paure silenziose

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《Dottoressa lei non capisce io ho visto tutto... non le sto raccontando cazzate li fuori sta succedendo qualcosa di terribile. Uomini che si mangiano tra di loro! 》

《Signor Wilson si calmi, ha preso le sue medicine questa mattina?》

《Che cazzo c'entrano le mie medicine? Certo che... aspetta un attimo brutta troia non mi credi? Credi che sia pazzo?》

A quel punto Wilson si alzò e con uno sguardo minaccioso si avvicinò e punto il suo dito sulla mia faccia.

《Wilson si calmi perfavore.》 Gli Dissi cercando di allontare quella mano.

《Tu sei una lurida troia da 4 soldi. Apri gli occhi il mondo sta finendo e ben presto ricorderai le mie parole.》disse tremando

《Wilson si accomodi e le prometto che troveremo una soluzione》 Dissi insistentemente. Non era facile il mio lavoro avevo a che fare con i pazzi quindi trovavo normale tutto questo.

《Io me ne vado non hai capito ormai nulla ha più senzo. Non ho intenzione di essere mangiato da quelle cose che non so nemmeno cosa siano》 disse continuando a tremare ma stavolta era anche molto pallido.

《Wilson mi ascolti perfavore, se ha preso le medicine ,potrebbe accidentalmente averne preso troppe questo può causare allucinazioni.
Penso che lei ne sia vittima, ma possiamo trovare una soluzione si accomodi le faccio una flebo.》
Lo rassicurai è lo feci stendere chiamando l'infermiera.
Quando le alzai la manica per inserirgli la canula vidi che aveva una ferita molto grave, gli mancava tantissima pelle era profonda è sanguinante. Lo guardai stranita richiamai l'infermiera immediatamente ordinandole di disinfettare quella ferita e occuparsene come meglio poteva. Ma non sapevo che cazzo stava combinando, quella stronza non rispondeva.

《Wilson che cosa ha combinato?》 Domandai

《Dottoressa perché non mi crede? Non vede che è un morso?》 Riuscì a dire a stento.

Lo guardai meglio, era davvero un morso ,ma era cosi profondo è strano che non sapevo cosa pensare.

《Wilson chi ti ha morso?》 Domandai

《Un uomo non morto》 disse assumendo un comportamento da psicopatico.

《Lei ha la febbre alta lo devo per forza ricoverare in clinica, aspetti qui le faccio preparare una stanza.》

Mi precipitai nel corridorio velocemente cercando quella stronza dappertutto nel reparto. Peccato però che il reparto era un disastro e non c'era più nessuno.

《Ma che cazzo succede? Dove siete tutti quanti?》 Urlai

Mi avvicinai al telefono e provai a chiamare il reparto del piano superiore. Gli squilli furono 6 precisamente e finalmente qualcuno rispose

《Chi parla?》 Dissi

《Sono Jo, dottoressa Jade mi ascolti bene prima che vada via la corrente, scappi il più lontano possibile tutti lo stiamo facendo.》mi consiglio l'infermiera stronza che cercavo.

《Ma che succede? Ho un paziente con un morso al braccio che sta delirando ha bisogno di cure e...》 non feci in tempo a finire che Jo urlò dall'altra parte del telefono:

《Non puoi fare un cazzo Jade! Allontanati da quell'uomo immediatamente è infetto.
Dobbiamo scappare l'epidemia si sta diffondendo le persone infette muoiono e tornano in vita con una fame insaziabile di carne umana!》 Urlò.

Diventai rigida come un pezzo di legno dovevo metabolizzare tutto in quel millesimo di secondo. Lasciai cadere il telefono per terra ed andai nel mio studio non potevo credere che Wilson mi aveva detto la verità per me era solo un paziente affetto da allucinazioni dovuto ai farmaci ed invece quel figlio di puttana mi stava raccontando la verità.
Andai nel mio studio ed aprii leggermente la porta intravidi il lettino dove feci distendere Wiston e vidi che era li ma privo di conoscenza.
Mi avvicinai piano senza far rumore e gli controllai il battito cardiaco ma mi accorsi ben presto che era morto.
Ero fuori di me non sapevo cosa fare, allora andai verso la scrivania a cercare le chiavi dell'auto in qualche modo dovevo pur andare via.

《Dove cazzo sono!》 Urlai sbattendo le mani sulla scrivania.

La paura mi stava divorando dovevo solo cercare di rilassarmi e ricontrollare. Quando aprii il primo cassetto della scrivania trovai le chiavi le presi di corsa ed andai verso la porta.
Diedi un ultimo sguardo al lettino ma stavolta era vuoto. Mi voltai per vedere dove fosse quando all improvviso venni attaccata.
Lottai calci, pugni e schiaffi ma era troppo forte.
Wiston era... non sapevo come definirlo forse un non morto? proprio come li chiamava lui.
Non riuscivo a tenerlo distante era troppo forte non avevo niente con cui difendermi ma poi pensai alle mie scarpe Un tacco a spillo di 25 cm.
Dopo vari tentativi riuscii a prenderne una, con una mano cercai di tenergli il collo e con l'altra gli perforai il cranio con il tacco.
Wiston si accasciò su di me: era morto per davvero stavolta.
Il cuore sembrava un tamburo mi stava scoppiando dentro il petto se tutto questo era reale dovevo avvisare la mia famiglia;
Andai verso la porta ed in punta di piedi percorsi il corridorio fin quando arrivai nelle scale e rimasi al buio.
Accesi la torcia del cellulare era già qualcosa ed intravidi un'accetta da usare in caso d'emergenza.
Diedi una gomitata al vetro frantumandolo presi l'accetta ed iniziai a scendere le scale.
Le mie scarpe erano troppo scomode in caso di una corsa improvvisa quindi decisi di abbandonarle sulle scale continuando a scendere silenziosamente. All'improvviso qualcosa rotolò giù dalle scale e subito mi sentii un nodo alla gola alzai l'accetta ed aspettai pronta per colpire qualunque cosa fosse;

《Merda Che male! 》 esclamò una donna, di cui la voce era molto conoscente , era Jo l'infermiera.

《Mi hai spaventata a morte !》 Dissi

《Potevi torglierle dalle scale quelle scarpe! Mi si è storta la caviglia ho un dolore allucinante cazzo!》 Sussurrò a denti stretti.

《Pensavo che non ci fosse più nessuno andiamo ti aiuto io usciamo da qui.》 Dissi.

La feci appoggiare sulla mia spalle ed andammo verso l'ultima scalinata.
Aprii la porta d'emergenza e rimasi impietrita.

《Oh merda...》 dissi spalancando gli occhi

《Già...》 rispose Jo

《Ma non è possibile perché? Stamani tutto era tranquillo non mi spiego come...》 dissi

《Sembrava tutto tranquillo non si sa che cosa sia ma si diffonde in fretta, un graffio un morso o basta solamente morire per poi diventare come quello》 disse Jo indicandomi un non morto.
A quel punto non avevo più niente da dire speravo solo che la mia famiglia fosse sana e salva ma la cosa era improbabile.

《Forza usciamo da qui》 dissi a Jo

Lei mi fece un cenno con il capo e subito dopo iniziò a correre verso il parcheggio la seguii subito dopo cercando di evitare il contatto con i non morti erano una dozzina ma riuscìi a superarli arrivando alla mia auto e sfrecciando via velocemente.

《Dove stai andando?》 Mi chiese Jo

《A casa mia, devo assicurarmi che la mia famiglia stia bene.》 Risposi senza dare altre spiegazioni

《Cosa non hai capito della parola fuggire?》 Replicò subito dopo

《Senti Jo devo vedere se stanno bene , dopo andremo via chissà dove ma prima devo vederli.》 Dissi incazzata.

Lei non rispose ma non era d'accordo.
Le strade erano un putiferio macchine capovolte, negozi disastrati e persone distese a terra lungo la strada.
Arrivai davanti casa vidi la porta aperta questo non era un buon segno.

《Jess》 chiamai senza ricevere risposta .
Continuai a perlustrare la casa e chiamarli tutti ad uno ad uno ma nessuno rispose.
Andai verso la mia camera per prendere qualcosa di utile, mi fermai davanti la porta socchiusa e rimasi di ghiaccio. I miei genitori ed i miei fratelli grignavano come quei cosi la fuori erano come loro.
Iniziai a piangere a dirotto in quel momento pensai tantissime cose stavo per entrare e porre fine a quello che erano diventati ma non ci riuscii; chiusi la porta e me ne andai dritta in auto ormai ero da sola avevo perso tutta la mia famiglia per sempre.

《Andiamo》 dissi a Jo entrando in auto.

Lei abbassò lo sguardo aveva capito tutto.
Dentro ero disperata ma dovevo sopravvivere quindi da adesso in poi dovevo soltanto pensare a me stessa dovevo sopravvivere per la mia famiglia è forse un giorno sarei tornata lì a porre fine a quell'incubo di cui erano prigionieri.

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