19 - visite sospette

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Trascorse più di un mese prima del disastroso risveglio che ci attese una mattina, alle dieci. Ci eravamo addormentati da poco quando fummo svegliati improvvisamente da delle sonore botte che provenivano dalla porta, qualcuno stava bussando come un forsennato. "Avanti" dissi assonnata, tra i brontolii di protesta dei due uomini che erano allungati con me, li ignorai, perché c'era una sola ragione per la quale qualcuno ci avrebbe disturbato ad un'ora simile e quella ragione erano i problemi. Uno dei mercenari entrò nella camera, dopo che gli feci cenno di procedere cominciò a parlare "Ci sono degli umani" affermò. Quello bastò a farmi svegliare del tutto e nonostante l'apparente indifferenza, i miei consorti erano decisamente attenti a tutto quello che quel maschio stava per dirci "Come umani?" chiesi sconcertata "Hanno detto di essere degli escursionisti" ci informò "Ma?" volli sapere, dal suo tono si capiva che dubitava di quella versione "Ma non ne hanno l'aspetto, sono vestiti come escursionisti, ma sono troppo rigidi e non si comportano come tali..." non completò la frase e compresi dalla sua agitazione che probabilmente c'era dell'altro "E?" chiesi per incitarlo "Credo ce ne siano degli altri, nascosti nel bosco" affermò, riflettei un istante, non mi spiegavo quella situazione, ne tanto meno la presenza di quegli umani, le zone in cui erano costruite le nostre strutture erano quelle in cui gli umani raramente si avventuravano. "Ed ora dove sono?" chiesi "Hanno cercato di oltrepassare il cancello, così la guardia di turno li ha fermati, mi ha chiamato con il cellulare, io sono passato correndo a dare uno sguardo e poi sono venuto qui, non mi hanno visto, ne sono sicuro" mi informò. Imprecai mentalmente, era una seccatura, mi alzai dal letto "Fateli entrare, vi aspetto alla porta per vedere che vogliono" ordinai mentre mi infilavo nell'armadio a muro e cercavo qualcosa da indossare. Dovetti rifletterci, perché era la metà di agosto, ed ero in montagna, quindi, dovetti ricordarmi cosa fosse normale che indossassi da un punto di vista umano. Alla fine decisi che avrei indossato jeans e una maglietta a maniche corte, aggiungendoci anche un paio di occhiali da sole. Con quell'abbigliamento non potevo sbagliare.

Prima che gli umani avessero finito di percorrere il lungo viale io ero arrivata al portone d'ingresso e lo avevo varcato, appena furono abbastanza vicini da vedermi sorrisi e scesi i pochi gradini "Buon giorno" salutai con voce gentile e cortese, una perfetta padrona di casa "È raro ricevere visite da queste parti, prego entrate" invitai. Ricevetti un coro di buon giorno e accettarono cortesemente di entrare. Ci accomodammo in giardino, così non avrebbero curiosato per la casa, uno dei due mercenari che aveva scortato gli umani ci accompagnò, l'altro tornò al suo posto "Chiama Cornelia e falla arrivare immediatamente" mormorai con voce così bassa che gli umani non mi sentirono. Il mercenario obbedì. "Prego accomodatevi" invitai indicando le poltroncine in vimini imbottite che circondavano il tavolino in vimini coordinato. Accettarono. Così mi ritrovai con quattro umani in casa che fingevano di essere escursionisti, perché ero sicura che non lo fossero. Nessun escursionista va in montagna con delle Convers, nessun escursionista che si è fatto a piedi dei chilometri con il caldo di una mattina di metà agosto non è minimamente sudato. Nessun umano avrebbe camminato in mezzo ai baschi senza sporcarsi o scomporsi i capelli. Quelli non erano escursionisti. Cornelia arrivò insieme ad Alec in quel momento. Li salutai con un sorriso, che entrambi ricambiarono, poi Alec si sistemò alle mie spalle e Cornelia attese in piedi, al mio fianco "Cornelia, per favore, potresti portare qualcosa di fresco ai nostri ospiti?" domandai "Saranno sicuramente assetati con tutta la strada che hanno percorso per arrivare fin qui" la ragazza annuì e rientrò in casa "Allora, cosa posso fare per voi?" chiesi sempre sorridendo ed in tono cortese e dolce "Non vorremmo disturbare" disse lanciando uno sguardo incuriosito al guerriero alle mie spalle. Probabilmente si stava chiedendo come facesse ad indossare abiti di pelle, neri e a manica lunga in una giornata di agosto "Non si preoccupi, non c'è problema. Vede, qui siamo un po' isolati e avere delle visite è sempre piacevole" affermai. Cornelia ritornò e ci servì del tè freddo e dei biscottini. I quattro continuavano a lanciare occhiate a tutto quello che avevano intorno, sopratutto ad Alec. "Non preoccupatevi, so che può essere un po' strano, ma il mio uomo è un tipo apprensivo e visto che viviamo in un posto tanto lontano dalla città esagera con la sicurezza" li informai "Sapete, sono davvero curiosa di sapere come siete finiti da queste parti" affermai prendendo il bicchiere e sorseggiando il liquido fresco "Abbiamo deciso di cambiare zona e ci siamo trovati da queste parti, così quando abbiamo visto questa stupenda casa ci siamo avvicinati per dare un'occhiata" mi spiegò "Che coincidenza fortuita imbattervi proprio in questa casa" constatai. Annuirono, erano tesi, ma fingevano gentilezza e tranquillità. Rimasero pochi altri minuti, poi si congedarono ed uscirono.

Il mercenario ricomparve al mio fianco non appena il gruppetto di umani si era allontanato "Falli seguire" ordinai "E va da quegli umani nascosti nel bosco, non farti vedere e cerca di capire chi sono." conclusi. Il mercenario obbedì, poi tornai in casa. Cornelia ed Alec mi aspettavano nell'atrio. "Chi erano?" chiese la guardia "Non lo so, ma di certo non erano escursionisti" sostenni "Cosa credi che ci facciano qui?" chiese la ragazza, scossi la testa "Non lo so, ma ho tutte le intenzioni di scoprirlo" affermi decisa "Ma ora torniamo a dormire, siamo tutti stanchi" conclusi. I due annuirono e si incamminarono verso la loro camera, dopo un secondo io li imitai.

Lo squillo del telefono continuava a disturbare il mio sonno, nonostante cercassimo di ignorarlo non smetteva, così, alla fine, Kirian prese il telefono e rispose, pochi secondi dopo me lo mise in mano e con un brontolio arrabbiato tornò a dormire. Ero davvero arrabbiata, non mi piaceva svegliarmi in quel modo. Controllai l'orario e scoprii che non era nemmeno mezzogiorno, il che non fece certo migliorare il mio umore "Chi è?" chiesi, con la voce ancora impastata dal sonno, sembrava che gli Dei avessero deciso di non farmi dormire quella mattina "Io" rispose una voce decisamente familiare, irata e preoccupata. Sospirai sconsolata e recitai mentalmente una breve preghiera, non volevo litigare, volevo dormire. "Cosa c'è?" chiesi, in tono niente affatto garbato "Ci sono una decina di umani nel bosco fuori il palazzo del clan e quattro sono venuti a bussare alla nostra porta" stupita dalla notizia scattai a sedere sul letto "Cosa?" domandai sconvolta "Mi è arrivata la stessa notizia anche dal Palazzo delle Donne, ne noi, ne loro, abbiamo lasciato entrare gli umani. E non l'hanno fatto anche dei nobili che hanno ricevuto visite simili" mi informò "Non posso crederci, anche a voi?" domandai sconvolta "Sono venuti anche da te?" chiese altrettanto stupito "Si, li ho fatti entrare per vedere di capirci qualcosa, ma l'unica cosa di cui sono certa è che non sono degli escursionisti. Sono rimasti una decina di minuti, poi se ne sono andati" spiegai "Che ti hanno detto?" volle sapere "Niente. Praticamente è stato solo uno scambio di saluti, hanno solo detto che erano sorpresi di aver trovato una villa nel mezzo del bosco, nient'altro" raccontai "Sto informando tutti di non toccare gli umani, credo che avremmo dei problemi se dovessero farsi qualcosa" mormorò "Lo penso anche io. Comunque li ho fatti seguire e ho detto ad un altro degli uomini di guardia di andare da quelli nascosti nel bosco e di scoprire quello che può" lo informai "Tienimi informato" si raccomandò il mio compagno "Certo affermai Darius, per favore, raccomanda a tutti di non fare niente di poco umano davanti ai mortali" sentii solo una risatina divertita, poi riattaccò. Con qualche acrobazia poggiai il telefono sul comodino e mi allungai "Quanto credi sia brutta a situazione?" volle sapere Tyr, che come Kirian aveva ascoltato tutta la conversazione, sospirai "Non lo so, ma tutto questo non è normale" mormorai. Mi ritrovai stretta tra quattro braccia forti e due corpi caldi, così lentamente ricaddi nel sonno da cui ero stata strappata.

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