire con te?»

Annuisco, tirandola a me, e la copro con le lenzuola «Ma che sia l'ultima volta, mostriciattolo»

Kat sorride, sussurrandomi un flebile «Grazie» e prima che possa anche solo rendermene conto, si sporge per posarmi un casto bacio sulle labbra.

Mi allontano di scatto, facendola spaventare «Ma che diavolo fai?»

«La mamma e papà lo fanno sempre e...»

«Ma loro sono spostati, noi siamo fratello e sorella!» urlo, pentendomi subito del modo in cui mi sono rivolto a lei quando i suoi occhioni blu si riempiono di lacrime e sospirando, le scompiglio affettuosamente i boccoli biondi «Scusa se ho urlato. Non ti metterai a frignare adesso, spero. Sei grande ormai»

«Infatti non sto piangendo» borbotta, tirando su con il naso.

«Bugia» la schernisco, colpendola con un leggero buffetto sulla fronte.

«Sei arrabbiato con me?» mi chiede, asciugandosi il viso con la manica di quell'orripilante pigiama rosa confetto, decorato con orsetti, caramelle, cuori e fiori vari.

«No, non sono arrabbiato. Ma non farlo più, ok?»

Annuisce, abbozzando un leggero sorriso e mi abbraccia, accoccolandosi sul mio petto, proprio come faceva quando era uno scricciolo.

«Matt?»

«Mh?»

«Quando diventerò grande, mi sposerai?»

Alzo gli occhi al soffitto, scuotendo la testa «I fratelli non sposano le sorelle, mostriciattolo. E adesso dormi, è tardi»

Quando l'amore non ha barriereWhere stories live. Discover now