Questa é la storia di una quattordicenne,sola,fragile e solitaria,che sopravvive restando a galla tra lacrime e dolore.Non crede ai principi,né alle favole,ma aspetta il principe azzurro da una vita,per poter essere al sicuro tra le sue braccia e nelle sue labbra.
Azzura sopravvive colpevolizzandosi perfino di esser nata.Si sente sola,incompresa,é nostalgica della sua infanzia e malinconica.
A soli sedici anni crede di essere il più grande sbaglio nato in Terra,ma non sa cosa le riserverá il futuro..Tornai a casa,rabbrividendo per il freddo,riscaldando le mani ruvide tra la felpa che molto spesso indossavo per nascondere le imperfezioni fisiche da cui ero ossessionata.
Quel giorno,fui sola in casa,i miei erano in ospedale visto che mia nonna fu ricoverata d'urgenza quella stessa mattina.
Era tardi,il buio calava e su di me calava anche la paura di perdere una persona importante.
Ero allo stesso tempo nervosa,decisi di chiamare la mia migliore amica,Jess.
Le raccontai tutto,evidenziando ogni minimo dettaglio,non tralasciando alcun particolare riguardante la mia storia con Joe e quella spiacevole situazione riguardante la nonna.
Parlammo circa due ore,dopodichè,sfinita dal sonno decisi di andare a dormire.
Ma di dormire non mi andava proprio in quel momento,avevo un fulcro in cui erano concentrati i miei pensieri:la mia esistenza.
Ero la causa di tutti quei problemi,la nonna non sarebbe stata così male se io le fossi stata vicina e Joe non mi avrebbe mai mollata per una stronzasenzacervello se io fossi stata un po' più carina.
Tra i mille pensieri,crollai inconsciamente,per poi risvegliarmi tra lacrime e dolore...
Non ero pronta ad affrontare un dolore immane come quel vuoto che avrebbe impresso la nonna,non in quel momento,'non ora'.
Appena sveglia,corsi di sotto e tra lacrime e urla di dolore mi tuffai tra le braccia di mia madre,avrei voluto dirle 'va tutto bene,sono qui.',ma il coraggio veniva meno e non avevo voglia neppure di parlare,soltanto di piangere e gonfiarmi questi occhioni verdi che piacciono tanto a lei.
"Piacevano..."Quello,fu il dolore più grande della mia vita,non pensavo a Joe e alla sua troietta,pensavo a lei,all'angelo più bello lassù e mi sentivo così impotente,così fragile da non esser stata in grado di trattenerla.
Smisi di andare a scuola,di leggere,iniziai a fumare chiudendomi in camera e perfino la musica mi infastidiva,l'unica mia compagnia era una foto che stringevo,sempre.
Non volevo andare avanti,la mia vita non avrebbe avuto senso.
Avrei dovuto sopravvivere con una madre alcolizzata,incapace di crescere la propria figlia senza commettere errori,unica artefice di quell'inferno.
Sola,senza un padre ed ora senza una vera figura femminile ero persa,ma no,non potevo seguire le orme di mia madre,mi ripetevo ogni volta,ogni volta accendendomi una sigaretta...
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Quella ragazza fragile,dal cuore vuoto.
Teen FictionEcco la mia prima storia. Inizio col dire che scrivo perché sto bene e mi sento libera,quindi se dovete giudicare,fatelo saggiamente,così che con critiche possa crescere. Ecco a voi la storia di una ragazza che mi assomiglia,buona lettura.(: