- Ma cosa si credono mai, quei Capuleti?!- domandò Beltramo, rivolgendosi alla stanza.
Camminava avanti e indietro da più di un quarto d'ora, ledendo la calma del povero Baltasar.
Quest'ultimo si passò una mano tra i capelli rossicci, scompigliandoli e si accarezzò la guancia, coperta da un sottile strato di barba. Sospirò e guardò l'amico. Con i capelli neri, scuri come i suoi pensieri e la giacchetta che sventolava al vento che entrava dalla finestra, mostrando a tratti la camicia azzurra sottostante, era il ritratto della bellicosità. L'incontro con i loro rivali lo aveva scosso e non aver potuto beneficiare della vendetta contro la loro offesa lo irritava.
- Lascia stare, Beltramo. Lo sai che son teste calde, quelli – cercò di tranquillizzarlo ancora una volta.
- Scherzi? Per la gente siamo noi quelli pronti a menar le mani. Mentre i Capuleti escono calmi e puliti da ogni situazione –
Baltasar sbuffò. Non sapeva più come trattare la faccenda.
- Ah, ma verrà il giorno in cui avranno ciò che si meritano – alzò il dito verso i soffitti ornati dell'enorme biblioteca.
- Ok, ok. Tutto ciò che vuoi, ma ora levati dalla mente quella gente. Stasera c'è la festa per l'inizio dell'anno scolastico e domani mattina cominciano le lezioni. Credo che d'ora in poi avrai ben poco tempo per dedicarti alle tue ire –
Beltramo si lasciò cadere sulla sedia accanto al camino e si posò una mano sugli occhi, poggiando il gomito sul ginocchio rilassato sul bracciolo.
- Uff, credo che tu abbia ragione –
- Certo che ne ha – una voce amica entrò dalle porte dorate, attirando la loro attenzione.
Il figlio del padrone di casa fece il suo ingresso con aria scanzonata, come suo solito.
- Salve amici miei, compagni di ventura – fece la sua entrata, allegro – mio cugino Alvenovio mi ha raccontato ciò che è successo oggi – li salutò con un breve cenno della mano e un veloce sorriso appena accennato.
- Non è stata colpa nostra – si difesero in coro.
- Mi ha detto anche questo. Ciò non cambia la situazione, però. Su, evitiamo di farci la guerra – li pregò, andando ad appoggiarsi al camino di marmo bianco che scaldava le fredde serate invernali.
- Per quanto noi non li sopportiamo molto, evitiamo gli scontri, ma loro cercano guerra, Romeo – spiegò Beltramo.
Baltasar annuì, confermando le parole dell'amico.
- Ok, dirò a papà di andare a parlare con il loro capofamiglia, un giorno –
- Così dovremmo correre a spegnere l'incendio che divamperà tra i due – rispose con innocenza Baltasar.
I tre amici risero di gusto.
- Già vedo la scena – narrò Beltramo – con i bastoni stretti in mano come spade, vanno azzuffandosi per le vie del paese, seminando panico e scompiglio –
- E le loro mogli cercano di trattenerli dal peggiorare gli affanni dei loro anni –
- Sì, è vero – affermò Romeo – sarebbe una scena alquanto comica, anche se con un lieve accenno di amaro per il suo significato. Ma ora mettiamo da parte i cupi pensieri, amici miei e andiamo a prepararci. Stasera si festeggia – esclamò allegro – ed io ho tutta l'intenzione di divertirmi – terminò con aria determinata.
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Romeo e Giulietta
RomanceL'anno scolastico sta per iniziare. Porta sempre con sé molte novità, ma nessuno dei due pensava che fossero così grandi, tali da minare in profondità ogni loro convinzione. Romeo ha gli occhi perennemente combattuti, profondi, impossibili da scruta...