Accidenti a me! Pensò Karen mentre sentiva alcune gocce di sudore che le imperlavano la fronte. Cercando di mantenere il controllo, si chiese come diavolo avesse fatto a incasinarsi la vita sino a quel punto.
Si rimproverò mentalmente, cercando di non cedere alla paura. Provare soltanto rabbia invece era d’aiuto. Dio solo sapeva quanta ne aveva in corpo in quel momento! Doveva soltanto pensare a come uscire dal quel maledetto pasticcio in cui si era trovata senza volerlo. Mentre la mente di Karen vorticava in milioni di pensieri incasinati, un sonoro schiaffone le arrivò in piena faccia!
" Bastardi! Laciatemi andare!”
Karen digrignava i denti sfregandoli incessantemente tra loro. Era davvero furiosa! Non riusciva a credere che la sua vita stava per finire in modo così misero! Non aveva neanche lontanamente cominciato a vivere. Sentiva nel profondo di non aver ancora avuto la sua vera occasione per essere felice.
Era stata catapultata in un mondo bizzarro popolato da esseri sovrannaturali. In una realtà parallela, in un incubo terribile in cui forse la sua vita avrebbe trovato la morte.
UNA SETTIMANA PRIMA…
Karen sentì qualcuno suonare alla porta nello stesso momento in cui la sua tazza di tè bollente le si riversò nei jeans.
“Merda!" … Karen non vedeva l’ora di andarsene a letto. Faceva la cameriera in uno squallido strip club. Rientrava a casa sempre a notte fonda. A volte la sua amica Kelly si presentava a casa sua a quell’ora tarda con una pizza calda e fumante, ma quella sera Karen non aveva proprio voglia di compagnia, avrebbe chiesto gentilmente a kelly di lasciarla dormire, non vedeva l’ora di infilarsi tra le lenzuola e perdersi in un bel sonno ristoratore..
Ma il campanello continuava a suonare mentre cercava di trovare uno strofinaccio per asciugarsi quell’ accidenti di liquido dalle gambe.
“Arrivo!” Gridò di nuovo. Ora mi sente! Pensò mentre si accingeva ad aprire la porta e a dirne quattro alla sua insistente amica!
Ma Karen si rese immediatamente conto, che a suonare alla porta di casa sua non era certo la sua amica Kelly!
L’uomo che si trovò davanti le fece scattare un sirena d’allarme dritta nel cervello.
Un tizio che sembrava uscito direttamente dalle pagine di una rivista di moda, le stava sorridendo.
“Ciao tesoro.” La voce di quello sconosciuto era sexy. Non và bene per niente. Pensò allarmata.
“Chi è lei? Che diamine vuole a quest’ora di notte?”
L’uomo non rispose, ma continuava a guardarla insistentemente, come per studiarla.
Karen non si sentiva per niente tranquilla e voleva soltanto chiudergli la porta in faccia. Ma l’uomo fu più svelto di lei e capì la sua intenzione, veloce bloccò la porta con il piede.
Il bastardo davanti a lei, aveva un’aria di chi non accetta mai un no come risposta. Con lo sguardo attento e beffardo, l’uomo emanava vibrazioni pericolose.
“Non mi fai entrare dolcezza?” Karen non sopportava i modi strafottenti. Da nessuno.
“No” Rispose senza esitare un minimo istante. “Hai tre secondi per dirmi il tuo nome, dopo di chè chiamerò la polizia.”
“Sei un tipo tosto. Proprio come speravo”
“Senti cazzone, io chiudo la porta…”
Ma nel momento stesso in cui finì la frase, Karen si ritrovò sbattuta al muro senza troppi complimenti. Aveva appena fatto un volo lungo la stanza, senza neanche rendersene conto.
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Leon
Short StoryKaren non avrebbe mai immaginato che da quella notte la sua via sarebbe finita