"L'uomo ha bisogno di quello che ha in sè di peggiore
per raggiungere ciò che di migliore esiste in lui." (Coelho)
Harry riprese conoscenza e farlo per lui fu doloroso. Gli martellavano le tempie in maniera assillante.
Ricordava solo vagamente la notte di luna piena, il vampiro, la lotta terribile, e la propria umiliante, terrificante sconfitta. Rivide un fotogramma inquietante dove una specie di orso dal pelo rossastro e riccio affondava le zanne nella gola di qualcuno che sembrava, ma non era affatto, un uomo. E quest'ultimo non era un uomo perché aveva dei canini lunghi e aguzzi, la pelle pallida e una voce stridula che ancora gli risuonava, come congelata, nelle orecchie.
Ma soprattutto risentì il tic tac di un orologio e questa fu la cosa che gli diede il brivido peggiore.
Harry si sforzò di identificare la visione, ma era come tentare di dare razionalità a un sogno di cui si ricordava troppo poco. Guardò se stesso e scoprì di essere in mutande sotto una montagna di coperte. Non aveva freddo, sentiva che la propria temperatura corporea era perfetta e il tepore lo cullava. Avrebbe voluto non alzarsi mai, ma sapeva anche che doveva farlo.
Di lati a lui erano stati lasciati dei vestiti della sua misura, caldi e puliti.
Scostò i lenzuoli e il piumone per scendere con i piedi sul parquet e vestirsi. Mentre si infilava l'ultima parte del vestiario, una camicia blu scura con un cavallino rosso ricamato sul taschino, si chiese dove fosse. C'era del legno dappertutto, di un colore simile al pelo di quello strano orso bipede e terrificante della sua visione.
All'improvviso ricordò, folgorato... ma certo! Era a casa di Mark.
Si mise le ciabatte rivestite di morbido velluto blu, domandandosi chi fosse il produttore geniale di quelle scarpe, e scese al piano inferiore.
John, seduto in poltrona, si massaggiava le tempie come se fosse incredibilmente stressato
«Harry» disse «Finalmente ti sei svegliato. Credevo che fossi morto»
«No, non sono morto» rispose il giovane, colpito «Avrei dovuto?»
«Le ferite di vampiro non si cicatrizzano, non si chiudono, ti ammazzano. Ma a quanto pare Mark e quel genietto matto di sua figlia sanno il fatto loro in materia. Anche se li ho sentiti gridare e pensavo che... che non ce l'avresti fatta. Ma come ho già detto, sanno il fatto loro!»
«Lo sanno davvero... » Harry si passò la mano alla base del collo, trovandolo liscio, risalì fino alla mascella e non trovò niente «Mi hanno tappato tutti i buchi»
«Hai perso molto sangue»
«Davvero mi sono trasformato in uomo lupo?»
«Davvero» Confermò una voce roca e amichevole, decisa quanto profonda.
Mark avanzò zoppicando leggermente, enorme, temibile, eppure molto meno minaccioso di come Harry lo ricordava. Non era vestito di nero, ma di un grigio chiaro tendente al panna che lo faceva sembrare ancora più largo e gli conferiva una strana luminosità. L'unico elemento scuro era una bandana che come al solito gli cingeva la fronte.
John non alzò neppure lo sguardo, ma notò lo stesso quello strano bagliore
«Ti sei messo vestiti chiari?» chiese
«Si»
«Chi è morto?» scherzò «Come mai questo lutto?»
«Nero» rispose cupo Mark, con una sfumatura profondamente malinconica nella voce «Nero è morto».
Il sorriso di John si spense lentamente sul suo volto fino a diventare un'espressione di incredulo dolore
«Mi dispiace. Io stavo solo scherzando e...»
«Il mio padrino è morto?» intervenne Harry, guardando Mark, che ricambiò con un mormorio dispiaciuto
«Si, purtroppo, ma è morto da eroe»
«Come è successo?»
«Come un eroe»
«No, intendo, cioè... cosa lo ha ucciso?»
«Non so se ti piacerebbe saperlo, ragazzo... forse è meglio che tu non ricordi».
Harry sentì qualcosa serrargli la gola, ma strinse i denti
«Voglio sapere come è morto. Devi raccontarmelo».
Mark annuì, e glielo disse senza perdere altro tempo
«Ha difeso questa casa dall'attacco di due vampiri che i draghi non avevano percepito... sai com'è, i vampiri sono cadaveri, non emanano le vibrazioni dei viventi. Li ha eliminati da solo, ma se lo sono trascinato all'inferno. Ho trovato questa mattina il suo corpo freddo al limitare del bosco insieme ai due corpi mezzi disfatti dei suoi uccisori. Gli hanno aperto il petto e la gola, mente era ancora vivo. Lui è stato veramente, veramente coraggioso. Se penso...» strinse i pugni così forte che ad Harry parve di aver sentito uno scricchiolio di ossa «... Che avrei potuto proteggere io stesso questa casa» concluse Mark, in un soffio quasi inudibile.
Harry caracollò a testa bassa in direzione del gigante
«Non avresti comunque potuto fare niente. Avresti dovuto controllare e proteggere un impiastro come me, giusto?» disse calmo il ragazzo «E comunque, aldilà di tutto questo, sono lieto di ringraziarti»
«Pensavo fossi arrabbiato con me»
«Perché dovrei...»
«Perché ti ho salvato così tante volte che per ricambiare sarai in debito con me per il resto della tua vita mortale»
«Sarà un onore» ribatté Harry, battendosi il petto con un pugno
«E lo sai che questo significa che dovrai seguire il corso di decine di altri eventi come questo con me e per me?» precisò l'Oscuro Ministro, con un mezzo sorriso
«Si e ne vado fiero»
«E che rischierai la vita. Ancora»
«Ovvio»
«Che non potrai avere mai più una vita normale»
«Ovvio»
«Che dovrai servire la mia causa, il regno da cui proviene Shadow e contemporaneamente l'America nel medesimo modo»
«Certamente»
«Che ti nominerò Cavaliere del Ministero?»
«Io» Harry rimase zitto ad assimilare la notizia per cinque o sei secondi, poi si grattò la testa «Non credo di dover... ehm... che signific... no... aspetta, tu puoi nominare cavalieri?»
«Mark è una persona estremamente in alto nella catena sociale dell'impero dei draghi» intervenne John, gongolante «Un Dragoniere è un essere superiore e super stimato. Ha il potere di nominare cavaliere, di fare erigere i palazzi e di unire le persone in matrimonio come farebbe un prete. Un drago è ancora più potente: può applicare la pena di morte e decidere di liberare i prigionieri di guerra oltre a possedere tutte le facoltà che ho già citato. Ah: anch'io sono un dragoniere!»
«Fantastico!» esclamò Harry «Per un drago tutto questo!»
«Già... hai mai visto il mio drago? Ti assicuro che ... »
«Ho già conosciuto Dollaro» Harry sorrise e fece con la mano un gesto a mezz'aria «Dorato e bellissimo. La creatura più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita»
«Oh, grazie! Pensavo di vederla in questo modo solo io! Ovviamente sono gusti... c'è chi non sopporta il mio piccolo Dollaro e sceglie di ammirare i draghi rossi o quelli oscuri come Shadow. Giusto Mark? Mark?» John fece un giro su se stesso senza trovare il compagno «Ma dove è andato?».
Harry si strinse nelle spalle
«Non lo so» rispose, titubante «E ho l'impressione di non volerlo scoprire. Sul serio» aggiunse infine, guardando il modo in cui John ammiccava malizioso.