Scena 5.

29 3 7
                                    

Nel frattempo,

molto, molto più lontano da loro...


Canada, Ontario, sobborghi di Toronto.

22 Maggio 2054, ore 11.oo del mattino.


- Din-don! -

Avete mai visto la casa di uno scienziato? Lo stereotipo comune è che siano dei veri e propri maniaci dell'ordine, precisi e curati sin nei loro più minimi particolari, così pure rispetto a tutti gli altri singoli aspetti della propria vita, inclusa anche la loro stessa residenza.

Questo, ovviamente, non deve affatto sorprendere: una mente abituata a ragionare in modo lineare ed ordinato tende a trasferire all'esterno lo stesso ordine che muove i suoi pensieri, e questo, soprattutto in persone abituate a guardare all'universo come ad un gigantesco enigma da risolvere, si traduce inevitabilmente nell'intimo desidero che ogni singola cosa debba stare al suo giusto posto.

Tuttavia, e qui sta il punto, esistono pur sempre quelle classiche eccezioni che confermano la regola, e proprio una di queste era rappresentata dalla dimora dell'illustre premio nobel per l'astrofisica Arcturus Laurent.

- Din-don! -

Era una tipica casetta di periferia, una come tante altre tra i quartieri residenziali di Markham e Scarborough, un posto tranquillo ed abbastanza lontano dal caos cittadino.

Costruita sulla base dei canoni estetici della tradizione edile del New England, l'abitazione era di per sé quasi un cliché: fatta in mattoni, legno e cartongesso, si sviluppava su due piani sorretti da un seminterrato, con l'intonaco esterno color crema praticamente lasciato andare al suo destino, ed il tetto in ardesia coperto qua e là di sporcizia.

La veranda, spoglia e senza fronzoli, si affacciava verso una selva d'erba che un tempo doveva essere il giardino di fronte, attraversato da uno stretto viottolo che partiva da essa e finiva sul marciapiede della strada, all'altezza di una cassetta delle lettere traboccante di posta.

Il tutto con al fianco un bel pick-up blu metallizzato, parcheggiato alla bene e meglio davanti alla rimessa.

Insomma, un qualcosa che stonava un po' con il decoro e la pulizia di tutto il resto del caseggiato circostante.

- Din-don! -

Ma se dall'esterno quella casetta dava l'impressione di una certa trascuratezza, ancora non avevate visto nulla, perché al suo interno le cose si mettevano anche peggio.

Dalla cucina al soggiorno, dalla biblioteca alle camere, l'intera abitazione era a dir poco sommersa da cumuli su cumuli d'appunti sparsi dappertutto, con lavagne e muri interi scarabocchiati di formule e diagrammi da ogni lato, bicchieri di caffè vuoti e sacchi di cibo d'asporto lasciati in giro qua e là, abiti sporchi abbandonati sul parquet senza alcun ritegno, con un vivo e permeante odore di umanità nell'aria, che aleggiava come un miasma sopra ogni cosa.

E li, nel mezzo di quel caos, russava fragorosamente un vecchio sulla sessantina, disteso sul divano del soggiorno ed arrotolato dentro una trapunta, con la bava grondante dalla bocca ed i lunghi, incolti capelli grigi che gli finivano dentro ad ogni respiro, inzuppandoseli per bene.

Signore e signori, ecco a voi una delle più grandi menti del nostro secolo.

- Din-don! -

Era passato ormai tanto tempo da quando il giovane Arcturus frequentava i limpidi e puliti ambienti della vita accademica; ma anche se aveva volutamente reciso tutti i legami con quel mondo, egli cercava comunque di tenere la sua mente lucida e ben allenata tentando di sbrogliare i molti problemi ancora irrisolti dell'astrofisica moderna, alla ricerca di qualsiasi cosa che potesse soddisfare la sua genuina curiosità.

STAR SITE ZERO - CAPITOLO 1: spedizione di ricerca.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora