Perso.

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La strada era in pietra. Antica, vuota, consumata. Chissá quanto tempo era trascorso dalla costruzione di quelle vie, e chissá quanta gente ci aveva camminato nel corso degli anni.

Ma non ci camminava nessuno in quel momento. Nessuno percorreva piú le vie delle cittá dei morti. Nessun vivente, almeno.
Si dirigeva al mercato, prima di svoltare ad un incrocio e ritrovarsi lí. Un secondo prma era in mezzo alla gente, un secondo dopo, improvvisamente si era ritrovato lí dentro.

Non era solo, ovviamente, le catacombe erano solitamente affollate dai morti.

Quelle catacombe erano vecchie di secoli, e da decenni ormai non si usavano più. Si soleva credere che il posto fosse maledetto, ed era stato abbandonato.

Jack non credeva a quelle storie, ma non voleva scoprire sulla propria pelle se i rumori su quelle antiche catacombe alla fine si fossero rivelati veri. Ma come c'era arrivato?

I luoghi di sepoltura davano i brividi a Jack, l'avevano sempre fatto. Soprattutto quelli piú antichi e trascurati. Lo amareggiavano, lo facevano sentire intrappolato, come se anch'egli fosse morto.

Un odore disgustoso impregnava l'aria e si addentrava nelle sue narici. E non sembrava avere intenzione di lasciarle. Era un odore pungente, cupo e penetrante. Jack si guardò intorno, per capire come scappare da quel posto. Dinanzi a sè un bivio. Le due strade convergenti erano buie, d'un sinistro buio. Davanti a sè c'era un cunicolo che si stringeva sempre di più.

Ma c'era una luce in fondo a quello stretto corridoio. Una torcia, probabilmente.

Come faceva ad essere accesa quella torcia, se quelle catacombe erano state abbandonate? Magari non gli avevano raccontato tutto su quel vecchio posto.

Il disgusto si mescoló con la confusione. Non sapeva come sarebbe uscito da lí, ma probabilmente la soluzione piú immediata era quella di trovare una torcia, e cercare qualche buco per tornare in strada e dimenticare quell'erperienza assurda. E soprattutto quell'odore che non gli permetteva di pensare. Non poteva riflettere se quel tanfo gli invadeva le narici in quel modo. Anche se si chiudeva il naso, aveva la sensazione di sentirlo. Cercó di non guardare oltre il cuniculo nel quale si trovava, cercó di non guardare quei muri, quelle tombe, ma non ci riusciva. Solo pensava alla morte, a come veniva accatastata in luoghi cosí semplici da evitare e dimenticare. Nessuno voleva andare in una catacomba. Ma era a causa dei morti, o per l'aspetto del loro luogo di eterno riposo? Non capiva. Solo voleva uscire da lí.

Non poteva starsene lí impalato. Doveva andarsene. Cominció a camminare verso la luce della torcia. Mentre si copriva il naso con una mano continuó ad avanzare verso a luce. Ma non ci arrivava mai. Alla seguente svolta capí perché. C'era qualcuno lí con lui. Qualcuno che aveva la torcia, e che scappava svelto in quel labirinto, mentre Jack si perdeva, seguendo la sua luce.

La frustrazione causata dal buio lo fece agitare e sudare. Stava cominciando ad avere paura. Quei muri sembravano sempre più stretti e Jack aveva la sensazione che da un momento all'altro gli sarebbero crollati addosso, lasciandolo lì per sempre.

Cominció a correre, con addosso la sensazione di soffocare, ma proprio in quel momento la torcia si spense, lasciandolo in quella galleria, solo e spaventato.

Jack si sedette, inspiró e cercó di svuotare la mente.

Cercó di ricordare com'era arrivato lí, ma senza alcun risultato. Forse era svenuto e qualcuno l'aveva portato lí. Forse qualcuno l'aveva colpito per portarlo lí. No, era come se ci fosse entrato svoltando l'angolo, mentre andava al mercato.

Il respiro del ragazzo rallentó. Egli riprese controllo della sua mente, anche se non riusciva a trovare un modo per spiegare quell'accaduto.

Chiuse gli occhi e appoggió la testa sul muro. Poi li riaprí.
Davanti a lui, c'era una donna con un neonato in braccio, in mano portava una torcia. Probabilmente la stessa che lui aveva seguito in quelle stradicciole, nella cittá dei morti.
Jack non disse nulla. Aspettó che fosse lei a dire qualcosa, ma lei non diceva niente. Se ne stava lí, immobile, a guardarlo, con quel bambino in un braccio e la torcia nell'altro. Non aveva un aspetto particolare, era una donna come un'altra, di statura media e un viso qualunque, dall'espressione smarrita. Il bambino era immobile.

Jack aspettó che lei dicesse qualcosa, ma da lei non arrivó alcuna reazione, perció disse la prima cosa che gli venne in mente: "Chi sei?"

La donna non rispose. Inclinó la testa e si acciglió, come un cane al vedere qualcosa di insolito. Poi disse: "Non lo so"

"Come?" le rispose Jack sconcertato.

"Non lo so" ribadí lei.

"Sai come uscire da qui?"

La donna scosse la testa.

"Da quanto tempo sei qui dentro?"

La donna scrolló le spalle. I suoi occhi erano erano inespressivi. Sembrava che non fosse conscia del posto in cui si trovava.

Era inutile. Jack non avrebbe ottenuto alcuna informazione da quella donna. Con questo pensiero, chiuse nuovamente gli occhi e prese un po' d'aria
Sapeva che c'era un uscita da lì. Solo doveva trovarla. E quella donna non l'avrebbe aiutato. Cercò di riprendersi, e riaprì gli occhi.

La donna non c'era, ed era di nuovo tutto buio. Possibile che avesse immaginato tutto?

Si alzò e ricominciò a camminare, sperando di trovare qualcun altro. Ma sentiva dei suoni strani. Sentiva delle urla riecheggiare in lontananza. Urla atroci, sofferenti.

Poi, un'altra luce.

Rimase un attimo a fissarla, notando che la luce si dirigeva velocemente verso di lui.

Poi, un urlo.

Luci nel buioWhere stories live. Discover now