Capitolo 1 - Un Pomeriggio Di Fuoco

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Sono le 3 di pomeriggio, dentro la stanza si gela, e per non far mancare niente domani c'è il compito di italiano.

"Quasi quasi domani a scuola non ci vado" penso, "tanto, assenze ne ho fatte poche".

Guarda caso, nemmeno il tempo di finire la frase che il telefono comincia a squillare, insieme al classico sottofondo musicale che ogni volta dimentico di cambiare.
Vado a leggere il nome di chi mi sta chiamando e, guarda un po tu, è proprio Elisa. Chissà cosa vuole a quest'ora:

"Pronto?"
-"Hey Luke, come stai?"
"Hey Eli, sto congelando, tu?"
-"Idem. Senti, sei solo a casa?"
"Si, sono appena tornato, hai bisogno di qualcosa?"
-"Ehm, in parole povere si.. Posso venire un attimo?"
"Certo, ti aspetto."
-"10 minuti e sono li, a dopo."
"A dopo."

Finita la telefonata, mi creo una marea di film mentali, una cosa che difficilmente faccio senza prima pensarci su.
Metto sopra un pò di acqua per il thè, preparo qualche fetta di pane e marmellata come spuntino e mi siedo al computer, cercando di far passare questi 10 minuti nel modo più veloce possibile.
Appena acceso, il computer comincia a fare i capricci, non rispondono nemmeno più i comandi della tastiera.
"Va bene, spegnamolo e poi domani lo porto a far sistemare".
Non avevo voglia di smanettare, sono abbastanza pigro.  Passano questi 10 minuti, ma Elisa ancora non si è presentata.
Sarà in ritardo e si sa, "le donne ritardano sempre". Non l'avessi mai detto, giusto il tempo di finire la frase che suona il campanello:
 
"Chi è?"
-"Sono io."

Quel tono di voce non mi è per niente piaciuto, sembrava in un certo senso "stanca".
 
"Ora ti faccio entrare, un momento."
-"Ok." 

Continuavo a sentire quella tensione nelle sue poche parole, e in un certo senso avevo paura ad aprire la porta.
Ma tra me e me pensavo "Sarà successo qualcosa, ultimamente si comporta in modo strano". Elisa veniva con me all'asilo e tutt'ora frequenta la mia scuola, ed ho avuto la possibilità di conoscerla meglio passando tempo a casa sua, visto che i nostri genitori sono amici da molto tempo.
Comunque non si vede, ma lei riesce a battermi in quasi tutti i giochi.
"Vediamo come va, Luke, speriamo non sia successo niente" penso tra me e me.
Apro la porta e la vedo li, coperta solamente da un giubbotto e con una valigia:

-"Scusami."
"Per cosa? Che succede?"
-"Volevo avvisarti prima, ma non ci sono riuscita."
"Parla."

Ad un tratto scoppia a piangere, cade a terra in ginocchio e inizia a ripetere "scusa".
Non la capisco, non mi ha mai fatto niente di male o che richiedesse delle scuse.
Provo a farla sollevare da terra e ad un tratto si aggrappa e mi stringe a perdi-fiato.
Non ci siamo mai abbracciati, provo un po di imbarazzo ad esser sincero.
Nella mia mente c'è solo casino, non sto più capendo niente.
Afferro la valigia, faccio qualche passo indietro con lei ancora aggrappata e chiudo la porta.
Mi avvicino al divano e la faccio sedere, e dopo aver appoggiato la valigia al muro vado a prenderle del thè e le fette di pane.
Il suo viso alla vista del thè ritorna normale, e finalmente riesco a rilassare i nervi pure io.
Dopo quel thè, si decide a parlare:

"Senti, come mai questa visita insieme alla valigia?"
-"Luke.. Non ho più una casa."
"COSA?"
-"I miei mi hanno cacciato di casa.."
"Come mai? Che hai combinato?"
-"Non posso dirtelo."
"Elisa, dimmi subito cosa è successo."
-"Va bene, ma calmati e ascolta per bene, non lo ripeterò di nuovo: Ho fatto coming out."
 
Per un attimo sono rimasto di stucco.
Bella com'è pensavo fosse circondata di bei ragazzi e riempita di complimenti, cosa che alla fine succede.

"Non pensavo che l'avresti detto a me."
-"Sei una delle poche persone di cui mi fido, lo sai."
"E le altre?"
-"Le ho scartate."
"Ho capito. Quindi, come posso aiutarti?"
-"Posso restare qua da te almeno per un poco? giusto il tempo di sistemare questa situazione.."

Non so cosa rispondere, mi sento stranito, ma alla fine, come posso negarlo alla ragazza di cui ero innamorato all'asilo?

"Va bene." rispondo.

Tutto ad un tratto, il suo viso triste si trasforma in un viso felice e spensierato, come quello di un bambino a cui vengono regalate montagne di caramelle e biciclette.
E come se non bastasse, lei si lancia su di me e stringendomi di nuovo nella sua morsa mi riempe di baci sulla guancia ripetendo in continuazione "Grazie".
Pur provandoci, non potevo rifiutare.

-"Visto che sei stato così buono, ricordami che sono in debito con te."
"Potresti preparare tu da mangiare stasera."
-"Ottima idea, chef, questa sera me la vedo io."
"E cosa pensi di preparare?"
-"Riso al curry."

Fantastico, questa sera la passo mangiando il mio piatto preferito insieme lei.
Quasi quasi sto sognando.

-"Senti, hai studiato per il compito di domani?"

Cavolo, me ne ero dimenticato, e come se non bastasse gli argomenti del compito li hanno spiegati mentre io ero assente da scuola.
Che situazione..

"Me ne sono dimenticato, e come ciliegina non so nemmeno di cosa tratta."
-"Mh, va bene dai, ti aiuto io."
 
E così passa tutto il pomeriggio, tra libri e domande.
Fatta sera, lei esce di casa per prendere il riso e il curry in dadi, visto che nel frigo era rimasto solo qualcosa da bere e le verdure.
Mentre la aspetto, le sistemo la valigia in camera e non avendoci fatto caso prima, io non ho una stanza per gli ospiti.
Penso, penso e ripenso a cosa inventarmi e facendo caso all'idea che lei abbia fatto coming out, suppongo che dormire nel letto grande con me non le dia troppo fastidio.
Passati 30 minuti, Elisa ritorna a casa, e approfittando del momento in cui si toglie il giubbotto le faccio la fatidica domanda:

"Elì, io non ho pensato al fatto che non ho una stanza per gli ospiti.."
-"Quale è il problema? Sto sul divano no?"
"A pensarci, dormo io sul divano dai, tu sarai stanca dopo questo pomeriggio di fuoco."
-"Che tenero, accetto e ringrazio."


Mi ero dimenticato del divano, anche perchè è l'unico posto dove non faresti dormire una ragazza che a suo modo è tua ospite.
Dopo questo discorso, lei comincia a cucinare e appena pronto il riso, ci sediamo a tavola per mangiare.
Devo dire che questo riso al curry è molto buono, quasi come fosse fatto da me.
Le faccio i miei complimenti e la aiuto a pulire la cucina, che alla fine è anche la mia.
Finita la serata, io decido di mettermi sul divano e lei va a sistemare i vestiti in camera.
Le faccio cenno di venire verso di me, e lei con scatto felino si avvicina a me:

-"Dimmi Lucas."
"Senti, visto che siamo soli, ti andrebbe una partita alla console come ai vecchi tempi?"
-"Beh, ora che ci penso, da piccoli ci giocavamo sempre."
"Quindi è un si?"
-"Passa il controller dai."

Come pensavo, ho perso di nuovo.
E per peggiorare la situazione, ho perso a casa mia.
Prometto di rifarmi la prossima volta, e lei sorridendo annuisce come per darmi sazio, come se sapesse che tanto perderò di nuovo.
Vista la situazione decidiamo di guardare un film per finire in bellezza, e manco a metà ci addormentiamo entrambi, e che dormita.
Però qualcosa la interrompe, sento uno strano rumore e mi sveglio di colpo, non capendo che succede.
E' la sveglia, sono le 6:45. Decido di svegliare Elisa, che dorme come un ghiro:

"Elì, svegliati che sennò perdiamo il bus!"
-"Eh? Cosa? Chi sei? Che ore sono?"
"Buongiorno principessa, è tardi!"
-"Oh diamine, vai di la che mi devo cambiare!"

Io, che riesco a vestirmi di fretta e furia, la aspetto davanti alla porta con le tracolle e qualche merendina per colazione.
Lei, che a vestirsi ci impiega un secolo, riesce a farci uscire di casa alle 7:30 esatte, 5 minuti di ritardo che però non ci hanno fatto perdere il bus, per fortuna.
Dopo esserci seduti sul bus, metto le cuffie passandone una a Elisa e faccio partire una playlist Lo-Fi.
Lo ammetto, mi sento davvero bene oggi, sono sicuro che prenderò un buon voto.
Davanti scuola ci dividiamo per andare dai nostri amici, i quali sono sorpresi dal fatto che io ed Elisa fossimo arrivati insieme.
Entriamo in classe entrambi, e fino ad adesso gli unici col sorriso siamo io e Elisa, e come già pensavo, entrambi 8 e mezzo nel compito.
Felici come due bambini, prendiamo il bus di ritorno verso casa.

"Lo sapevo, siamo troppo intelligenti."
-"Tu sicuramente più di tutti." ridacchiando.
"Ovviamente."
-"Ora che facciamo?"
"Bisogna festeggiare!"
-"E come? Vuoi riperdere contro di me alla console?"
"Assolutamente no, qui ci vuole una pizza!"
-"Penso di amarti, sai?"
"La paghi tu però."
-"Scherzavo, ti odio."

Facciamo fermare il bus 2 fermate prima della nostra, per poter prendere una pizza prima di tornare a casa.
Passano si e no 10 minuti ed usciamo dalla pizzeria in fretta e furia per poter prendere il prossimo bus verso casa, che arriva in anticipo e ci lascia a piedi.
Non era lontana la casa, solo che era noioso passare dai vari sottopassaggi.
Alla fine, riusciamo ad arrivare a casa sani e salvi.
All'entrata però, trovo una lettera da parte di un anonimo insieme ad un pacco.
Insieme la apriamo ed io, stranito, non riesco più a dire una parola.



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