The literal meaning of 'tsuki ga kirei' is translated to 'the moon is beautiful', yet sometimes it can also mean 'I love you'.
Il rumore di un piccolo ventilatore invadeva la stanza insieme al dolce canto delle rondini e al fruscio delle bianche tende, a contatto con il fresco vento propagato dalle pale del ventilatore, così in contrasto con la pesante e afosa aria di Agosto.
Le strade pullulavano di persone e le loro voci echeggianti si spargevano per i vicoli più nascosti, insinuandosi nelle orecchie di chiunque fosse nei paraggi.
Molti erano allegri, così immersi nelle loro conversazioni e nei loro boccali di vino o spritz ed il mozzicone di una sigaretta tra le dita, alcune urla provenienti dal mercato vicino annunciavano gli sconti sugli ortaggi e sulla frutta fresca, altre potenti risate provenivano da piccoli bar, dove gruppetti di amici si riunivano per raccontarsi gli avvenimenti più recenti o per guardare le belle ragazze che passavano loro sotto il naso, le quali, allegre, gironzolavano per la gioviale e vivida città con la pelle sotto ai potenti raggi del sole e i sorrisi in bocca, impegnate a spettegolare tra loro.
E mentre la città faceva sentire la sua allegria e vivacità, c'era chi preferiva rimanersene a letto, con il fresco vento del ventilatore ad accarezzare la pelle accaldata, invece di esporla agli aggressivi raggi del sole.
La calma regnava nella camera da letto mentre granellini di polvere volteggiavano nell'aria, illuminati dalla luce, mentre il venticello li muoveva freneticamente.
Flebili fasci luminosi illuminavano la stanza dalle tapparelle alzate, in subbuglio.
Sul parquet di legno chiaro diversi vestiti erano sparsi: un paio di eleganti pantaloni neri, una camicia bianca ed una giacca nera sembravano essere parti di uno smoking da cerimonia insieme ad una cravatta celeste, mentre ciò che occupava più spazio sul pavimento era un voluminoso vestito bianco, dal lungo e fine strascico, del tutto abbandonato su quel brillante pavimento.
Ad affiancare il letto, sempre per terra, erano sparsi vestiti intimi, un paio maschile ed uno femminile, forse quelli tolti più frettolosamente a giudicare dai posti dove erano stati, probabilmente, lanciati.
Dal letto penzolavano le candide e morbide lenzuola bianche, mentre le coperte gialle erano state brutalmente scacciate ai piedi della grande porta finestra, che conduceva al balcone, e su esso due figure riposavano beate.
I loro corpi nudi erano dolcemente avvolti dalle leggere lenzuola e le loro pelli erano accarezzate dalla fresca brezza del ventilatore, proteggendole dal caldo esterno.
Completamente distrutti da quella giornata meravigliosa e stancante, e da quella nottata altrettanto colma di divertimento, erano crollati a letto, dedicandosi l'uno all'altra per la prima volta da quando quegli anelli di oro bianco erano stati messi ai loro anulari.
Il metallo luccicava allegro sotto la luce su entrambe le loro mani, mentre su quella della donna, un brillante bianco attirava maggiormente a sé l'attenzione.
Un colpo di vento improvviso fece spostare le tende, facendo arrivare il bagliore del sole sul viso della donna, illuminando ulteriormente i suoi splendenti occhi [c/o], così concentrati nella contemplazione del compagno, mentre il barlume si espandeva ai suoi [l/c] capelli [c/c], sparsi disordinatamente sul bianco cuscino, intrecciati tra loro come le radici di un grande e vecchio albero.
I suoi lineamenti dolci e delicati risaltavano la sua femminilità: i grandi occhi venivano risaltati dalle sue lunghe e folte ciglia, le gote erano leggermente arrossate dal tepore dell'ambiente e l'espressione calma e rilassata, mentre le sue due gemme rosate erano incurvate in un sorriso beato.
Il corpo era ancora intorpidito dal lungo sonno e gli arti le risultavano pesanti come macigni, così avvolti dalle candide lenzuola, che amorevolmente le andavano a coprire le dolci forme.
Ma nonostante la pigrizia, allungò lentamente la mano destra verso la figura addormentata a pancia in giù del compagno, di fianco a lei.
I suoi folti e morbidi capelli castani erano arruffati e, scompigliati, i ciuffi andavano per tutte le direzioni, il suo bel viso in parte affondava nel cuscino mentre le sue labbra rosee erano socchiuse e le sue palpebre, contenenti le sue gemme marroni, rimanevano sigillate.
La sua pelle bianca come la neve era totalmente scoperta, lasciando un bel vedere agli occhi curiosi della donna, quasi non lo avesse mai visto prima, e graffi rossi marchiavano la loro presenza sulla larga schiena dell'uomo appisolato, insieme ad un bel segno rossastro alla base del collo, identico a quello che aveva lei poco sopra il seno sinistro.
Il suo allenato e grande torso si abbassava e alzava a ritmo con i suoi profondi respiri, qualche volta un po' più pesanti del dovuto, mentre le sue muscolose braccia erano protese verso la testiera del letto.
Appoggiò le proprie dita sul delicato viso del compagno, tracciandone i lineamenti rilassati, accarezzandogli dolcemente la pelle e successivamente i capelli, dentro ai quali immerse più che volentieri le dita.
Ritornò poi al viso, memorizzando con il tatto ogni sua curva ed ogni suo tratto, fino a quando arrivò alle labbra rosate, ancora gonfie dopo tutti i baci e i morsi di quella notte accaldata.
Sempre col sorriso in bocca, iniziò ad accarezzarle con l'indice, infilando la punta del dito al loro interno, approfittando della loro leggera apertura.
Rise piano, ma si zittì in fretta quando sentì i denti di lui mordicchiarle il dito e toccarlo con la lingua umida pima di baciarlo pacatamente.
La donna sorrise ampiamente quando vide le palpebre del compagno aprirsi lentamente, rivelando le sue dolci e giocose, anche se ancora assonnate, iridi marroni.
Un piccolo sorriso si formò sulle labbra di lui mentre il dito di lei era ancora poggiato su di esse.
Si stiracchiò, allungando le gambe e la braccia, rilasciando poi un sospiro soddisfatto mentre la mano della donna si allontanava.
L'attenzione del compagno tornò su di lei, un po' più presente, ed il sorriso si estese constatando la situazione, e la causa di essa.
Si guardò per un momento la mano sinistra, ed il luccichio dell'anello gli si estese ai profondi occhi marroni, luccicanti di gioia.
Tornò a guardare la donna stesa al suo fianco, incantandosi alla vista di lei, completamente nuda ed avvolta da sole lenzuola, accanto a lui, con un sorriso tra le labbra talmente bello da illuminarle gli occhi [c/o], così dolci ed amorevoli.
Era lei, così bella, così sua.
Tornò ad accarezzargli il viso mentre un bel sorriso si espandeva sulle labbra di lui, ampio e felice.
"Buongiorno, Signor Oikawa."
Gli sorrise allegra e divertita mentre il cuore di lui batteva più forte e velocemente e le gote gli si arrossavano.
Respirò più velocemente, assuefatto dalla felicità, e le afferrò d'impulso la mano sinistra, sorprendendola e divertendola un poco.
Le guardò quasi incredulo l'anulare, adornato da quei due begli anelli d'oro bianco, e quasi gli venne un attacco di cuore.
La sua mente doveva ancora assimilare tutte quelle informazioni.
Era accaduto tutto così in fretta che quasi non se ne era reso conto, immerso in quel mare di euforia.
Forse il suo cervello non era pronto a venire a conoscenza di quella bellezza incantevole, di quella emozione fin troppo forte, di quel sentimento travolgente, di quella spensieratezza che lo colmava, ma forse era meglio così.
In fondo, quella conoscenza era riservata al cuore, non alla razionalità della sua mente.
Sarebbe stato quel muscolo così fragile a raccogliere tutte le sue emozioni ed i suoi ricordi per quella volta, e li avrebbe conservati amorevolmente, facendoglieli ricordare battito dopo battito, in ogni momento della sua nuova vita, con lei.
Non li avrebbe dimenticati, ma li avrebbe incisi, come un tatuaggio, indelebili, sarebbero rimasti lì per sempre, trascendendo la morte.
Le baciò dolcemente l'anulare, avvolgendo la sua mano tra le proprie mentre un po' gli arti gli tremavano.
"Buongiorno, Signora Oikawa."
Risollevò lo sguardo, gli occhi quasi umidi, e la attirò a sé per il braccio, intrappolandola in una stretta amorevole, facendole percepire la velocità del suo cuore, e lei, ancora una volta, sorrise.
Avvolse le sue minute braccia attorno al suo torso, inspirando il suo delizioso profumo e strofinando il capo contro il suo petto, anche il suo cuore aveva iniziato a battere più velocemente.
"Non chiamarmi Signora, mi fa sentire vecchia."
La voce le uscì soffocata contro il corpo di lui, ed una risata gli fece vibrare il torso.
La strinse di più a sé, iniziando a girarsi tra le lenzuola, fino a quando non fu sopra di lei.
La guardò con i suoi begli occhi castani, ricolmi di amore, dolcezza e giocosità, mentre le sue labbra erano schiuse nel più bel sorrise che gli avesse mai visto in viso.
"Beh, ora sei la mia Signora, quindi non voglio sentire storie."
[T/n] rise.
Stava cercando di fare l'autorevole, o cosa?
"Che scemo che sei."
Tōru ridacchiò prima di esplorare ancora una volta il bel corpo di lei, nudo, sotto di lui.
I suoi seni sodi erano una visione più che apprezzata dal castano, e non poté fare ameno di compiacersi nel notare il marchio d'amore lasciatole la notte scorsa, leccandosi poi inconsciamente le labbra.
Si abbassò su di lei, baciandole sensualmente e dolcemente il succhiotto che quella stessa notte le aveva lasciato, sentendola tendere i nervi sotto di lui, mentre con le sue ruvide ed esperte mani vagava per il suo corpo nudo.
Le mani di [T/n] però, fecero staccare le labbra di lui dal suo petto, con disappunto di Tōru, che appoggiò il mento nello dei seni di lei, un broncio in viso.
La [c/c] ridacchiò a quella vista mentre le mani del compagno non cessavano di muoversi su di lei, arrivando ai lati del suo torso.
"Siamo in luna di miele, Tōru. Non potremmo uscire un po' e fare una passeggiata?"
Il castano non si fece attendere e si allungò velocemente verso il viso della moglie, portando il suo viso a pochi millimetri dal suo, un ghigno in viso.
"Ti ho portata in luna di miele non per fare passeggiate, ma per farti mia senza che nessuno ci possa disturbare, chiaro? Adesso lasciami fare il mio lavoro, abbiamo perso fin troppo tempo."
[T/n] alzò gli occhi al cielo prima che le labbra di Tōru la travolgessero in un bacio elettrico.
Non potè non ricambiare, e lo baciò animatamente, stringendo ciocche dei suoi folti capelli tra le dita mentre sentiva la presenza del castano farsi sempre più accentuata sotto le lenzuola.
Si staccò con il fiatone dal bacio, osservando come gli occhi di Tōru la osservassero famelici, ed il suo cuore riprese a battere frenetico.
"Però stasera guardiamo le stelle cadenti, vero?"
A quella domanda, Tōru sembrò risvegliarsi da una trance, ed il suo sorriso dolce tornò a presidiare sul suo viso, così come i suoi occhi si addolcirono.
"Sai che non c'è nemmeno bisogno di chiederlo."
La ribaciò, lentamente e amorevolmente ma, presto, il bacio tornò ad essere famelico e passionale.
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Haikyuu!! One Shots x Reader ||ITA||
Fanfiction"Lieto fine. Tutti ne meritano uno, per quanto il loro animo possa essere corrotto. Ma, prima, c'è un'intera vita da vivere, e voi ne sarete una parte fondamentale, per ognuno di loro. Vi prego però di prestare attenzione. Non tutti, per quanto il l...