Sottile affetto

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Caterina

Era agiata, il suo corpo era un muoversi continuo di su e giù.
Le richiesi gentilmente se stesse bene ma non sentì nessuna riposta, la vidi solo con la testa china e i capelli che le coprivano il viso. Mi avvicinai a lei lentamente fino a far toccare i nostri corpi e le spostai i capelli davanti al viso e con il palmo della mano le alzai il mento per far incrociare i nostri sguardi, il mio oceano con i suoi smeraldi.
"Ti ripeto.. stai bene?" chiesi premurosa mantenendo salda la mano, ma per un attimo i suoi occhi mi fecero vaccilare, non riuscivo a decifrare le sue azioni, i suoi occhi, i suoi comportamenti.
"Ne vuoi parlare" mi uscì all'imprroviso senza rendermene conto. Il desiderio di sapere cosa le stesse passando prevalse in quella semplice frase
"Io..." uscì da lei un acuto balbettio che non riuscì a intendere, mi avvicinai di più e a quel semplice movimento i suoi occhi si fecero più accesi come a essersi risvegliata "Non sono affari suoi" sbottò di colpo acida ritornando così la solita Sofia "Sono qua per un motivo giusto?" continuò dirigendosi alla lavagna con tono sempre acido "A quanto pare ti è passata vedo" risposi un po' irritata per il tono acido rivoltosi dopo averle concesso il mio gentile aiuto e la mia preoccupazione.
"Questo non le deve interessare" mi incalzò subito dandomi la schiena e facendo cresecre di più la mia irritazione "Sono una tua professoressa e tu una mia alunna e come tale devo interessarmi a voi studenti" risposi sforzando di mantenere la calma " Si ma io non le ho chiesto niente nè a lei e nè al suo interesse" esclamò secca alla affermazione  girandosi poco dopo aver finito gli esercizi alla lavagna verso la porta  " E con questo abbiamo finito" concluse infine dirigendosi a prendere le sue robe e ad avviarsi all'uscita dell'aula "Io non ho finito!" esclamai perdendo completamente la calma " Io si invece.."  controbattè con arroganza dirigendosi alla porta, ' Ora ne ho abbastanza' sbottai dentro di me
"Tu non vai da nessuna parte..." gridai forte fermandola per il polso e girandola davanti a me facendo così cadere il suo zaino "...capito!" conlusi infine con grande fermezza.

Sofia

Mi dirissi verso la porta,quando all'improvviso sentì una forte pressione sul mio polso che mi costrinse a girami indietro facendo così cadere il mio zaino.
La sua mano stava premendo sul mio polso e il suo sguardo era serio ma nonostante ciò i suoi occhi trasmettevano ancora quella dolcezza che mi facevano vacillare sogni volta. La mia mente si svuotò, non riuscivo più a pensare a nulla.
" Che sta facendo" risposi piano con la testa china " Ti sto fermando, devo darti io il permesso di andare via" rispose con autorità " Non ha ancora capito che non mi piace essere toccata" dissi sempre china fissando la sua mano che premeva sul mio polso " Sofia... " disse lei ora con tono dolce e premuroso, spostò delicatamente la mano sul mio polso si avvicinò verso di me allargando le sue braccia e portandomi verso di lei.
Mi strinse tra le sue braccia come a volermi proteggere e custodire, un gesto tanto inaspettato quanto dolce e anche se potevo apparire  fragile e debole e farmi male; le mie paure, i miei dubbi e le mie incertezze sotto il suo tocco scomparvero, sotto quel caldo e sicuro abbraccio.
Però non capivo il suo gesto, non capivo il perché del suo essere gentile, del suo preoccuparsi, e del suo toccarmi.
" Con me non ti devi proteggere" disse dolce interrompendo di colpo i miei pensieri " Sofia io non ti farò del male" mi disse dolcemente tendendomi fra le sue braccia.
Inspirai il suo profumo e chiusi gli occhi appogiandomi sul suo petto " È testarda" dissi sorridendo quasi come ad una resa " Solo alle persone che ten..." si interruppe " Faccio bene non credi" mi rispose sorridendo " Faccia come crede però ora mi può lasciare?" chiesi in maniera pacata per non far trasparire la mia urgenza di allontanamento e di eccesso di contatto.
Ci stacammo mentre lei continuava a guardarmi con un'aria più serena e con un sorriso tra le labbra nella mia mente ripensavo alla frase interrotta che non concluse.

DRIIIIIIIIIIIIN

" Haaa" esclamai ritornando alla realtà
" Ti eri incantata e la campanella ti ha svegliata" disse ridacchiando " Cosa stavi pensando?" mi chiese "Non è suonata? Me ne posso andare giusto.." Affermai veloce deviando così la domanda 'ovvio che posso uscire' rispose ironico il mio subconscio dandomi della scema "Si si cambia discorso" rispose lei sorridendo e girando gli occhi.
" Era ora libertà!" sbottai sorridente all'uscita del cancello della scuola " Goditela finché puoi" esclamò subito lei sorridendo e facendo una smorfia  "Cosa vorreste dire" chiesi perplessa e un po' infastidita "Scherzo stai tranquilla" borbottò con tono profondo aggrottando le ciglia e infine poi ridendo forse a causa della mia espressione confusa. Si stava prendendo gioco di me e si divertiva con gusto ma alla vista del suo splendido sorriso pieno di dolcezza fu impossibile prendersela.
Poco dopo le sue risate rimase un attimo a scrutarmi e con movimento veloce si avvicinò verso di me posando delicatamente un bacio alla mia guancia "A domani" disse sorridendo con tono dolce  "Ma che.. h-ha fatto?!" dissi sbalordita dal gesto toccandondomi il punto in cui adesso bruciava " Sapevo che ti avrebbe imbarazzato..." mi rispose scherzosa dirigendosi verso la sua macchina
" Sbaglio o sei arrossita" chiese ridendo come se la situazione non la stesse più che godendo 'certo che la diverte imbeccille' esclamò il mio subconscio
" Prendilo come una lezione.." continuò mentre entrava nella macchina " Forse è l'unico modo per farti capire e aprire alle altre persone" disse questa volta guardandomi negli occhi con aria tenera e dolce " A domani Sofia" concluse infine accennando un ultimo sguardo verso la mia direzione chiudendo poi lo sportello della macchina sfrecciando veloce via e facendosi sempre più piccola nel mio occhio.
Il mio sguardo ancora seguiva quella macchia farsi sempre più piccola, una  sensazione strana al petto si scaturò in me. La mia mano era ancora appoggiata alla guancia e uno spontaneo sorriso si fece piano piano nel mio volto mischiato con una leggero rossore sulle guance. Un lieve batticuore.

Davanti a te non ho difeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora