au revøir

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amara consapevolezza.
si chiama così quella che ci colpisce quando meno ce lo aspettiamo, dopo bellissimi momenti privati dai pensieri che, purtroppo, non sono destinati a durare.
è come accorgersi che l'inverno torna sempre, accompagnando ogni volta il freddo fino alle ossa e lasciandolo lì, come una sposa che viene accompagnata all'altare.
c'è chi crede che non abbiamo un'anima, allora vallo a spiegare il gelo che colpisce solo quando il cuore tace.
Tyler aveva freddo in quel momento.
sentiva la sua mente annebbiarsi come un campo spoglio a Gennaio.
si era fermato il tempo quando quell'orrenda voce aveva annunciato l'arrivo ad Oklahoma City, portando di nuovo il dubbio e il senso di smarrimento a fargli compagnia sullo scomodo sedile di plastica accanto a lui.
non voleva perdere Josh. era l'unica persona con cui aveva un legame in quel momento, perché oramai era rimasto solo, da quando era morto.
solo con sé stesso, solo con i suoi dubbi, che sembravano esser diventati i suoi migliori amici.
con un'identità che non era la sua, un triste abbonamento alla rete ferroviaria rubato ad una coppia di turisti e una meta che ancora non esisteva.
Josh, d'altra parte non stava meglio di lui. aveva un blocco sullo stomaco, uno di quei pesanti macigni che ti stritolano tanto da lasciarti con quel poco fiato che non è mai abbastanza e quella sensazione di malessere che sembra ancorarti al suolo.
si guardavano negli occhi, entrambi supplicando il tempo di fermarsi o di riavvolgersi e il fato, nel caso, di non farli separare.
"io, uh"
iniziò il moro
"devo... devo andare"
lo precedette il tinto, mordendosi l'interno della guancia, sperando che quell'unico raggio di luce che aveva incontrato su una ferraglia arrugginita gli dicesse che doveva andare anche lui a San Francisco e magari cercava pure un coinquilino.
ma solo lo stridio metallico dei freni gli rispose.
presero entrambi i propri bagagli, delusione compresa e si avviarono verso due uscite diverse
"Josh... aspetta"
disse Tyler prima di raggiungere la porta. il ragazzo di New Orleans si girò, un piede già sullo scalino per scendere.
il ragazzo esitò, ma solo un momento prima di ricordarsi che tanto, cose da perdere non ne aveva più.
"spero di rivederti presto"
ci fu un sorriso da parte di entrambi, ma tutti e due si ricordavano solamente il freddo che li pervase quando si sedettero su sedili di treni diversi.
e allora un cuore viaggiava verso Denver, mentre l'altro, senza pensare, era salito sul convoglio che andava verso Phoenix.

Today I'm not myself
And you, you're someone else
And all these rules don't fit
And all that starts can quit

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niente ce l'ho fatta aiUTO
scusate se non è il massimo ;-;

skin;; joshlerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora