Ma il mio cuore mi si strinse in delle fitte atroci appena compresi che il mio ragazzo, il mio Zoro, se ne stava andando, anche se continuava a chiamarmi, dalla voce sembrava così teso e nervoso; deciso a non fare altro che non fosse cercarmi. Ascoltai impotente i suoi passi farsi più vacui, più lontani, e mi affrettai a lanciare la mia testa contro la porta sperando di colpirla e che lui mi sentisse, chiamandolo a gran voce, ma solo in quel momento mi accorsi di avere le labbra sigillate da uno strato di scotch e che non poteva uscire nessun suono comprensibile se non dei sibili e flebili gemiti, con i quali, speravo lo stesso, di attirare la sua attenzione. Preso dall'ansia di perderlo smossi la porta cercando di sfondarla, ma a malapena riuscivo a sfiorarla, finché mi bloccai quando un'ombra presso ai miei piedi, al di sotto della soglia, e illuminata dalla luce fuori, mi sovrastò di colpo.
-Mhm!- mugugnai secco e supplichevole, con gli occhi che mi pizzicavano, speranzoso che comprendesse la richiesta d'aiuto chiunque esso sia.
-Luffy?- la voce calda e imponente di Zoro fece aprire uno spiraglio di luce e rassicurazione nel mio cuore, ascoltando il suono di qualcosa che accarezzava piano la porta come a studiarla mentre mugugnai affermativo e frettoloso, smuovendo le manette che, senza volere toccarono le ferite, procurandomi dolore.
Con una spallata osservai l'entrata crollare a terra in un secondo, e ridacchiai, con lui si precipitò a liberarmi, rompendo le manette con la sua katana dal manico bianco per poi portarmi in fretta, agitato e serio, le sue mani sulle spalle, piegandosi sui ginocchi e osservandomi seduto a terra; e lì lo notai avere, su entrambe le guance, disegnate, due linee verticali di colore nero. Me ne chiesi il significato, però erano buffe e sorrisi di più.
-Cosa ci fai qui? Chi ti ha incatenato?- esclamò, levandomi quel fastidioso elemento che mi impediva di parlare, sulle labbra, con un leggero strappo che causò l'arrossamento della mia bocca, facendomi gemere per il fastidio.
Per tutta risposta a quelle domande adagiai la mia guancia contro il suo collo dove imperlavano gocce di sudore in tutto il suo corpo e vestiti, mentre ignorai la puzza intensa di terra bagnata, di fatica e fango, troppo estasiato nell'averlo di nuovo vicino e cercando il suo odore, quello vero che sapeva di spade e allenamenti, di forza e determinazione; trovandolo lo ingoiai in bocca tra gli affanni con foga, facendolo prima passare dal naso. Desideravo abbracciarlo, ma non volevo rischiare di sporcarlo di sangue, e lui se ne accorse dalle ferite ai polsi, tenuti in mezzo alle cosce dopo che li ebbe liberti, prendendomeli con delicatezza per non farmi male.
-Come va in campo?- borbottai, avvertendo il gelo delle mie mani alleviarsi al contato del caldo tepore di quelle di Zoro. -Non è ancora finita la partita, vero?-
-No, ma non è importante adesso. Chi ti ha fatto tutto questo?- scattò, desideroso di arrivare al dunque per avere le risposte tanto agogniate, mentre mi teneva stretto.
-Dovevo parlarti, ma Doffy mi ha catturato.- sbuffai dispiaciuto.
-Parlarmi di cosa? E che c'entra Doflamingo? Lui è stato in campo fino ad ora.- spiegò, stranito dal soprannome che gli avevo affibbiato.
-No, ti sbagli. Io l'ho visto! Era insieme a due tipacci e parlavano di gestire dei fili, o cose del genere. Volevo venire a dirti che stavano imbrogliando! Ma tu eri in campo.- mugugnai le ultime parole, osservandolo negli occhi verdi che lasciavano risplendere i miei.
-Sapevo che Doflamingo barava, ma non che usasse il potere dei suoi frutti.- commentò serio, riflessivo, e io lo guardai curioso prima di regalargli un dolce bacio sulle labbra.
-Tu torna in campo, io sistemo i tipacci.- esclamai divertito, strofinandomi con la fronte contro la sua tuta bianca da gioco, ignorando l'odore di sudore, o che fosse sporca di terra. A me interessava stare solo al suo fianco.
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In love by chance
FanfictionMonkey D. Luffy è un ragazzo di diciannove anni, ma con la testa, troppo, tra le nuvole ed un cuore grande e ricolmo di innocenza. Purtroppo si porta alle spalle un grande segreto e dentro un profondo dolore che continua a tormentarlo senza sosta. ...