Can't go back

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Molte volte, Clancy si ritrovava a pensare a tutto quello che era successo fino a quel momento.
La vita da idol, i riflettori, i fan, l'affetto... se aveva dei ricordi confusi, erano proprio quelli.
La caduta di tutto, le luci della ribalta andate, l'orfanotrofio... Bridgitte.
L'operazione.
La litigata che i due avevano fatto, il rumore assordante delle ruote di un'auto che frenavano violentemente sull'asfalto, la pozza del suo caldo sangue che si espandeva a vista d'occhio sulla strada...

La vista sfocata, la risata di Bridgitte e la sua che si intrecciavano, il sentimento di vuoto che per tutto quel tempo aveva riempito i suoi ormai confusi sensi.
Tutto ciò sembrava invece ripetersi in eterno, nella sua mente annebbiata: quasi come uno di quei tormentoni estivi che ai tempi andavano tanto di moda, messi in loop alla radio come fossero chissà quale capolavoro da esibire, ancora e ancora.

A volte, rimpiangeva l'essersi operato; anzi.
In quelle volte, era più corretto dire che rimpiangeva la sua intera esistenza.
Non era mai stato il tipo di piangersi addosso su qualsiasi cosa che gli capitava.
Aveva sempre accettato tutto sportivamente, resistendo ad ogni più piccolo sentimento negativo che invadeva il suo corpo, respingendolo nel profondo delle sue viscere.

Eppure, tutto ciò dove l'aveva portato?
In un letto d'ospedale.
In un fottutissimo letto d'ospedale, su cui sarebbe probabilmente crepato da un momento all'altro.
E, proprio lì, nella penombra della sua camera, i sentimenti d'odio e la saccenza che riservava unicamente alla stoltezza umana, i suoi demoni prendevano vita, sconvolgendo tutto quello per cui aveva lottato: essere una persona normale.

Perchè sì; Arnoux non era una persona che rientrava nella norma. Era un mostro.
Un errore.
Era la reincarnazione di tutto l'odio che aveva dato vita al nuovo sè stesso.

Ma poi, aveva incontrato Saeku.

Lui, un semplice infermiere, che era riuscito in un'impresa non altrettanto visibile: riuscire a farlo sentire felice.

Non importava come, non importava quando, ma i due si erano ritrovati fidanzati, legati dall'incidente stradale che sembrava aver segnato Clancy a vita.

Purtroppo, però, quest'ultimo non poteva dimenticare tutto ciò che gli era successo.

Anzi, era più corretto dir che non voleva farlo.
Era grato per aver incontrato il suo ragazzo, così come era grato che lui fosse lì.

Al suo fianco, sempre e comunque, nonostante in lui non fosse rimasto nemmeno la più piccola traccia di luce.

Eppure, Clancy continuava a non voler perdonare; perdonare sè stesso, perdonare le persone che lo trattavano come niente più di un invalido, perdonare la persona che il giorno di quel maledetto incidente stradale si ritrovava proprio lì, al volante della macchina che lo aveva investito.
Ma soprattutto, non riusciva a perdonare Bridgitte.
Perchè, se c'era una cosa che si distingueva fra i mille ricordi sfocati e le altrettante facce fintamente sorridenti che acquisivano il colore con il tempo, era proprio quella:

La consapevolezza che tornare indietro fosse impossibile.

//Stendiamo un velo pietoso sul fatto che avevo iniziato ad abbozzare 'sta roba al compleanno di Clancy, per poi prendermi 'na pausa di poco più di un mese per continuare... :").
E niente- è solo un piccolo "regalino" per uno dei miei personaggi preferiti~ spero solo non abbia fatto troppo schifo qwq.
Grazie per aver letto!

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