Lumos

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Queenie si abbassò lentamente, con cautela, e si inginocchiò accanto al corpo immobile di Emily. Aveva ancora gli occhi sbarrati per il terrore e le labbra dischiuse, ma la vita era completamente fluita via da lei. Il suo corpo era rigido e freddo. Queenie le prese il polso, ma non sentì nulla. Strinse le labbra e rimase in silenzio. Aveva letto i suoi pensieri, appena ne aveva avuto l'occasione: Emily non meritava di morire. Lei non era una persona cattiva, era solo una ragazza a cui non era stata data una scelta. Era stata costretta a unirsi a Grindelwald per evitare la sua rovina. Le sue ultime parole erano state un atto di ribellione. Si era sacrificata per aiutarli senza neppure conoscerli, inviata lì da un misterioso personaggio che non voleva far conoscere la sua identità. Aveva cercato di metterli in guardia, ma da cosa? Non era riuscita a dirlo. Queenie si ritrovò a pensare che forse, se non l'avessero interrotta di continuo con le loro domante, Emily non sarebbe morta invano. Si sentiva terribilmente in colpa. Si alzò in piedi e accese la punta della bacchetta, che illuminò la notte. La puntò verso l'alto in segno di rispetto, senza riuscire a staccare gli occhi dal corpo esanime ai suoi piedi.
-Addio, Emily- disse, -sei stata molto coraggiosa-.
Anche Newt fece un passo avanti e sollevò la bacchetta, non solo per la ragazza, ma anche per tutte le persone che si trovavano sulla nave affondata appena poco prima. Avrebbe potuto salvarle, la loro morte poteva essere evitata, era suo dovere calmare quella Creatura, anche a costo di non uscirne vivo. Era il suo lavoro. Ma lui era sopravvissuto e non aveva fatto nulla di tutto questo, e ogni suo respiro lo faceva sentire terribilmente in colpa, perché erano gli stessi respiri che erano stati negati a degli innocenti. Aumentò l'intensità della luce della sua bacchetta e rimase in silenzio, fissando un lembo di mare piatto e scuro che ancora si intravedeva all'orizzonte. Anche Jacob, che non conosceva quell'usanza dei maghi, intuì la solennità del gesto e decise di partecipare. Prese un fiammifero dalla tasca della giacca e lo accese, poi lo sollevò. Rimaserò così, immobili, per un tempo che parve interminabile, le tre luci che si stagliavano contro l'oscurità senza tuttavia riuscire a eliminarla del tutto. Il loro gesto parlò più di quanto qualsiasi parola avrebbe potuto fare: nelle loro bacchette (e fiammiferi) alzate c'era tutto il loro rispetto, la loro gratitudine, la loro vicinanza.
Prima di andarsene, Queenie si inginocchiò ancora una volta per togliere a Emily il collare che le avvolgeva il collo. Voleva che, almeno nella morte, la ragazza fosse libera. Il collare era così stretto che aveva lasciato dei segni rossi sul collo di Emily. Era facile pensare che fosse stato quello a ucciderla, e quell'ipotesi era tanto agghiacciante che Queenie si rifiutò di prenderla in considerazione. Fu difficile anche infilare le dita sotto il collare, e quando ci riuscì, Queenie non fu capace in nessun modo a staccarlo dal collo della ragazza. Fece del suo meglio, provò tutti gli incantesimi che conosceva, ma fu tutto inutile. Alla fine ci rinunciò.
-Perdonami...- disse, poi si voltò e raggiunse Newt e Jacob, che si erano già allontanati.

Tu cerca di non farti investigare (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora