🌸3(Parte II/II)

440 61 82
                                    

Kotori bussò alla porta della casa della cognata riparandosi dalle piccole gocce di pioggia che avevano cominciato a bagnarle la stoffa del Kimono

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Kotori bussò alla porta della casa della cognata riparandosi dalle piccole gocce di pioggia che avevano cominciato a bagnarle la stoffa del Kimono.

Per quanto le desse noia ammetterlo, quella passeggiata era riuscita a farla calmare e, infatti, quando Amaterasu le aprì la porta le rivolse immediatamente un sorriso cordiale, ben lungi dall'arrabbiatura con cui si era dovuta confrontare in precedenza.

«Kotori-chan!» esclamò la bambina, di appena otto anni, facendole cenno di entrare senza neanche inchinarsi. «Giusto in tempo per il pranzo! Cosa ci fai qui?»

La ragazzina non ebbe il tempo di rispondere che la voce adulta della padrona di casa irruppe nel corridoio, attirandole verso la sala da pranzo da cui proveniva un ottimo odore di pesce. «Amaterasu! Chi è, a quest'ora?»

Le due entrarono all'interno della stanza in cui stanziava il tavolo, su cui erano posati piatti semplici ma che agli occhi di Kotori apparvero prelibati. Dopo tre lunghe ore passate a camminare, sentiva le gambe doloranti, la gola secca e lo stomaco brontolante. Il suo fisico ancora da bambina non aveva ceduto solo a causa dei continui allenamenti cui Minari l'aveva sottoposta, senza di essi sarebbe sicuramente svenuta a metà strada, appena prima dell'arrivo del tifone.

«Hashiko-sama, perdonatemi per essermi recata a casa vostra senza invito.» si scusò, inginocchiandosi profondamente davanti la soglia della sala da pranzo.

«Oh, Kotori, non preoccuparti: nessun disturbo.» la incoraggiò la donna, facendole cenno di alzarsi, quando lei avrebbe voluto trascorrere tutto il tempo seduta. «Terrai di certo impegnata Kosaki... piuttosto, Amaterasu, valla a chiamare!»

La ragazzina sbuffò indispettita, affacciandosi al corridoio per chiamare senza alcuna grazia la sorella maggiore che, veloce come un fulmine, si recò in sala da pranzo.

Non appena i suoi occhi castani incontrarono quelli di Kotori le sorrise gentilmente, suscitando la sorpresa della ragazza, che non si aspettava quella cordialità dalla sua futura cognata. «Kotori-san! Com'è bello vederti!» esclamò, usando l'onorifico "san". Sicuramente, perché non erano ancora riuscite ad instaurare un rapporto d'amicizia, cosa che infastidì leggermente Kotori.

«Anche per me è un piacere essere qui, mia madre ha ipotizzato che avremmo potuto sfruttare questa giornata per conoscerci meglio.» accampò a mo' di scusa, inginocchiandosi sui cuscini accanto ad Hashiko e Amaterasu, mentre Kosaki sedeva all'altro lato del tavolo. Solo in quel momento, Kotori notò la presenza di un grosso livido violaceo presente sul lato destro della sua guancia.

«Tua madre ha ipotizzato bene.» rispose Hashiko, lanciando uno sguardo alla figlia minore.

«Itadakimasu!» esclamò quest'ultima, spezzando le bacchette prima di avventarsi sugli involtini di alghe nori, riso e pesce con voracità.

Kotori la imitò, rendendosi conto della totale assenza di serve in casa. «Siete da sole?» domandò, infilandosi in bocca uno degli involtini.

Hashiko si irrigidì immediatamente, come se quella domanda avesse toccato un nervo scoperto «Intendi che... hai notato l'assenza di mio marito?» rise nervosamente, mascherando la vergogna che opprimeva gli Itou in quel periodo.

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑂𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡àDove le storie prendono vita. Scoprilo ora