Non credette nemmeno a quello che stava accadendo attorno a lei, così surreale ma comunque vero, talmente vero che le ridusse la pazienza al minimo. Papillon aveva deciso di farsi vivo, e aveva sbagliato non solo a fare quello, ma aveva sbagliato anche ad attaccare Chat Noir. Aveva veramente commesso un terribile errore.
«Ladybug che cosa facciamo?!» le domandò Queen B, osservandola ancora a terra che reggeva la testa di Adrien, incosciente per il numero di colpi subiti.
Ladybug non rispose.
«Ladybug!!» la chiamò Rena Rouge schivando un altro attacco, vedendola alzare leggermente lo sguardo.
«Voi pensate a lui...» comandò alzandosi lentamente da terra, puntando lo sguardo in fiamme sulla figura di Papillon: «...A Papillon ci penso io.»
Carapace, Queen B e Rena Rouge corsero all'istante verso Adrien, mettendosi tutti e tre davanti a lui per proteggerlo da ogni probabile imprevisto.
«...Credi di potermi battere da sola? Ladybug?» domandò l'uomo sfilando la spada dal proprio fodero.
La ragazza strinse forte i pugni, perfino l'oggetto che il ragazzo le aveva lasciato nel palmo prima di perdere i sensi.
"Tienilo tu... Lui non deve prenderlo..." gli aveva sussurrato prima che il kwami si nascondesse dentro ai suoi capelli mori, allontanandosi dal portatore.
«No...» rispose lei stringendo più forte le mani: «...Ma so una cosa...» disse consegnando l'anello al kwami, potendo così recuperare lo yoyo senza il rischio di perdere l'anello: «NON LASCERÒ MAI AL MALE LA POSSIBILITÀ DI VINCERE!» urlò un attimo dopo, prima di scattare contro il nemico.
Papillon sorrise malefico e tirò sempre all'indietro lo yoyo della ragazza, rimanendo ad osservare come i suoi occhi secondo dopo secondo diventassero sempre più racolmi di rabbia e forza.
«Sai che con la rabbia non si risolve mai niente?»
«Senti chi parla!» urlò un attimo dopo, bloccando il braccio dell'uomo con il filo dello yoyo.Marinette dentro di sé voleva piangere tutte le lacrime che aveva in corpo, ma non poteva farlo, non in quel momento. Vestiva i panni di Ladybug, in quel momento non era la ragazzina normale come tutti i cittadini la vedevano nelle sue vesti civili, in quel momento era Ladybug e doveva proteggere le persone che vivevano nella città che le era stata affidata. Non importava chi, non importava cosa, quando indossava quella maschera non poteva permettersi di mostrare la propria paura. Lei doveva solo combattere e dimostrare a tutti di saper proteggere la gente, era quella la sua missione ed era quello a cui doveva mirare. Sempre.
«Tu non hai capito proprio niente Papillon! I Miraculous fanno parte del mondo così come ne fai parte tu, i kwami vivono in questo mondo da molto prima dell'apparizione di noi esseri umani e hanno visto tutto questo cambiare di fronte ai loro occhi. Se tu non vuoi comprendere quale sia il ragionamento dello scambio equivalente va bene, ma non puoi mettere in mezzo persone che non c'entrano niente, nessuno merita di soffrire!» ricordò Ladybug piantando i piedi nell'asfalto, impedendo all'uomo di muoversi anche solo di un millimetro.
«Sei tu che non capisci, io devo-»
«Lei non può cambiare quello che è accaduto!» urlò di nuovo Ladybug, facendogli sgranare gli occhi: «Se è successo un motivo c'è e ci sarà sempre per tutto, fa male posso capirlo, ma non si può pretendere di trovare sempre una soluzione a tutto Papillon. Vuoi perdere tutto solo per provare a compiere un miracolo impossibile all'essere umano? Ha senso secondo te? Rispondi alla mia domanda!» gli domandò mentre una lacrima solitaria le sivolava sulla maschera e lentamente arrivava al mento: «...Come la pioggia che cade tu non puoi fermarla, puoi far sì che cada su di un ombrello, sul tuo viso, ma arriverà sempre a terra e poi sparirà... Tu non puoi cambiare quello che il Destino ha deciso per te...»
Papillon sgranò gli occhi. Nel viso di quella ragazza gli parve per un secondo di vedere quello di Emilie, che lo guardava disperata e con una tristezza enorme negli occhi.
Ladybug aveva ragione? Stava davvero sbagliando nel fare tutte quelle cose?«...Vuoi rischiare di perdere l'ultima cosa al mondo che ti rimane di lei?» gli domandò un attimo dopo, senza permettere allo stato d'animo di incrinarle la voce: «Adrien è tuo figlio, fa parte di te come faceva parte di tua moglie. Se vuoi riportare lei indietro qualcun'altro perderà la vita, e probabilmente quello sarà lui... O tu, che non potrai mai più rivederla...» aggiunse iniziando a piangere, mentre le lacrime iniziavano ad accumularsi sulla sua maschera.
Papillon strinse i denti e tirò lo yoyo, facendo così perdere l'equilibrio alla ragazza. Lei cadde di schiena a terra e strinse i denti per il colpo subito, ritrovandosi la lama della spada dell'uomo a pochi millimetri dal viso.
«Ladybug!!» la chiamarono Queen B e Rena Rouge, fermate da Carapace e Adrien che aveva poco prima ripreso i sensi.
«Cosa pretendi di sapere tu ragazzina?!» le domandò avvicinando ulteriormente la spada, fino a sfiorarle il collo con la lama: «Non sai cosa significa perdere qualcuno di così importante! Non puoi capire quanto si possa soffrire per questo!» le urlò dritto in faccia, oltre a stringere i denti.
Ladybug con sguardo cupo abbassò il capo, rabbrividendo al toccare con il mento la lama che con un semplice gesto avrebbe posto fine alla sua vita. Cosa poteva fare adesso? Non aveva scelta...
«...No... Non posso saperlo...» ammise senza rialzare lo sguardo, ormai cosciente di che cosa avrebbe potuto fare l'uomo se ci avesse anche solo provato: «...Però ... So cosa si prova quando si vuole proteggere qualcuno. Io non voglio perdere la mia famiglia, così come non voglio perdere i miei amici... Ma...» singhiozzò lei stringendo ulteriormente i denti, mentre i suoi compagni di squadra la guardavano immobili, senza sapere cosa fare con i Miraculous al limite: «Ma... Non sono in grado di farlo... È questa la verità...» sussurrò stringendo i pugni.
Una sua lacrima scivolò sulla lama della spada di Papillon, non suscitando però alcuna reazione da parte sua.
«...Ultime parole?» le domandò affondando leggermente la lama nel suo collo.
La ragazza abbassò leggermente lo sguardo sulla sua mano, sgranando gli occhi al vedere il kwami del gatto nero infilarle lentamente l'anello nell'anulare destro, voltandosi verso di lei e supplicandola con lo sguardo.
«...Plagg... Claws Out...» sussurrò la ragazza dopo aver letto il labiale del kwami, un attimo prima che una luce bianca la avvolgesse completamente.
Carapace si mise di fronte ai tre compagni, pronto a difenderli anche con il suo stesso corpo, onde evitare che i suoi amici rimanessero in qualche modo feriti.
Papillon indietreggiò con gli occhi sgranati, rabbrividendo al vedere al figura della ragazza, a mezz'aria, completamente avvolta da una luce viola e con gli occhi bianchi.«Oh no...» sussurrò Rena Rouge portandosi una mano alla bocca.
«Che cosa è successo?» domandò Queen B, mentre Adrien non riusciva a dire una parola.
«...Il potere... Assoluto...» riuscì a sussurrare qualche secondo dopo, mentre Ladybug restava immobile a mezz'aria senza muoversi.
“Il tuo desiderio?, Ladybug?” domandò una voce proveniente da chissà dove, rimbombando nella testa della ragazza.
Lei spostò lentamente lo sguardo verso i suoi amici, notando anche come Adrien la stesse pregando in ginocchio anche solo con lo sguardo.
“...Voglio che tutto questo finisca...” sussurrò nella sua mente, con una lacrima solitaria che le sfiorava la guancia.