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(: enjoy :)
Sono sicuro di essere morto. Ne sono certo. È buio, non vedo niente, ma sotto di me c'è un enorme specchio, del quale non vedo gli estremi. Vedo solo la mia immagine riflessa in questo grande pavimento di vetro. «Che figo che sono» dico per sdrammatizzare, mentre mi passo una mano nei capelli, sempre osservando la figura sotto ai miei piedi, che imita ogni mio movimento. Aspettate un attimo, perché sono morto? «Un uomo ubriaco ti ha ucciso» dice un signore dietro di me, che non so nemmeno chi sia. Oh, ora ricordo. Mi ha chiesto della marijuana, cosa che non avevo perché non sono un fattone, e poi si è incazzato perché non gliel'avevo data. Riesco a rivedere l'immagine di lui che tira fuori dalla tasca una pistola e me la punta all'altezza dello stomaco. Eppure, non ho sentito niente, sono morto senza provare dolore. Che figo. Aspettate ancora un attimo. «Tu chi sei? Gesù? Dio? Uno stalker?» chiedo voltandomi verso il signore che mi ha parlato poco più di un minuto fa. Non c'è più, strano. Ritorno alla mia immagine riflessa nell'enorme specchio sotto ai miei piedi. Poi, una fitta alla pancia mi costringe ad inginocchiarmi e a premere la mano sul punto dal quale proviene il dolore. Quando tolgo la mano, questa è ricoperta di sangue, così come lo è la mia maglietta. Nel frattempo il signore è riapparso al mio fianco. «Scusami, ero andato a prendere i documenti» dice tranquillo, mentre compila dei fogli, che poi mi porge. Sto morendo e lui scrive su dei dannatissimi pezzi di carta. No aspetta, sono già morto. E allora perché perdo sangue? E perché fa così tanto male? «Dai firma» mi dice il tizio, lanciandomi la penna, per poi infilarsi le mani nelle tasche. «A cosa servono?» chiedo, gemendo dal dolore, per poi afferrare con mano tremante la biro. «Oh giusto, devo spiegarti tutto» si rimprovera lui, come se dimenticarsi di dirmi cosa stia succedendo non avesse nessuna importanza. «Sono il tuo survival trainer, tu sei morto, ma tra poco non lo sarai più perché ritornerai sulla Terra. Devo farti firmare questi documenti così posso far vedere al capo che tu sei morto per circa undici minuti e poi sei resuscitato, per modo di dire» È assurdo, ma lo dice con così tanta convinzione che sembra una cosa normale, da tutti i giorni. «Perché devo ritornare sulla Terra?» gli chiedo mentre firmo i fogli, sporcandoli qualche volta con il mio sangue, ma fregandomene altamente. «Perché la tua fidanzata ti ha salvato» E poi mi ricordo ancora. La sua voce che mi chiamava, le sue mani che mi scuotevano, cercando di risvegliarmi, le sue lacrime che gocciolavano sul mio viso. È da lì che poi non ho sentito più niente. Daisy. Probabilmente ora mi risveglierò in ospedale, o almeno spero. Il dolore é diminuito, ma è ancora fastidioso e il sangue non ha smesso di uscire fuori dalla ferita. Lancio i fogli al mio survival trainer con un gesto scocciato, come per dirgli di sbrigarsi a farmi tornare sulla Terra, perché il dolore mi sta pian piano facendo indebolire. E alla fine, mi addormento di nuovo.
Mi risveglio subito dopo, ma i miei occhi, abituati al buio e allo specchio enorme come pavimento, sono costretti a socchiudersi non appena vengono colpiti da un forte fascio di luce, una volta aperti. Sento qualcuno stringermi il braccio, così tanto che sento le sue unghie infilarsi nella mia pelle e graffiarla. Sono sicuro che sia Daisy, nessun altro ha delle unghie così lunghe tanto da sfracellarmi il braccio. Quando le mie pupille si sono adattate alla luce, sorrido, guardando la mia bellissima fidanzata osservarmi preoccupata. «Tom, mi sei mancato» dice appoggiando la testa sul mio petto. Le accarezzo i capelli morbidi e profumati. Ho sempre adorato giocare con le ciocche dei suoi capelli, è un passatempo divertente. Un ghigno mi appare sulle labbra. «Daisy, non ci crederai mai, ma sono morto e poi resuscitato! È stata una figata!»
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— bye guys be kind
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