La bottega delle maschere - estratto 1

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[...]

Scorreva le dita avvizzite su quelle sue creature; erano maschere. Non semplici maschere, ma maschere plasmate di specchi – e cera. Dalle travi di legno scricchiolante sbuffi di polvere si levavano nell'aria e facevano vibrare il flebile bagliore d'ambra di una lampada appesa al soffitto scorticato.

Tornavo ogni giorno alla bottega e sbirciavo dai vetri appannati il curvo artigiano e le sue dita veloci e i suoi occhi senza tempo. Non si voltava mai ma credo percepisse la mia presenza. I volti accatastati riflettevano l'uno sull'altro ogni variazione di luce, ogni vibrare dell'aria. Erano immobili, ma solo all'apparenza. Dai vetri percepivo le fragranze del legno e della cera calda e speziata. Avrei voluto varcare quella soglia e goderne a pieno; riempirmi i polmoni dell'aria densa di polvere antica e di fragranze mutevoli.

Tutto era come sempre. La luce tremolante, le maschere a mucchi, il tavolo di legno polveroso. Ma l'artigiano non c'era. Lo sgabello era vuoto. Sul tavolo due maschere; non saprei se fossero concluse, poiché tra una maschera appena iniziata e quelle riposte sullo scaffale non vi era alcuna differenza. Erano tutte identiche e ognuna rifletteva allo stesso modo la presenza delle altre. Persino dalla superficie liscia delle due maschere sul tavolo erano riflesse quelle ammassate sulle travi, come se ognuna ne fosse reciprocamente legata e non potesse sussistere di vita propria.

[...] Una vecchia scalinata in ferro si arricciava e spariva in un pertugio del soffitto. E quel pertugio divorava la sottile polvere che aleggiava nella bottega; anche la luce vi cadeva dentro, diventando nera come la pece. 

Sicuramente anche tutti gli odori sarebbero spariti al varco di quell'antro. Un lembo di stoffa color avorio incorniciava la parete scrostata in parte. Qua e là frammenti di carta da parati comparivano a disegnare una testura disomogenea dal sapore antico e prezioso. Un candelabro a tre bracci arricchiva un treppiedi in ebano che un tempo sarebbe stato specchiante. Solo due delle verdi candele erano accese. Accanto scintillava un vaso di vetro nero, anch'esso poggiato su tre piedi. Cosa ci fosse dentro non potevo scorgerlo, ma sembrava dell'acqua.

Un biglietto recitava: «Se un volto è allontanato dagli altri, perde della sua consistenza»

[...]

— questo è solo un estratto, un test. Pareri volentieri nei commenti. Commenti anche qualora fosse interessato a leggere qualche altro stralcio. — m-chele

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⏰ Last updated: Mar 20, 2018 ⏰

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La bottega delle maschereWhere stories live. Discover now