Capitolo 8 "Otello o Romeo?

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Sono in camera e guardo il soffitto da almeno un'ora. L'orologio segna le due del mattino. Perfetto, domani a scuola sarò uno Zombie. Cerco di spegnere il cervello ma i pensieri vagano selvaggi. Non riesco ad imbrigliarli. Patrick. Gabriel. I loro visi e le loro bocche si confondono nella mia mente.

Un rumore mi scuote dai miei pensieri.

"Jess".. ma scherziamo!

Mi alzo di corsa e sbatto il mignolo al bordo del letto. Faccio uno sforzo sovrumano per non urlare e saltellando raggiungo la finestra.

Mi affaccio e vedo Gabriel.

"Fammi entrare"

"Tu sei matto!Sono le due del mattino!Vattene a casa" dico cercando di non alzare la voce.

Il mignolo mi fa malissimo. Credo di essermelo rotto.

"Ti ho vista prima. Ti ha riaccompagnato quel mezzo uomo" dice malcelando la sua rabbia.

"Gabriel, per favore vai via, ne parliamo domani" lo supplico.

"Se non vuoi che faccia svegliare tutto il vicinato, vieni ad aprire la porta." ordina perentorio.

"Io vado a letto, buonanotte" chiudo la finestra e saltello nuovamente verso il letto.

"Heart beats fast, colors and promises, How to be brave, how can i love..."

È pazzo, sta cantando la mia canzone preferita... saltello nuovamente verso la finestra.

"Zitto ti prego!" gli dico affacciandomi

"Allora aprimi" dice guardandomi fisso e serio.

"Non posso. Credo di non poter fare le scale."

"Che vuoi dire?" chiede allarmato.

"Voglio dire che per correre alla finestra ho sbattuto il mignolo. Credo di essermelo rotto" dico con la voce rotta dal dolore che non riesco più a gestire.

In un attimo vedo Gabriel arrampicarsi aiutandosi coi grossi rami del glicine che ricopre le pareti della mia casa. In un attimo è su ed entra in camera.

"Jess..." Gabriel mi prende in braccio e mi fa sedere sul letto. Accende la lampada sul mio comodino.

"Si credo sia rotto Jess, si sta gonfiando. Bisogna subito metterci del ghiaccio." dice lui alzandosi e dirigendosi verso la porta della mia camera.

"No per favore. Non voglio svegliare i miei genitori. Domani gli faccio dare un'occhiata da mio padre. Come glielo giustifico il fatto che sei qui secondo te?" gli chiedo infastidita.

In fondo è colpa sua se mi sono fatta male.

"Potevi evitare di fare l'Otello geloso travestito da Romeo sotto la mia finestra!Non sono Desdemona, nè tantomeno Giulietta"

Gabriel comincia a ridere scuotendo la testa.

"Sei veramente la peggio" mi dice "Arrivo qui incavolato e mi ritrovo in ginocchio davanti a te a ridere come un coglione."

A quel punto anche io non riesco a trattenere le risate nonostante il dolore. Rido così tanto che Gabriel è costretto a mettermi una mano davanti la bocca per non farmi sentire dai miei genitori. Per fortuna che la loro camera è al pian terreno.

Mi butto indietro sulle coperte tenendomi la pancia.Gli addominali mi fanno male. Gabriel si sdraia sopra di me.

Smetto completamente di ridere. Il suo viso è a un soffio dal mio.

"Perchè sei uscita con quello?" mi chiede

"Gabriel non sono affari tuoi con chi esco o meno" gli dico cercando di levarmelo di dosso.

Non lo voglio così vicino.Le sue labbra sono un richiamo troppo irresistibile.

"Si che lo sono Jess. Ti avevo appena detto che volevo frequentarti"

"Non mi pare di averti risposto in merito." gli rispondo fingendo una freddezza che non sento.

"Sei proprio una stronza" mi dice alzandosi finalmente.

Non dovrei lo so, ma all'improvviso sento un freddo tremendo. Mi dispiace. Vorrei dirgli qualcosa, ma lui è già lontano.

"Buonanotte Jess" mi dice guardandomi negli occhi.

"Gabriel aspetta..."  le parole si bloccano.

"Cosa vuoi ancora? La situazione mi sembra chiara. Ci stai insieme Jess?"   la sua voce trema.

"Ecco...io.. non lo so. Più o meno" arranco.

"Cosa significa più o meno. O ci stai o no...Ci sei stata a letto?"

"Gabriel no!Lo conosco appena. Siamo usciti una volta e basta!" rispondo con foga.

All'improvviso Gabriel annulla la distanza che aveva messo tra di noi.  Cadiamo insieme sul letto.La sua bocca è sulla mia.

"Jess tu mi fai uscire di testa" mi dice continuando a baciarmi.

"Tu quello non lo devi più vedere." dice alzando un attimo la testa per guardarmi negli occhi.

"Promettilo" sussura

"Jess promettimelo"

"Prometto" gli rispondo riavvicinandolo a me.

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