settimo capitolo

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E fù così che ci lasciammo.
Una storia così lunga meritava un altro finale, forse più profondo e sentito.

Lasciai la casa sin da subito.
Mi fù un po' faticoso riprendere tutte le mie cose, foto, vestiti che avevano ancora il suo odore, vecchie foto e lo stesso Paolo non aiutò per niente.

Lo ricordo ancora appoggiato all'anta della porta, con le mani nelle tasche e gli occhi su di me.
Erano occhi spenti, a tratti violenti.
《Quindi hai deciso》mi disse con un tono indifferente.
《Sì, è una situazione che non avrei mai voluto》era come se cercassi di scusarmi, di trovare un pretesto per non far ricadere la colpa su di me.
Ma la colpa, era totalmente la sua.
Non avrei mai fatto questo passo se non fosse stato per i suoi comportamenti.
Devo metterlo in testa.

Mi ritrovai al centro della stanza.
Le numerose foto, cornici e mobili comprati insieme in pomeriggi indimenticabili erano come se cercassero di farmi cambiare idea.
Come se mi facessero ripercorrere tutta la nostra storia, tutti quei momenti in cui ero stata bene.

Ho la brutta abitudine di trovare e vedere solo il bene nelle persone, nelle situazione, rimanendo così accecata dalla realtà.
Una realtà spietata ed insopportabile.
Che una donna non può sopportare.

Iniziai a piangere.
Silenziosamente, attenta nel non farmi sentire da Paolo.
Bisogna scegliere con cura a chi dimostrare le proprie insicurezze.

Ed io,
non ero,
non sono
sicura di mostrarle proprio a lui.

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