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"Ripeto, se non ho potuto fare niente a riguardo fino ad ora è solo per un motivo - non so qual è la cosa giusta da fare, ci sto pensando giorno e notte e spero di trovare una soluzione ragionevole. Onestamente non so neanche per cosa sto cercando una soluzione, lo scoprirò domani."

"Che intendi?"

"Domani mattina convocherò qui i quattro protagonisti di questa vicenda, arriveremo a un compromesso, o meglio, io prenderò la decisione dopo aver ascoltato quello che hanno da dire, visto che non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Stanotte cerca di dormire sonni tranquilli, non verrai a conoscenza dell'esito di questa storia entro domani, dopo la fine del nostro incontro in ogni modo - quindi continuare a preoccuparti così non ha senso, sei talmente teso che non riesci a parlare." ridacchiò Junmyeon. "Ci penserò io ad avvisarli, saranno i miei uomini in persona a portarli da me." continuò. "Ma mi sembrava giusto fartelo sapere visto che sei venuto a chiedermelo più di una volta e fai bene il tuo lavoro, sappi che non avrei rivelato queste informazioni a uno qualunque."

"Non mi hai detto niente di così eclatante." rispose Sehun, alzandosi. "Come ti ho già detto Jongin si è ripreso fisicamente ma non credo stia del tutto bene, ho paura che possa succedergli qualcosa." fece una pausa. "Nel nostro gruppo tutti possono contare su qualcuno ventiquattro ore su ventiquattro tranne Jongin, non sto dicendo che gli altri non ci siano sempre per lui, è solo che io voglio prendermi cura di lui diversamente, voglio davvero aiutarlo."

"Ho intenzione di fare il possibile, credimi."

"Non voglio che stia male, forse perché mi ricorda il mio ex ragazzo, non ho potuto salvare lui quindi spero di poter fare qualcosa di buono per Jongin." continuò Sehun. "Sto parlando troppo, è meglio che vada."

Mentre Junmyeon cercava il modo di riparare quella situazione e Sehun pensava a cosa fosse meglio fare per proteggere Jongin, Chanyeol sfiorava il naso di Baekhyun, che ridacchiava a causa dell'ennesima battuta uscita dalla bocca del suo fidanzato. Chanyeol amava farlo ridere, rubargli dei baci, parlare con lui del nulla più assoluto o di cose più grandi di loro - ormai credeva fosse perfetto per lui.

"Sei pesante." il maggiore si lamentò per l'ennesima volta, Chanyeol si spostò sul lato libero del letto e mise una mano dietro la schiena di Baekhyun, cercando di attirarlo verso di lui.

"Vieni qui." gli disse. Così fece, si spostò sopra di lui e ricreò la posizione in cui si trovava l'altro poco prima, ma invece di riprendere a baciarlo mise la testa sul suo petto. Chanyeol portò le mani sulla testa di Baekhyun e cominciò ad arrotolare dei piccoli ciuffi di capelli intorno alle sue dita, chiudendo gli occhi e rilassandosi. Jongin era nell'altra stanza, a fare chissà cosa. Probabilmente stava dormendo, visto che era molto tardi e avevano già cenato da un pezzo - il ragazzo non era a conoscenza di ciò che sarebbe successo la mattina seguente.

Quando il giorno successivo arrivò, Jongin non ebbe neanche il tempo di fare colazione che venne portato nella villa di Junmyeon. Non chiese spiegazioni, sapeva benissimo perché lo stavano scortando lì ed era quasi sicuro che la fortuna sarebbe stata dalla sua parte. Certo, entrare in quella stanza così piccola e trovarsi faccia a faccia con le tre persone che odiava di più al mondo non gli fece molto piacere, ma doveva restare calmo. Junmyeon chiese la versione dei fatti di tutti e quattro, e tutti dissero la stessa cosa: era vero che i tre avevano derubato Jongin e i suoi amici. La ragazza, Nayeon, non disse niente riguardo la sceneggiata di Jongin di poco tempo prima, dopotutto Baekhyun le aveva fatto capire che non era in sé, e anche se lei avrebbe dovuto dirlo, un po' per paura, un po' per vergogna, un po' perchè si sentiva in colpa, non lo fece.

A Junmyeon quei racconti non servirono a molto, erano tutte cose che aveva già sentito. La sentenza non tardò ad arrivare, non ci rifletté neanche, era sicuro delle sue parole. "Normalmente, il furto è punito, oltre che da una multa, da una reclusione che va fino ai tre anni." disse. "Il fatto è che ora non c'è rimasto niente di normale, è una cosa che mi fa stare male visto che ho passato la maggior parte del mio tempo a studiare giurisprudenza, ma questi sono altri discorsi." disse, ridacchiando. "Quello che è successo fuori da questo posto non mi riguarda, per quanto capisca i danni che ha potuto provocare a Jongin, non mi sento in dovere di prendere provvedimenti a riguardo." si prese del tempo per elaborare altre frasi. "Come ho detto a tutti i cittadini che sono venuti a vivere qui, questo posto deve restare tranquillo. Spero non abbiate intenzione di appiccicarvi, litigare, minacciarvi, insomma, se non siete in buoni rapporti state gli uni lontani dagli altri, perché se vi azzarderete a combinare qualcosa, grave o lieve che sia, vi punirò."

Youngjae guardò Jongin e allungò la mano verso di lui, per fare pace - l'unica cosa che fece il ragazzo fu ringraziare Junmyeon e andarsene, senza degnare di uno sguardo quei tre. Non voleva avere problemi con loro, ma soprattutto non voleva averci niente a che fare, e mai si sarebbe sognato di stringere la mano a delle persone del genere.

Sorpreso, notò che c'era Sehun ad aspettarlo lì fuori. Gli si avvicinò confuso e lo salutò. "Che ci fai qui?"

"Sono venuto a prenderti." disse il minore. "Allora? Che è successo?"

Sehun non ebbe il tempo di terminare la domanda che quei tre scesero dalle scale dell'ingresso, li guardarono e gli rivolse un'occhiataccia. "Vuoi che li picchiamo?"

Jongin afferrò il braccio di Sehun e lo trascinò lontano da lì. "Vedi, non voglio finire nei guai, quindi per favore evita di scherzare e se li incontri per strada ignorali, sarà quello che farò io, è quello che vuole Junmyeon ed è quello che va fatto se vogliamo restare qui." disse, sollevando gli occhi verso il cielo, incredulo. Quella che scendeva dall'alto era neve, gli fece subito dimenticare di tutto quello che era successo e si sentì emozionato come un bambino. "Sehun! Nevica."

"Hai ragione." disse, sorridendo.

"Ecco perché fa così freddo." piagnucolò, il minore prese le sue mani e cercò di riscaldarle con le proprie - non ebbe molto successo, visto che erano entrambi sul punto di congelare.

"Forse è meglio andare a casa, possiamo riscaldarci vicino al camino, erano già tutti lì prima."

"Grazie di essere venuto a prendermi." disse, allontanando le sue mani da quelle dell'altro e cominciando a camminare verso la loro abitazione.

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