POV'S CHRISTOPHER
"Certe verità sono fatte per essere sbattute in faccia altre per essere nascoste...
Le mia sono state bugie che hanno sorretto una verità che sta diventando sporca...più delle bugie che la sorreggono..."
Si avvicina posando la tazza sul comodino.
Si siede come prima vicino a me mentre penso che questa giornata è troppo lunga.
Anche più lunga di quando stavo su quel tetto ghiacciato aspettando che un malanno mi prendesse.
Non lo guardo negli occhi e non tolgo gli auricolari ma lui sa che ho tolto la musica e sa che sento che mi sta guardando.
Li apro di scatto voltando leggermente la testa verso i suoi occhi colpevoli.
Colpevoli di cosa se non di aver allevato un mostro come me.
"Un mostro che farà del male con le proprie azioni mentre pensa di fare la cosa giusta..."
William:<<...e tutta colpa mia...>> scuote la testa passandosi una mano scomposta sul volto con fare afflitto e stanco.
È stanco, si, ma è consapevole che questa stanchezza è derivata dalle colpe che sta ammettendo solo ora.
Delle colpe che solo ora con il passare del tempo è degli anni si stanno facendo avanti.
Ho paura di non arrivare anche io come lui e dire che è colpa mia per tutto.
Prima non me ne sarebbe importato ma ora si è ho paura di non aver detto tutto.
"Perché so di non aver detto tutto e che ho rimasto tutto in sospeso...con me compreso..."
Perché so che in quelle lettere non ho detto tutto.
In quelle lettere ho detto l'indispensabile su di me e ho spiegato tutto su quello che voglio fare.
So che quando le leggerenno sarà troppo tardi e io avrò le mani sporche ancora di sangue.
"Mi incolpevole ancora una volta...e questa volta le mani saranno sporche del mio nemico maggiore..."
In quelle lettere ho ammesso che è colpa mia e che loro sono solo state delle pedine nella mia partita.
"Non è vero...ma voglio che vivano senza sensi di colpa...loro lo meritano..."
Meritano di continuare a vivere come stavano facendo prima...senza ostacoli.
So che invece i ragazzi non mi perdonerano ma si sapeva che sarebbe andata a finire così.
Lo guardo mentre sospira sorregendosi la testa con le mani in modo pensante mentre continuiamo a guardarci.
Io:<<Sai tutto...non è così?>> mi guarda annuendo lievemente mentre continua a guardarmi come se volesse capire.
Non potrebbe mai capire perché non c'è nulla da capire se non che sono un mostro a volere e a pensare a quello che farò.
La mia voce ha fatto trasparire di più un affermazione che una domamda.
William:<<i suoi amici sono preoccupati e hanno tutte le ragioni per esserlo...sta facendo un gesto ammirevole e giusto per gli altri e stupido per la sua salute>> mi guarda mentre abbasso lo sguardo come un bambino che sta venendo strigliato.
Perché lui mi guarda con rimprovero perché è preoccupato come sempre per me.
Da quando sono qui non faccio altro che renderlo infelice e fargli aggravare problemi che mi ero promesso di non fargli conoscere.
Scommetto che anche Alanna lo sa e che ora sarà preoccupata ma non deve.
William:<<Mi sembra di rivivere la storia di me e Alanna con Alfred che stava sempre lì ad astacolarci>> mi guarda sincero lasciando che questo pensiero esca fuori.
So che certe situazioni ancora oggi lo toccano e che lo riportano a pensare a quell'essere che ha cercato di ostacolare l'amore tra Will e Alanna ma alla fine loro sono qui.
"Loro sono qui...io non ci sono più invece...non ci sono..."
William:<<signorino...non voglio che soffra ancora...ma più di tutto non voglio che si senta colpevole di ogni disgrazia che le capita intorno...perché non è colpa sua...>> mi guarda continuando a lasciarmi vedere la sua preoccupazione nei mie confronti.
Mi sollevo leggermente sapendo che una paternale unità ad un nuovo insegnamento sta per arrivare.
Lui è così...io sono così...ma ho sbagliato e credo che sentirmelo dire da chi mi ha cresciuto non da chi non sa nulla di me sarà molto difficile da superare.
Will capisce sempre ma comprendo che sia preoccupato per me e per la mia salute e io so che le sue parole adesso mi faranno sentite ancora più in colpa.
"Le sue parole sanno diventare una spina che ti accende e ti spegne..."
Io:<<Non sentirti in colpa Will...e colpa mia...e questa la verità in fondo>> lo guardo inclinando la testa mentre mi guarda zittendosi per un'attimo.
È stato il giusto tempo per capire in fondo dentro come sto.
William:<<NO, la VERITÀ è che lei deve combattere e rialzarsi e non darla vinta ad un viziato figlio di papà...non è questo quello che le ho insegnato>> mi guarda puntando i il dito al centro del petto come se dentro ci fosse ancora qualcosa.
William:<<Non è la parola "mollare" che voglio che lei abbia come esempio voglio che lotti perché è "lottare" quello che deve fare>> mi guarda arrabbiato e non con me ma con il mio cervello che ha lasciato posto a una...paura folle di rimanerci ancora male.
Perché sono stanco di soffrire e rimanerci ancora male.
William:<<deve lottare per i suoi amici che hanno paura di perdere il proprio amico...deve lottare per me signorino...deve lottare perché certi sbagli sono fatti per non essere ripetutti>> mi guarda in modo triste mantenendo una faccia di mille colori.
È espressivo e ogni sua emozione viene proiettata sul suo volto e ora la rabbia, il dolore, i sensi di colpa, l'amarezza e l'impotenza stanno prendendo il possesso.
Queste emozioni negative stanno lasciando che un Will stufo di stare in silenzio parli.
"Parla...e non perché te lo concedo o te lo ordino ma perché puoi e ha il diritto di farlo..."
William:<<Sono stato in silenzio per anni perché ero impotente...perché sapevo che ogni mio gesto o parola poteva ripercuotersi su lei e sua madre e che cosa ho risolto con questo...nulla...>> mi guarda disperato lasciando che la disperazione abbia potere su questa discussione settata di più da lui che da me.
William:<<Sua madre è morta...lei è morto...e io sono colpevole di non aver fatto abbastanza...>>mi indica ovvio con occhi che lasciano trasparire dalle sue parole tanto dispiacere verso se stessi e le proprie azioni.
"Lei è morta...io sono morto..."
William:<<Lei, no, invece sta facendo tanto mettendo a risciò anche la sua vita per persone che forse non conosce e non è sbagliato>> mi guarda inclinando la testa mentre si sistema meglio prendendo il mio volto come dare un padre.
William:<<Ma il suo unico sbagliato e permettere che un'altro mostro come lui ritorni nel presente e che si riprenda qualcosa che invece le spetta...come la libertà di vivere...perche lei merita di vivere >> rimango in silenzio e gli faccio credere che le sue parole sul fatto che mi spetti ancora qualcosa di bello dalla vita sia vero...ma non è così...nulla e cosi.
William:<<Merita la gioia di sentirsi chiamare un giorno papà come merita di poter guardare la donna che mettere al primo posto lei, il suo cuore è i suoi figlio>> mi guarda sincero mentre distongo lo sguardo alzando mi mentre continua.
William:<<Lei è padrone del proprio destino e della propria vita e non deve permettere che una persona qualunque, si con soldi e potere ma sola e senza ideali, la distrugga>> incrocio le braccia guardando fuori dalla finestra mentre il sole copre le cicatrici che si intravedono dal bicipite leggermente scoperto.
William:<<Non mi sarei mai rialzato se fossi stato in lei dopo quello che mi hanno fatto e ogni giorno ammiro lei e la sua famiglia perché avete avuto la forza di fare quello che nessun'altra avrebbe fatto...>> lo guardo leggermente per poi ritornare in modo distratto con lo sguardo verso l'albero dove quella volta io e Will ci siamo sporcarti di terra.
William:<<...cercare di guardare avanti...>> mi irrigidisce lasciando cadere le braccia lungo i fianchi mentre il suo sguardo rimane fisso su di me.
William:<<Perché almeno ci ha provato e io sono fiero di lei...sono fiero perché è come un figlio per me>> chiudo gli occhi lasciando che il sole mi copra completamente.
Forse sarà l'ultima volta prima che mi richiude o in una cella fredda.
Sospiro sentendo il letto alzarsi sotto il suo peso allegerito ma non dal mio petto che ora è pieno delle sue parole.
William:<<...rimamga quel che rimanda io sarò fedele a lei e alla sua famiglia...>> sento la porta chiudersi lentamente e con calma mentre la mia di porta si è aperta e chiusa in un boato così forte da echeggiare nelle mie orecchie.
Mi sono chiesto tante volte quando avrei smesso di pensare e ora la mia mente ha spesso di farlo.
Non pensavo che potesse essere così...non pensavo che...mi sarei sentito lo stesso e con un peso maggiore nel petto e nell'anima.
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PEZZI DEL NOSTRO BUIO 1
Romance"Non doveva finire così... Volevo solo essere felice... Volevo solo un' opportunità... Non era così...non sono così..." Lei, Angel Densin una ragazza con passato difficile, vita nonché quotidiana fatta di droghe, alcool e corse clandestine e con...