Sento dei passi. Alzo la testa e, con mia grande sorpresa, entra un ragazzo in accappatoio.
Mi alzo immediatamente cercando di ricompormi.
Ashley:" il signor Krimble non è qui?"
:-"È uscito presto questa mattina, mi ha detto che saresti passata a prendere i nostri cani."
Ashley:" vostri? Scusa, ci conosciamo?"
-:"evidentemente no. Io sono Luke, il signor Krimble è mio padre."
Rimasi esterrefatta. Arrossii in volto per lo stato in cui mi vide, poi mi ricordai di lui. Quello sguardo magnetico visto il giorno prima in pasticceria.
Ashley:" tu sei stato ieri in pasticceria, ora mi ricordo di te! Non ti avevo mai visto qui."
Luke:" tu non sei di qui?"
Ashley:" mi sono trasferita in questo posto un bel po di tempo fa."
Luke:" Forse il giorno del tuo arrivo è stato quello della mia partenza."
Ashley:" forse. Ora però devo andare, ciao."
Presi i due cani ed uscii dalla stanza. Che strano caso del destino, il giorno prima in pasticceria, il giorno dopo la scoperta che lui è il figlio del mio vicino. Quel ragazzo aveva un qualcosa che non sapevo ancora decifrare. Non conoscevo nulla di lui eppure mi colpiva profondamente.
Passai la mattinata con i due cani, poi verso le dieci, come sempre, aspettavo il signor Krimble al parco.
Non dovetti aspettare molto ed egli arrivò.
Sig.Krimble:"Ashley, come stai? Ecco i miei due tesori. Mi dispiace ma stamattina sono uscito presto, il lavoro mi chiamava."
Ashley:" non si preoccupi, ho trovato suo figlio al mio arrivo, non sapevo ne avesse uno."
Sig.Krimble:" vi siete già conosciuti? È il mio ragazzotto. Spero ti abbia accolto per bene."
Ashley:" è tutto apposto, non si preoccupi. Ci siamo presentati e niente, tutto qui."
Sig.Krimble:" Ora che è tornato mio figlio voglio farlo sentire a casa, vorrei preparagli una festa di bentornato ma non ne sono capace. Era mia moglie ad occuparsi di tutto."
Ashley:" se vuole posso aiutarla io."
Sig.Krimble:"lei è un angelo signorina. Allora ti richiamo io, non appena sono da solo. Ciao."
Ashley:" va bene signor Krimble, arrivederci!"
Mi incamminai verso casa ed incominciai a pensare a come avrei potuto organizzare una festa di bentornato.
Appena arrivata a casa chiamai Hannah e le raccontai tutto e lei prontamente mi propose di partecipare all'organizzazione della festa e si precipitò a casa mia. D'altronde che male c'era. Anzi, lei conosceva il festeggiato e io no. Sicuramente avrebbe scelto tutto in modo impeccabile. E così, sotto comune accordo con suo padre, organizzammo la festa di Luke nel suo locale preferito, a detta di Hannah, si occupò lei di preparare dolci e torte, i suoi preferiti sempre a detta sua e fissammo la data per il sabato in settimana.
Hannah mi aveva dato una grande mano, praticamente aveva fatto tutto lei. Aveva messo anima e cuore affinché tutto fosse stato perfetto. A dirla tutta, tutto questo gran darsi da fare, per un ragazzo con cui non era andata benissimo, un po' mi puzzava di bruciato.
Quando finimmo di organizzare tutto ci preparammo una cioccolata calda e ci sedemmo sul divano.
Hannah:" mi sembra tutto pronto, chissà se mi sfugge qualcosa."
Ashley:" Hannah è tutto perfetto, sei sempre stata una perfezionista ma per questa festa lo sembri particolarmente."
Smise di bere la cioccolata calda.
Hannah:" ma che dici... è solo perfezionismo, un mio difetto, niente di più."
Ashley:" non sarà invece qualcos'altro? Di nome Luke?"
Hannah:" è una storia chiusa."
Ashley:" me la vuoi raccontare?"
Hannah:" Tanto tempo fa, Luke era molto importante per me. Frequentavamo lo stesso liceo ed ero sempre stata affascinata da lui. Alto, biondo, bello, il solito figo della scuola. Ma, lui non era solo questo. Aveva un cuore, lo ha ancora, almeno credo. E in quel cuore io ci ero entrata."
Ashley:" perché è finita tra di voi?"
Hannah:" perché lui aveva un sogno. Voleva calcare i palcoscenici del mondo, fare l'attore, e un giorno ricevette un' importante proposta di lavoro."
Ashley:" e lui accettò. Sai Hannah, non possiamo giudicare le persone, mi dispiace tanto per come sia andata, però potevate anche continuare la vostra storia. Non c'è distanza se due persone si amano davvero."
Hannah:" Se si amano davvero, hai detto bene. Forse era proprio l'amore a mancare. Dopo che lui partí ogni giorno che passava era più distante e dopo un po' decidemmo di lasciarci. Sai, ci ho impiegato un po' per dimenticarlo. Forse perché avevo trovato un po' di felicità. Avvolte ripenso ancora a come sarebbe andata se non fosse mai partito."
Ashley:" non è mai troppo tardi per scoprirlo. Lui ora è tornato, perché non riprovarci?"
Non rispose. Le guardai lo sguardo e intravidi nei suoi occhi la malinconia. Mi avvicinai e la abbracciai. Poi mi salutò e se ne andò.
Andai a letto.
Ripensai a tutto ciò che stava accadendo. Ripensai ad Hannah ed ai suoi occhi tristi. Io in quegli occhi ci avevo visto tanto. La malinconia ma sopratutto l'amore. Hannah era ancora innamorata di Luke e io non sapevo cosa fare per aiutarla.
Cercai di addormentarmi ma invano. Byron, il mio cagnolone, un bellissimo esemplare di San Bernardo di 8 anni, mi venne vicino.
Ashley:" non hai sonno nemmeno tu vero?"
Abbaiò.
È così bello quando gli animali cercano di farti capire qualcosa, a loro manca solo la parola.
E così mi alzai, infilai gli stivali ed il cappotto ed uscimmo a prendere una boccata di aria.
L'aria in questo periodo dell'anno è particolarmente fredda, dicembre mi piace per questo motivo. Il cielo era stellato. Mi sedetti su una panchina e incominciai a guardare in su.
È stupendo contemplare le stelle, perdersi nella loro immensità. Guardando le stelle ogni ricordo riaffiorò in mente. Il giorno in cui ero arrivata in città. Tutti i "no" ricevuti. Le delusioni d'amore. La vita familiare inesistente. Ma anche le cose belle. I visi amici dei vicini. Le offerte di lavoro da parte loro. L'incontro con Hannah. La sua amicizia.
Poi di colpo sentii abbaiare Byron. Abbassai lo sguardo e vidi i due cani del signor Krimble e.. Luke.
Luke:" ciao! Anche tu sveglia?"
Ashley:" ciao! Eh si... io e Byron avevamo bisogno di una boccata d'aria."
Luke:" eh anche noi. Posso sedermi?"
Annuii.
Si sedette accanto a me.
Non sapevo cosa dire.
Sentivo il suo profumo inebriarmi tutta. I suoi cani incominciarono a voler giocare con me.
Luke:" sono molto affezionati a te."
Ashley:" eh lo so. Non è stato facile ma siamo diventati buoni amici."
Sorridemmo.
Luke:" sei sola qui in città?"
Ashley:" si, vivo sola, io e Byron."
Luke:" parlami un po' di te, non ti conosco."
Perché gli interessava conoscere la mia vita? Non volevo rispondere e soprattutto non era con me che doveva passare il suo tempo.
Ashley:" non c'è molto da sapere su di me, sono una fotografa, mi piace disegnare e tutto il resto é noia. Ora se mi vuoi scusare io devo proprio rientrare."
Luke:" se non ti andava di parlare della tua vita privata bastava dirlo."
Ashley:" Ma no, non è questo. Magari un'altra volta, ho un po' freddo, é tardi e domani la casa della signora Fannì mi attende. Ciao.."
Luke:" allora alla prossima. Ciao!"
Presi Byron e tornai a casa.
Ero ancora un po' confusa.
Sembrava uno strano scherzo del destino. Quel Luke spuntava un po' dappertutto, era entrato nella mia vita e stava iniziando a scompigliarmela.
L'indomani mattina mi svegliai, portai a spasso Byron e dopo mi diressi verso casa della signora Fanní.
Fanní: "buongiorno tesoro, ti stavo proprio aspettando. Ho preparato i pancake al miele quelli che ti piacciono tanto!"
Ashley:" grazie signora Fanní lei é un angelo."
La signora Fanní era una tenera vecchietta che sin dal mio arrivo nel vicinato mi aveva accolto a braccia aperte. Mi aveva aiutata nei momenti più bui, mi aveva rassicurata nei momenti tristi ed era sempre stata come una nonna per me. Anche se lei mi spingeva a non farlo, io continuavo a darle del lei.
Mangiai i suoi strepitosi pancake e poi iniziai a riordinare tutta la casa.
Riordinando l'armadio trovai nel fondo un anello con una perla e lo presi.
Forse lo aveva perso, pensai.
Gli si riempirono gli occhi di lacrime.
Fanní:" non ci posso credere. Pensavo di averlo perso. Questo è l'anello che mi regalò il mio amato marito, tutto ciò che di materiale ho, è ciò che mi rimane di lui."
Mi abbracciò e mi ringraziò calorosamente.
Fanní:" tieni questi."
Ashley:" oh signora Fanní, ma sono tanti soldi, davvero io non posso accettarli. L'avrebbe trovato chiunque."
Fannì:" Hai ragione. Se io avessi chiesto a qualcuno di cercare il mio anello,forse, chiunque avrebbe potuto ritrovarlo. Ma con il suo valore, chi me l'avrebbe riportato? Accettali, consideralo come un regalo di Natale, infondo manca solo una settimana."
La ringraziai e l'abbracciai forte. Poi me ne andai.
Decisi di passare in pasticceria da Hannah.
Hannah:" ciao tesoro come stai?"
Ashley:" il solito, e tu?"
Hannah:" pensieri continui ma stare qui mi fa stare bene."
Ashley:" Luke?"
Hannah:" si.. non lo vedo da un po'. Credevo ripassasse ma non lo ha ancora fatto."
Proprio in quel momento entrò Luke.
Luke:" buongiorno Ashley e buongiorno Hannah!"
Hannah arrossì.
Ashley:" io stavo proprio andando, ciao!"
Hannah:" ma . . "
Le feci l'occhiolino e me ne andai.
So che non si dovrebbe fare, ma entrai dal retro e attraverso l'oblò della porta che separa il retro dall'ingresso mi misi ad osservare la scena, dopotutto Hannah era la mia migliore amica e se qualcosa fosse andato storto avrei potuto intervenire.
Intanto ascoltavo.
Hannah:" allora, cosa ti porto? Il riso soffiato al cioccolato o un bel pezzo di torta alle mele?"
Luke:" ricordi ancora i miei dolci preferiti."
Hannah:" e come potrei scordarli. Non ho mai scordato niente. Non ho mai scordato te."
Si avvicinò a lui e gli prese una mano. Luke sferrò la presa e si scostò.
Luke:" Hannah non voglio parlarne. È passato tanto tempo. Noi siamo cresciuti, io sono cambiato. La nostra è stata una cottarella durata poco tempo, perché rinvangare il passato? Scusa, mi è passato l'appetito."
Se ne andò.
Vidi Hannah abbassare lo sguardo sconfortata. Forse non era il caso di raggiungerla, avrebbe potuto reputare male il mio essere rimasta nascosta li ad ascoltare tutto.
Molto silenziosamente, me ne andai.
Uscii dalla pasticceria e tornai a casa.
Volevo chiamare Hannah.
Volevo chiederle come stava.
In quel momento avrei voluto raggiungerla ma era come se qualcosa mi avesse fermata, e quel qualcosa non riuscivo a decifrarlo.
Mi preparai la cena, lavai Byron e poi chiamai Hannah. Non servirono giri di parole per capire che il suo umore era a terra e che in quel momento l'unica cosa che avrebbe voluto era una piccola speranza da parte di Luke.
Perché infondo noi siamo così, ci innamoriamo sempre della persona sbagliata, di chi non cede, di chi ci sfida, di chi è misteriosamente affascinante, di chi è in grado di distruggerci, di chi è nostro degno avversario, quello con il quale siamo alla pari di gusti e pensieri.
Ci innamoriamo dell'impossibile perché siamo fatti così.
Infondo, ci innamoriamo di chi assomiglia a noi ma non ha tutti i nostri difetti oppure li ha e li rende perfetti.
Dopo cena, uscii a portare a spasso Byron anche se quella sera fu particolarmente fredda.
Mi sedetti un po'.
Coccolare Byron e contemplare le stelle era divenuto il mio passatempo preferito.
Poi da lontano, vidi un'ombra, sentii una voce. Era Luke insieme a suo padre e i loro cani.
Luke:" ciao Ashley"
Signor Krimble: "Ashley, bambina cara, cosa ci fai a quest'ora e con questo freddo qui?"
Ashley:"salve a voi, Byron aveva esigenza e quindi eccoci qui. È un birbantone."
Signor Krimble:" noi stavamo rientrando, sai volevamo preparare una cioccolata calda, ti va di unirti a noi?"
Non sapevo cosa rispondere.
Se da un lato ero convinta di voler accettare per l'affetto al signor Krimble, dall'altro lato ero imbarazzata difronte a Luke, sapendo anche cosa fosse accaduto con Hannah in giornata.
Rimasi un po' a pensare.
Ashley:" io..veramente..dovr..ma si dai una cioccolata non si rifiuta mai!"
Ci incamminammo verso casa e..
(Continua)...
Votate e commentate sinceramente!❤️
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Ma quanto costa la felicità? [COMPLETA]
RomanceFelicità. Che strana parola. Così facile da dire, così difficile da provare. Dicono spesso che per essere felici bisogna saper lottare, saper vincere contro tutte le avversità del destino. Mi capita spesso di pensare a tutte quelle persone che cre...