⭐Cap.8

238 16 0
                                    

Salve a tutti! E perdonatemi per aver postato questo capitolo con moooolto ritardo,ma tra impegni e feste natalizie non è stato facile trovare un po' di tempo, calma ed ispirazione per scrivere 😔  ma,come promesso,eccovi l'ottavo capitolo ❤️
In realtà sarebbe  dovuto  essere molto più lungo, però ho deciso di dividerlo e di riservare molte novità sconvolgenti al prossimo per il quale ,questa volta,davvero non vi farò attendere così tanto 🙄💚
Colgo l'occasione per augurarvi buon anno nuovo e grazie per leggere ancora le mie storie.

Buona lettura,
Alphard

🥀🥀🥀

Un colpo.
Con un solo colpo Edith riuscì a liberarsi dalla presa di Gary,il quale ricadde a terra esamine,bagnandosi del suo stesso sangue. Teneva ancora stretto tra le mani il vaso che aveva usato per colpirlo e,tremando per lo spavento,lo lasciò cadere a terra. I cocci appuntiti erano sparpagliati su tutta la moquette scura ed Edith chiuse gli occhi senza smettere di battere i denti. Temette seriamente di averlo ucciso,perché dal taglio sulla sua testa fuoriusciva sempre più sangue. Ma non avrebbe potuto fare altrimenti per sfuggire al suo tentativo di violentarla e,voltandosi indietro,si chiese del perché Erik non fosse ancora intervenuto in suo aiuto. Gettò un occhiata veloce sul corpo di Gary e provó un forte senso di nausea,così forte che dovette trattenersi dal non vomitare. Di colpo, Edith sentì qualcuno che cercava di  sfondare la porta della stanza e si guardò  intorno per cercare la chiave,ma Gary aveva pensato bene di nasconderla e la poveretta non era così lucida da capire dove fosse.
Ma con un solo calcio Jack buttò giù la porta ed entrò spedito,per poi fermarsi dopo aver visto l'uomo in una pozza di sangue.
« Cosa è successo ?» le domandò con un filo di voce,guardandola confuso. Edith non riuscì a rispondergli e scoppiò in un pianto liberatorio. Jack capì subito dalla sua reazione che le fosse accaduto qualcosa di molto grave e si avvicinò al corpo per accertarsi che fosse ancora vivo.
« Tranquilla,respira ancora. »
la rassicurò,alzandosi da terra con uno scatto rapido.
«Dov'è il signor Red? Sarebbe dovuto intervenire subito. » singhiozzò Edith,asciugandosi le lacrime da sola.
«Ovunque ma non qui fuori.Adesso andiamo via,qualcuno potrebbe vederci. » concluse il giovane,afferrandola per un braccio per portarla via dall'inferno in cui Erik l'aveva portata.

🥀🥀🥀

Mark Fergon teneva le mascelle serrate con lo sguardo fisso su Erik,il quale si guardava intorno preoccupato, e picchiettava nervosamente il piede sul pavimento,composto interamente da mattonelle in marmo bianco. Aveva portato Red al primo piano ed erano poco distanti dall'uscita principale di quel posto in cui il lusso sconsiderato era diventato parte della quotidianità. Dopo un lungo silenzio,Fred Fergon,l'altro gemello,li raggiunse con la calma tipica di chi avesse appena fumato un po' d'erba di nascosto o,almeno,Erik sperò che avesse fumato solo quella e non qualcosa di più pesante.
« Dovete dirmi qualcosa?» domandò Erik con un piccolo sorriso sulle labbra,guardando prima l'uno e poi l'altro. Erano due gocce d'acqua e se non fosse stata per la cicatrice che Mark aveva sulla guancia destra ,nessuno sarebbe riuscito a distinguerli.
Fred scoppiò a ridere,mentre Mark continuava a guardarlo di sbieco.
Erik rise a sua volta e cercò di risultare innocente ai loro occhi.
« Sappiamo che collabori con la polizia.» affermò Mark,intrecciando le braccia al petto,mentre Erik cercava di non mostrarsi stupito.
« Mi chiedo come abbiate fatto a scoprirlo.  »
« Lo sospettavamo da un po',sai,Gary ci ha raccontato tutto di come sei riuscito ad entrare nella sua  azienda. Portare la tua segretaria in bagno non è stata un'idea così tanto brillante. Non sei l'unico ad avere spie qui dentro.» rispose Mark a bassa voce,per poi estrarre dalla tasca di Erik il suo cellulare.
« Questo lo terremo noi per un po'. »
«Siete già nella merda,colleghi cari,ma se accetterete di collaborare e mi lascerete andare via senza fare storie,cercherò di farvi avere uno sconto di pena.» Erik s'infilò le mani nelle tasche,senza cedere,né abbassare la guardia.
A quel punto,Fred si fece avanti e lo afferrò per il colletto della camicia. Lo strinse forte e lo avvicinò al suo viso.
« Forse non hai capito che da ora in avanti non avrai  più voce in capitolo. Saremo noi a decidere in base a ciò che hai riferito alla polizia,se ucciderti,mozzarti entrambe le gambe oppure,ancora meglio,uccidere tua figlia. » Sentendo quelle parole,
Erik perse totalmente le staffe e spinse bruscamente Fred lontano da sè,per poi sferrare un pugno in faccia a Mark,il quale perse l'equilibrio e si ritrovò sul pavimento senza capirci granché . Dopo di che,afferrò Fred per un braccio e,tirandogli un calcio nello stomaco,lo fece inginocchiare davanti a sè. « Se succederà qualcosa a mia figlia,sappi che ti ritroverai senza palle. » sussurrò a denti stretti e con la rabbia che gli cresceva sempre di più dentro. Di risposta,Fred gli sputò in faccia e riprese a ridere,con il solo scopo di provocarlo ulteriormente.
Erik chiuse gli occhi e stava per dargli un altro pugno,quando,improvvisamente,si sentì strattonare da dietro e fu costretto a mollare la presa. Convinto che fosse Mark,stava per avventarsi contro di lui ma si fermò non appena vide Jack dietro di sè. Lo guardò perplesso e piegò la testa su un lato.
«Ragazzino,che diavolo combini? hai preso di mira la persona sbagliata.» ma al suo rimprovero,il giovane non parve scomporsi. A pochi passi da lui c'era anche Edith,la quale teneva lo sguardo basso  e perso nel vuoto. Solo allora Erik realizzò che qualcosa nel suo piano improvvisato era andato storto.
« Invece non mi sono sbagliato,volevo strattonare proprio te.» ribatté Jack,alzando il mento.
«Hai bevuto per caso? » Erik inarcò un sopracciglio ,lasciando perdere i due uomini alle sue spalle.
«Hai mandato Edith nella tana del lupo senza curarti delle conseguenze. Ti rendi conto di ciò che hai appena fatto?» urlò il giovane, mentre i gemelli Fergon ne approfittarono per scappare via e per raggiungere il loro capo. Gliel'avrebbero fatta pagare cara,ma non in quel momento. Avevano bisogno di più tempo e di un piano per colpirlo nel suo punto debole.
Jack seguì i due con lo sguardo senza muoversi di un passo ,per poi rivolgere nuovamente la sua attenzione verso Erik.  
« Hanno preso il tuo telefono?»
Erik annuì. «Sì,ma è vuoto,perchè l'ho resettato prima di partire. Quando  lo scopriranno,si arrabbieranno ancora di più.»
Jack scrollò la testa e sospirò.
« Edith ,cosa è successo?» Erik si rivolse,poi, alla povera ragazza con tutta la dolcezza che aveva in cuore,ma non ricevette alcuna risposta.
«È troppo scossa per parlarti , dobbiamo andare via da qui. Il piano è fallito. » riprese Jack,mettendosi subito in mezzo ai due . Erik annuì e guardò Edith con rammarico. Voleva tanto accarezzarle il viso,abbracciarla e chiederle scusa con tutto se stesso per averla esposta ad un simile rischio. Ma non lo fece ed indietreggiò di qualche passo .
« Lì c'è l'uscita,Phil ci sta aspettando,più o meno, a due traverse da qui.» Erik avanzò per primo facendo loro da apripista,ma Jack lo sorpassò all'istante.
« So benissimo dove ci sta aspettando mio padre.» affermò secco,trascinandosi Edith con sè.
Erik spalancò gli occhi e lo inseguì a passo svelto .
« Che cosa hai detto?»
« Io e te siamo fratelli e,sincertamente,mi sto vergognando di questa cosa. Non hai rispettato il piano.» Jack era davvero arrabbiato con lui ,mai come allora. Non riusciva ancora a perdonarlo per ciò che avesse fatto ad Edith,alla sua Edith,la stessa Edith che aveva perso la parola e che,in quel momento, si limitava ad esistere. Nella sua mente aveva ancora impressa la figura di Gary riversa sul pavimento,con la maglia imbevuta del suo stesso sangue e quasi privo di vita.
Rabbrividì e chiuse gli occhi.
Erik rimase senza fiato a sua volta e lasciò passare i due rallentando il passo, per poi seguirli lentamente.
Quella volta aveva davvero esagerato ed avrebbe portato Edith sulla sua coscienza per tutta la vita.

Mr Red and Ms WhiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora