epilogue

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È una notte di luna piena, come lo era stata tanto tempo fa, quando tutto è iniziato

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È una notte di luna piena, come lo era stata tanto tempo fa, quando tutto è iniziato.

Passo la mia mano sulla vecchia maniglia, sbloccandola con semplicità mentre cammino a passi leggeri sulla moquette morbida. Riconosco tutto, come se non fosse passato che un giorno e, per me, è all'incirca così.

Trattengo un sorriso quando mi siedo su quello che è stato anche il mio letto, e sfioro le vecchie lenzuola azzurre.

Un'anziana donna è seduta davanti a me e sta dormendo con pesantezza, abbandonata contro lo schienale della poltrona. La guardo e non posso sentirmi grata: senza di lei, sarebbe stato tutto diverso.

Daria.

«Credo che sia il momento,» sussurro e, dal mio fianco, miss Morte annuisce, sorridendomi con dolcezza.

La osservo svolazzare verso il vecchio letto, lanciando uno sguardo carico di amore all'anziano uomo dai capelli bianchi che sta riposando con fatica. Il suo respiro è pesante, e la sua pelle scavata: si vede che non deve aver passato una bella vita e, in realtà, nemmeno una bella fine.

«Ti ha aspettato,» sussurra la Morte, mentre gli accarezza i capelli. «Come ti avevo detto.»

«Avrei preferito non lo facesse.»

La donna sorride, quasi orgogliosa, e mi lancia uno sguardo complice. «Ho il tuo permesso?»

Ricambio, divertita. «Solo per questa volta.»

Miss Morte annuisce, capendo il mio cuore, e si china sul vecchio, sfiorando le sue labbra con le proprie. Quando si rialza, noto un profilo sfocato seguirla dal corpo dell'anziano, sedendosi sul letto come se nulla fosse.

Capelli biondi, occhi azzurri, il più bel viso che abbia mai visto.

«Ciao, Daniel.»

Il ragazzo si guarda intorno, sconvolto, e, immediatamente, riconosce il suo vecchio corpo, ormai senza vita. Poi, si volte verso la mia Signora, e credo sverrebbe, se solo potesse.

«Lei?»

«Benvenuto nel regno dei morti, Daniel,» lo saluta la Morte, compiaciuta. «Ti stavamo aspettando.»

Strabuzza gli occhi, perplesso e poi, semplicemente, si volta verso di me, e, qui, si blocca.

«Mary

«Sono io, Daniel: ti sono venuta a prendere.»

Gli prendo la mano, cercando di fargli capire che questo è tutto vero e non solo uno scherzo del destino.

Siamo di nuovo insieme, e lo potremo essere per sempre.

Lui osserva le nostre mani unite senza crederci, sfiorandole con leggerezza. «Credevo mi avessi lasciato: tua sorella diceva che non potevi tornare.»

«Sono stata io ad impedirglielo,» ribatte miss Morte. «Mary ha vinto la sfida, e questo faceva parte del premio.»

«La sfida? Quale sfida?»

«Sarei potuta tornare, Daniel, ma questo avrebbe voluto dire non vedere più la mia famiglia. Oppure, avrei vissuto con loro, ma non avrei più rivisto te.» Sorrido, e lancio un veloce sguardo alla Morte, che mi si avvicina, accarezzandomi la spalla.

«L'unico modo per vincere una sfida con me è non giocare. Ricordatelo sempre, Daniel: io so qual è il meglio per i miei figli e, alla fine, li premio sempre.»

Il ragazzo, però, non sembra proprio capire, e continua a guardarmi in trance.

«Quindi..cosa è successo?»

«Mi sono fidata di lei: non ho giocato,» spiego, semplicemente. «E miss Morte mi ha premiato.»

Gli sfioro la guancia, sorridendogli con dolcezza. «Potremo stare insieme, Daniel, nel mio mondo. Io, te, e tutti gli altri.»

E Daniel capisce subito a chi mi riferisco, che sto parlando di Noelle.

Nemmeno lei ha mai smesso di aspettarlo.

«Staremo insieme,» sussurra, esterrefatto. «Mary, staremo insieme.»

È così felice che scoppia a ridere, e poi mi prende il volto, baciandomi con energia le labbra. Non mi lascia andare, non ha mai voluto farlo.

«Mi sei mancata così tanto. Mary, cielo, ti amo da impazzire.»

«Ti amo anche io, Daniel,» ammetto, con il mio cuore in mano. È così bello che mi metterei a piangere dalla gioia.

Non riesco a smettere di toccarlo, di sorridere, di essere felice. Dopo così tanto, finalmente siamo di nuovo noi due.

Ci eravamo promessi un per sempre.

«Direi che è proprio ora di andare,» ribatte Miss Morte, sfiorandomi la spalla e lanciando uno sguardo a Daria. «Manca poco, così poco.»

Mi volto verso Daniel, dedicandogli un sorriso. «Andremo nel mio mondo, Daniel. Tu non avevi forse paura della morte?»

Lui mi si avvicina, scostandomi i capelli dal volto e baciandomi il collo, restandomi vicino. «Non più.»

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