Ei mattiniera

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Lo fissai intensamente ancora una volta e mentre collegavo dove l'avevo già visto prima dell'episodio con la scatola, credo che aggrottai la fronte perché lo vidi irrigidirsi come se qualcosa non andasse.

-Tutto ok?-

-Oh sisi sto bene cercavo solo di capire dove ti ho già visto prima di stasera-

-Vuoi una mano?-

-No credo di aver capito, ma se mi sbagliassi correggimi-

-Ok-

-Sei quello che ha la valigia come la mia, l'amico di Andrew, giusto?-

-Già, per quanto non mi piaccia la popolarità per via di Andrew ovvero non voglio essere ricordato solo come suo amico, sono proprio io- sospirò e distolse lo sguardo fissandolo per un attimo su un punto della stanza alle mie spalle. Poi tornò a guardarmi negli occhi: -ah quindi sei tu la ragazza che mi ha messo in difficoltà con una valigia?!-

-Scusa io non volevo dire che.. Si insomma che so chi sei perché sei suo amico.. Io volevo solo..- di nuovo il suo dito sulle mie labbra. Devo iniziare a farfugliare più spesso se questo era ciò che accadeva ogni volta.

-Mi fai un favore?- mi chiede guardandomi in modo serio, temevo che siccome era amico di Andrew fosse un po' come lui e avevo paura di ricevere un'altra proposta indecente anche da lui. Poi mi decisi e annuii.

-La smetti si sentirti in imbarazzo quando ci sono io, mi mette a disagio la cosa e non lo sopporto perché so che anche tu sei a disagio- incurvò di nuovo le sue labbra in un dolce sorriso e in un batter d'occhio mi ritrovai anche io a ricambiare quel sorriso senza quasi volerlo. Nessuna proposta indecente, nulla di cui preoccuparsi, anzi parole bellissime.

-Va bene- scoppiai in una leggera risata, cui si unì anche lui.

Sembrava così diverso da Andrew che quasi non credevo possibile che fosse suo amico. Uno più che coglione, stronzo e odioso più che mai mentre l'altro dolce, sensibile preoccupato persino di come mi sento mentre parliamo. Due cose totalmente diverse, due cose una l'opposto dell'altra, eppure erano amici.

-Sarà meglio che andiamo a letto ora o qui prenderanno provvedimenti- mi disse in tono ironico. Annuii. Poi prese le sue chiavi e iniziò ad incamminarsi verso le scale.

Lo seguii e salimmo insieme fino al piano dei ragazzi.

-Ci vediamo domani allora, notte- sorrise.

-Notte- sorrisi. Poi cominciai a salire per arrivare al piano delle ragazze.

Arrivai sul piano delle ragazze e vi trovai Eleonor e Maya comodamente sedute davanti alla porta, in attesa che io portassi le chiavi.

-Dovrei essere io quella stanca che ho fatto due volte le scale, non voi- scoppiarono a senza controbattere.

Aprii e quelle due sfaticate si alzarono e si precipitarono dentro. Buttandosi a peso morto ognuna sul proprio letto. Chiusi la porta e le raggiunsi, sprofondando anche io sul mio letto. Ora eravamo tre sfaticate e un silenzio che regnava come se in camera non ci fosse nessuno, l'unico rumore era quello dei nostri respiri.

Credo che da quel momento nessuna delle tre si mosse più e tutte crollammo in un sonno profondo, perché quando riaprii gli occhi, dalla tapparella, ancora a metà della finestra, filtrava la luce del giorno e dava al quanto fastidio.

Mi alzai dal letto e guardai fuori dalla finestra. Un leggero sole filtrava tra i rami della pianta davanti. Socchiusi gli occhi alla vista di quel sole anche se debole, i miei occhi ancora non si erano ripresi dal sonno in cui erano immersi poco prima.

Distrazione di un angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora