Io e Jacob rimanemmo svegli per tutto il resto della notte, lui bevendo svariate birre presenti nel frigorifero, io sorseggiando delle bibite. Parlavamo del più e del meno, della nostra vita prima dell'infestazione di Inhibitor. Ad un certo punto arrivammo a parlare dello sport. Jacob mi disse: -Ricordo vagamente il mio passato, ma la cosa che mi è rimasta più impressa nel cervello è la mia passione per il baseball. Giocavo da molti anni, e qualche mese prima dell'accaduto erano entrati in squadra tipo quattro persone. Poi buio. Non ricordo più nulla fino al mio risveglio nella cella per Senza Volto.- Rimasi un po' in silenzio, poi mi vennero in mente varie immagini del mio passato. Io con un guantone da baseball nella mano sinistra, pronto a ricevere una palla da un qualcuno davanti a me, Jacob. -Uno di quei quattro ero io. Ora me lo ricordo.- Jacob sobbalzò, e la birra gli andò di traverso: -Sei serio? Perciò ci siamo già conosciuti! Fa davvero strano, io non mi ricordo nulla di te.- Non ci accorgemmo che era arrivata l'alba, variopinta di arancione, rosa e rosso: era splendida. Qualche ora dopo Alice e Johnny si alzarono, e sorpresa, lei disse: -Già svegli?- -Abbiamo passato una notte piuttosto movimentata.- Raccontammo di tutto l'accaduto, e lei rimase incuriosita: -Penso che tu abbia ragione, Luke. Poteva essere una manifestazione di Inhibitor, come da me è successo con quel ragno. Jacob, hai notato se aveva una specie di diamante da qualche parte?- Lui pensò per qualche secondo, poi rispose: -Ora che mi ci fai pensare, sotto alla benda ho notato uno strano luccichio. Magari si trattava di quello.- -Ne sono quasi certa. Dobbiamo però cercare Aurora, è lei l'esperta di tutto questo.- Iniziai a sentire una strana sensazione. Avvertii l'avvicinarsi di moltissime gambe, che marciavano nella nostra direzione. Ci avevano già scoperti? Decisi di uscire per controllare di persona. Alice mi fermò: -Luke, dove stai andando? Ti vedo preoccupato.- -Ho una brutta sensazione. Sento che qualcuno si sta avvicinando.- Ci scambiammo sguardi decisi, e ognuno si preparò al combattimento. -Vi ringrazio, non saprei cosa fare senza di voi.-
In silenzio ci avvicinammo al cancello, e sentimmo dei passi veloci. Johnny, che era il più alto, sbirciò fuori dalla staccionata, poi si abbassò e ci disse: -C'è una ragazzina con un braccio ferito che scappa da qualcosa, ma non ho visto nulla che la inseguiva.- -Usciamo, aiutiamo quella bambina.- Aprimmo il cancello, e subito vidi la ragazzina che correva tenendosi un gomito. Poco lontano da noi rallentò, poi cadde a terra, probabilmente sfinita dalla corsa. -Presto, prima che quel qualcosa che le da la caccia si presenti qui.- Quando mi avvicinai meglio alla bambina inerme mi si gelò il sangue, ma allo stesso tempo fui felice di vedere quella persona viva:
-Aurora...-
La portammo in casa, e Jacob le medicò il braccio. Rimase incosciente per un po' di tempo. -Sulla ferita c'era una strana sostanza azzurra, non so di cosa possa trattare.- Alice sbiancò: -Io so che cos'è quella.- -Davvero?- le chiesi, curioso. -Quella sostanza azzurra serve a metter fuori gioco un nemico al solo contatto col sangue. E proviene solamente da una fonte: le lame di Pete.- Jacob e Johnny si guardarono confusi, e a me venne il sudore freddo: -Mi stai dicendo che Aurora si è trovata faccia a faccia con Pete? Da sola? E ne è uscita solo leggermente ferita? Strepitoso.- -Non dimenticare che è anche riuscita a sfuggirgli. Noi siamo dovuti volare via.- Jacob ci interruppe: -Scusate, chi è questo Pete di cui parlate?- -È uno dei due miei amici trasformati in soldati, quelli di cui ti ho raccontato stanotte.- -Li hai solo vagamente citati, non me ne hai parlato, ora è il momento di raccontare l'intera storia.- Sospirai, e dissi: -Dato che non abbiamo nulla di meglio da fare, vi racconterò di Pete e John, gli Immuni numeri 5 e 6.
Le nostre madri erano amiche sin da prima della nostra nascita, e da ciò derivò un'infanzia passata insieme. Ora come ora non ricordo praticamente nulla di quegli anni, ma sono stampati in testa i momenti più importanti, come quella volta che unendo le forze sconfiggemmo i bulli che ci perseguitavano. Ah, bei momenti. Non ci siamo mai divisi, eravamo una squadra invincibile, nulla poteva fermarci.- Mi fermai un attimo, e mi asciugai la lacrima che scendeva per la mia guancia destra: -Ma tutto venne interrotto da un, alla mia insaputa, trasloco temporaneo della mia famiglia. Fino a quel momento non mi ero mai allontanato troppo dalla nostra città, solo per le vacanze. Comunque, il trasloco ci portò a pochi paesi dal nostro, ma la cosa mi distrusse mentalmente, e per varie settimane non uscivo di casa, colmo di tristezza. I miei genitori si preoccuparono per la mia condizione, e decisero di iniziare a portarci al mare tutti i pomeriggi, per dei corsi di racchettoni, giusto per trovare un modo per farci abituare al nuovo ambiente. E fu lì che la mia vita cambiò di nuovo, perché incontrai una persona che si trova proprio in questa stanza.- Jacob, Alice e Johnny si guardarono in giro incuriositi, poi dissero in coro: -Chi?- Mi voltai, con un sorriso: -Alice.- Lei sembrò stupita, e disse: -Io? Davvero?- -Si, sei stata tu a tirarmi fuori da quella tristezza in cui mi ero sotterrato. È da lì che nacque questa.- Tirai fuori la foto dalla tasca, leggermente provata da tutti i pericoli che avevamo affrontato. -Comunque, i momenti che abbiamo passato insieme sono ancora confinati nel profondo del mio cervello, quindi non ricordo nulla, ma ricordo qualche immagine del giorno del nostro addio: Una collana divisa a metà a forma di stella, un abbraccio e molte, molte lacrime versate.- Alice aveva lo sguardo basso, ma poi lo alzò e disse: -Ora ricordo cos'è.- Aprì una specie di scompartimento nell'avambraccio sinistro, e da lì tirò fuori la catenella, con metà della stella dorata: -Speravo di ricordare cosa fosse, quando mi sono risvegliata nella cella, all'inizio di tutto questo, la nascosi ai dottori per potermela tenere, e scoprire che valore affettivo potesse avere. Finalmente direi che sono riuscita nel mio intento.- detto questo si infilò la collana, sorridente. -Quindi? Non finisci di raccontare la storia di Pete e John?- -Ah, giusto, scusate. Dicevo, tornato a casa mia tutto era cambiato, Pete e John erano diventati i bulli più temuti del nostro quartiere e della nostra scuola. Avevano tramutato la tristezza in rabbia e rancore, che versavano sui più deboli. Dopo il mio ritorno ho un vuoto completo, non ricordo nulla. La mia memoria ritorna in quello sventurato giorno, quando tutto è iniziato. Poi tutto come se fosse accaduto ieri: il mio contagio, il mio ricovero, la loro visita in ospedale, la mia prigionia, la loro trasformazione in soldati e la mia fuga. Dopodiché ho affrontato Pete con Alice, poi John qui con tutti voi. E detto questo si chiude la storia di Pete e John, gli Immuni numeri 5 e 6.- Rimanemmo in un imbarazzante silenzio per un po', poi Jacob ruppe il silenzio e disse: -Wow, ne avete passate di cotte e di crude, non c'è che dire.- Sorrisi: -Hai ragione, ora però ho proprio bisogno di una dormita. Svegliatemi se Aurora si alza.- Salii le scale, ma arrivato in cima Alice mi afferrò per un braccio: -Grazie per avermi restituito questo ricordo, Luke. Sono davvero contenta di averti conosciuto.- -Vale lo stesso per me, Alice. Non saprei cosa fare senza di te.-

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Survivor
FantasyIn un futuro non molto lontano, L'umanità verrà attaccata da una minaccia che spazzerà via l'80% di tutta la popolazione mondiale. Si tratta di un virus che trasforma le persone in dei "senza volto", esseri antropomorfi senza tratti facciali e senz...