Capitolo 29

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«Scusi il ritardo. »- Tiara entra in classe con un sorrisone e i capelli abbastanza disordinati, seguita dal suo ragazzo e dal fratello.
Quel maledetto fratello!
«Ehi, mi hai anticipata! »-si avvicina per darmi un bacio alla guancia e prendere posto accanto a me.
«Come vi dicevo: il dogma centrale della biologia molecolare non vale in questo caso... »
«Di che parla? »-mi chiede Tiara.
«Duplicazione del DNA. »-la vedo annuire e concentrarsi, poi riporto l'attenzione al foglio già per metà riempito dei miei appunti.
Terminate le prime due ore di biologia, mi lascio scappare un sospiro, mentre Tiara mi supplica di andare alla mensa.
«Tu vai, io vado a mangiare fuori. Ho voglia di un po' d'aria fresca. »-... e di non vedere tuo fratello, almeno prossimi cinque anni!

Ho dormito e mi sono svegliata con una strana sensazione, ricordando ciò che ho fatto la sera precedente, ma più ci penso più mi sento... usata.
La cosa che più mi ha confuso le idee è stato quel bacio sulla testa:  non mi ha baciata sulle labbra, non è stato qualcosa volgare... è stato tenero, dolce, diverso.
E non riesco a togliermelo dalla testa.
Proprio per questo evitarlo mi farebbe bene.
Tiara non mi impedisce di andare:  «Come vuoi. »-mi fa l'occhiolino.
«Ah, se vedi Ash, salutamelo, questa mattina non l'ho proprio visto. »-le chiedo.

«Nemmeno io in realtà. »-alza le spalle per poi andarsene.
Prendo un respiro profondo per poi raggiungere il cortile dell'edificio: è abbastanza grande e un po' trascurato, ma ci sono già un bel po' di studenti qui fuori, quindi non è inquietante.
Mi siedo in un angolo dove l'erba non è molto alta e tiro fuori dalla tracolla una mela.
Sto sul punto di prendere gli appunti di biologia e studiare, ma sento una voce alle spalle:
«Hai avuta la mia stessa idea. »- John mi sorride, per poi sedersi accanto a me.

Ricambio il saluto: «Salve. »
«Come sono andati gli allenamenti? »-chiede accendendo una sigaretta.
«Meglio di quanto pensassi. Non sono poi così male. »
«Almeno hai l'opportunità di vedere quei bonazzi tutti i giorni... intendo i giocatori di calcio. »-spiega, mentre io alzo gli occhi al cielo, ricordandomi della sua androginia.
«Come va con il ragazzo arancione? »-chiedo curiosa.
«Chi? »
«Il tuo ragazzo. »-spiego addentando la mela.
Lo sento scoppiare a ridere: « Il ragazzo arancione?!
Comunque vanno bene, vuole anticipare il trasferimento a Long Island, per il resto va bene. »- annuisce cercando di convincere più sé stesso.

Improvvisamente il mio sguardo è catturato da un Alex furioso che si dirige fuori dall'Università.
Mi domando cosa l'abbia preso, non che sia sorpresa di vederlo così: sicuramente avrà litigato con qualcuno.

Seguii da lontano la sua macchina sfrecciare via, mentre John continuava a parlare.
«Poi è sempre menefreghista ultimamente... »-il suono delle campanelle lo interruppe, quindi ci alzammo e lo seguii all'ora di fisica che condividavamo.

Devo ammettere di essermi distratta assai durante le ultime ore: non vedevo l'ora che finisse ed eccomi qui, andando a casa a piedi e perse nei miei pensieri:
sei più bella con i capelli sciolti.
Voleva dire che legati fanno schifo?
Beh, se gli piacciono sciolti, significa che li manterrò sempre legati.
e senza il broncio: io non metto il broncio, almeno non spesso. Lui invece, che ha sempre sempre quell'espressione?

Dalla rabbia tiro un calcio ad un sassolino, ma per sbaglio il mio piede ci passa sopra e cado all'indietro.
Sbuffo riprendendo la tracolla da terra.

«Devi sempre cadere così in basso? »-una voce alle spalle mi fa sobbalzare.
«Mi stavi seguendo, per caso? »- mi ritrovo faccia a faccia con Alex che sorride divertito.
Sono passate quattro ore da quando l'ho visto uscire infuriato dal cancello, mentre ora è già tutto felice e allegro. Si può essere più lunatici di così?
«No. È il destino che lo vuole. »
«Che cosa? Rovinarmi la vita? »-sbuffo guardandolo.
Non si arrabbia, anzi, due fossette si formano agli angoli della sua bocca.
«Non ti ho visto in mensa »-ritorna mezzo serio, per poi scalciare una pietra-  «non mi imitare per te potrebbe essere pericoloso. »- aggiunge subito dopo scoppiando in una sonora risata.

Risi anch'io questa volta:  «Ho pranzato fuori al cortile. Tu invece, perché te ne sei andato? »
«Eri con John. »-evita la mia domanda.
«Ero con John. »-annuisco alle mie parole.

«Vi state avvicinando tanto, ultimamente. »- riflette, mentre io corrugo le sopracciglia.
«Perché ti devo parlare di me, se poi tu non mi dici nulla di te? »- rifletto ad alta voce: è sempre così misterioso e comincia a darmi fastidio i suoi atteggiamenti, perché riesce a scoprirmi sempre, a capirmi in modo furbo, stuzzicandomi.
«Ora sai che io vivo qui e questo è il mio lavoro. »- dice inclinando la testa.
Seguo il suo sguardo: al lato destro della strada c'è un edificio a due piani,  l'entrata è segnata da una grossa insegna TatooBAX.

Già, sapevo che Alex era una tatuatore, ma non sapevo che abitasse qui, vicino all'università e fuori dalla casa dei signori.
«Non sapevo avessi una casa. »- confesso.
Mi fa un cenno di saluto con la testa per poi dirigersi verso la struttura.
Lo seguo con gli occhi fino a quando non scompare aldilà della porta, per poi riprendere a camminare stupita fino a raggiungere casa.
Non appena raggiungo l'ingresso, busso per vedere se qualcuno è dentro, ma nessuno viene ad aprire la porta, quindi prendo la chiave ed entro.

Ho mezz'ora per rilassarmi, un quarto d'ora per mangiare e il resto per studiare.
Mi lancio sul divano del salotto togliendo la felpa e la molletta: sei più bella con i capelli sciolti.
Sorrido al ricordo di ieri sera... poi arrossisco violentemente.
Non mi fido di lui, del modo in cui mi parla, del modo in cui scherza, dei suoi atteggiamenti, del suo essere lunatico e allo stesso tempo misterioso.

Sbuffo alzando gli occhi al cielo, ma nel farlo i miei occhi catturano  l'album fotografico della mia infanzia.
Sorrido entusiasta: è da un bel po' di anni che non lo vedevo.
Seguo con il dito i bordi dell'album, per poi aprirlo.

Osservo tutte le foto dei miei genitori: in una di queste mia madre ha la mia stessa età ed è veramente una bella ragazza. Non che oggi sia meno bella, ma sicuramente si trascura.
Mio padre è lo stesso di sempre: anche da giovane amava il giardino, infatti sorrido nel vedere una foto in cui pianta un albero.

Poi arrivo alle mie foto: avrò più di quattro anni in questa foto e sembro sorridere con le labbra piegate all'insù.
Mi metto a ridere guardandmi in quella foto: sono così paffuta! Le mie guance, poi, sono rossissime.
Voglio conservare questa foto nel mio block notes, quindi la estraggo dall'album.
Nel farlo, però, un'altra foto cade per terra, molto probabilmente si trovava dietro quella che portavo fuori.
Sbuffo abbassandom e prendo in mano la foto: è un neonato. Chi è?
Non sono sicuramente io, anche perché più volte mi hanno detto che non hanno più le foto si quando sono nata.

Ma allora chi è questo bambino?
Giro la foto per vedere se vi è scritto qualcosa, ma non c'è nulla.
Controllo l'album nel caso ci siano altre foto dietro a quelle che ho già visto, ma non ne trovo nessun'altra.
Fortunatamente in quel momento sento la porta aprirsi e mia madre entra in salotto.
«Oh, che bello, guardi le foto? »-chiede avvicinandosi, ma sembra bloccarsi quando vede la foto che ho tra le mani.
«Si, ho trovato questa, chi è il bambino? »-chiedo sorridendo: è così carino!
«Ehm... È Eric, tuo cugino, ricordo di aver chiesto a mia sorella una foto di lui quando ha partorito. »- ride, dandomi un bacio alla guancia.
La imito, scoppiando a ridere.
«Devo ritornare da Clelia, stasera hanno degli ospiti, devo cucinare tanto. »- e si allontana con il cappotto in mano.
Riguardo la foto.
Non perdo tempo e scatto una foto con il cellulare, per poi inviarla a mio cugino, ho voglia di prenderlo in giro oggi.

Ricevo subito una risposta:
*Chi è? Eri incinta e non me l'hai detto?*
Alzo gli occhi al cielo, non sa nemmeno riconoscere sé stesso.
*Fallo vedere alla zia, lei lo conosce di sicuro!*
Dopo un po' la risposta arriva.
*Mia mamma ha detto di non conoscerlo, chi è?*

Come? Sbuffo, mia madre sta fuori di testa: non sa più quello che dice.
Un'altra risposta arriva:
*Scusa Clara, ma devo fuggire, alla prossima!*
*Ciao Eric, salutami la zia.*- mi arrendo, non è la prima volta che mia madre mi fa fare queste figure.
Lascio il telefono sul tavolo e prendo in una mano la foto, nell'altra la borsa a tracolla.
Un lungo pomeriggio mi aspetta, anche se in realtà per domani non devo fare molto.

***
Arrivate le sette, e chiuso il libro di Medicina Interna, strofino gli occhi e mi lancio sul letto.
Ma non appena provo a riposarmi il mio cellulare segna l'arrivo di un messaggio.
*Tesoro, potresti andare a fare la spesa con Tiara?
Clelia ha detto che si sono aggiunti altri ospiti.
La lista ce l' ha Tiara. Clelia voleva che lei ci andasse da sola, ma la tua amica voleva pure te, puoi disdire se hai da studiare.*
In realtà sono contenta di uscire e prendere un po'd'aria.
Salto fuori dal letto, per poi rimettermi subito le scarpe.
«Ehilà! »-salto sul posto per lo spavento.
Tiara scoppia a ridere portando la testa all'indietro, mentre io porto una mano al petto.
«È un' abitudine di famiglia quella di entrare dalla finestra? »-chiedo, alludendo ad Alex.
Tiara assume un'espressione confusa.
«Niente, niente. »-scuoto la testa: non le avrebbe fatto piacere sapere che il fratello entra ed esce dalla mia camera quando gli pare e piace.
«Dai, andiamo, ho chiamato Ash e ci sta già aspettando fuori. »-bene. Sono contenta di rivederlo.
«Ma non andiamo a fare la spesa? »-chiedo, infatti non pensavo ad Ash sarebbe interessato andare al supermercato.
«Si, ma poi ci fermiamo a bere qualcosa da qualche parte. »-annuisco.
«Passiamo anche a prendere una pizza, poi possiamo fermarci a mangiare da me, tanto mia madre lavora fino a tardi dai tuoi e mio padre guarda una partita a casa del elettricista. »-propongo.
«Okay. »- alza le spalle, mentre ci avviamo verso il portone della villa.
Qui ci aspettava Ash, ma non era solo.

«Ci siamo perse qualcosa? »-chiedo, ridendo insieme a Tiara, anche se lei in modo malizioso: Jessica era accanto al nostro caro amico con tanto di sorriso e la mano intrecciata a quella del moro.
Meno male che lo dovevo aiutare io a parlarle...
«Ho pensato di farvela conoscere. »-Ash porta una mano dietro alla nuca, il che significa che è assai imbarazzato.

«Piacere, Jessica. »-lei, invece, sembra essere del tutto a suo agio e divertita dal disagio di Ash.
«A questo punto invito anche Josh a bere qualcosa insieme a noi. Comunque, piacere, Tiara! »
«Clara. »-aggiungo stringendole la mano, anche se non è la prima volta che ci vediamo.
Ci avviamo al supermercato, mentre Tiara continua a insultare Ash per non averle detto nulla sulla cotta sua cotta per Jessica.
Con le buste in mano usciamo dal negozio e raggiungiamo John, in un bar affianco al supermercato.
«Josh, preferiresti avere una ragazza per tutta la vita o averne dieci diverse al giorno. »-ovviamente Ash si diverte, a 25 anni quasi, a giocare a 'preferiresti'.

«Ti consiglio la prima. »-gli suggerisco, mentre Tiara lo guarda attentamente.
«Mi basti tu per tutta la vita. »-dice avvicinandosi a Tiara e baciandola.
«Okay, Clara, preferiresti gettare per le scale un gatto o andare impreparata a lezione? »
Gli altri scoppiano a ridere mentre io alzo gli occhi al cielo.
«Mi dispiace per il gatto. »-rispondo sinceramente.
Non mi piacciono i gatti, in realtà odio tutto ciò che è ricoperto di peli e che sembra una palla.
«L'avevo immaginato. »- ora è Ash ad alzare gli occhi al cielo, mentre io gli faccio la linguaccia.
«Il prossimo venerdì c'è una festa in quel locale in piazza. Ci state? »- Josh chiede conferma mentre gli altri annuiscono.

«Dai, Clara, non farti pregare! »-Tiara mi rivolge un'occhiataccia.
«Non se ne parla. »
«Ma perché? »-chiede.
«Perché mi sono annoiata da morire l'ultima volta. »- provo a convincerla.
«E a casa ti diverti di più? »-questa volta è Josh a parlare.
«No, ma almeno non devo sopportare quella musica fastidiosa. »
«Va bene, io ci rinuncio. »-Tiara sbuffa.
«Vale ancora l'offerta della pizza a casa tua? »- continua a chiedere.
«Certo. »-rispondo, per poi essere seguita dal suo ragazzo:
«Io non ci sto, oggi abbiamo gli allenamenti. »
«Okay, ci vediamo domani. »- salutiamo il ragazzo per poi dirigerci alla pizzeria più vicina.
Ordiniamo ciascuno una pizza e finalmente, dopo un'ora abbondante, metto piede a casa.
Jessica e Ash mi seguono, mentre Tiara si è diretta a casa sua per portare la spesa a mia madre.
Accendo la luce e prendiamo posto intorno al basso tavolo, davanti al televisore.
Non vedevo l'ora ora di mangiare, quindi, dopo aver acceso la TV, addento la prima fetta della mia pizza al salame piccante, ma mi va di traverso quando Ash inizia a parlare.
«Noi due dobbiamo parlare. »-mi sorride in modo malizioso.
Capisco che si riferisce al bacio, quindi trovo una giustificazione e mi alzo per andare a prendere l'acqua dal frigorifero, liberandomi anche  della molletta: la testa comincia a farmi male...
Non sono pronta ad affrontare un discorso del genere con Ash, non sono pronta a parlare di Alex con nessuno, quindi rimango in cucina fino a quando non sento la voce di Tiara all'entrata.
«Eccomi, dov'è la mia pizza? »
Sospiro, per poi sentir sfuggire un 'Stronza! » sussurrato dalle labbra di Ash.
La serata va avanti tra scherzi e risate, ma alla fine mi trovo esausta:
«A domani! »-saluto i miei amici per poi lanciarmi subito sul letto.
Sfilo i pantaloni poi la maglia e mi dirigo al mio armadio alla ricerca di un pigiama.
«Buonanotte, Clara! »-una voce proveniente dalla finestra mi fa sobbalzare, ma lo riconoscerei anche se fossi dalla parte opposta del globo: corro a nascondermi dietro all'anta dell'armadio.

«Ma te ne vai! »-lo sento ridere, ma poi sento i suoi passi, dunque presumo si sia allontanato.
Mi metto il pigiama riflettendo su cosa sia stato peggio, essermi fatta vedere in intimo da Alex o essermi nascosta dentro l'armadio.







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